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Le Grotte di San Canziano, uno dei più affascinanti spettacoli della Terra
Maja Slivnjak è responsabile ufficio stampa dell’Ente per il Turismo Sloveno in Italia. Il post è sponsorizzato da:
La Slovenia è celebre in tutto il mondo per le Grotte di Postumia (alias Postojnska jama, nella mia lingua). E in effetti questo complesso carsico è in assoluto il luogo più visitato della Slovenia. Affascinante e suggestivo, sembra tratto da un racconto di Tolkien, o da una leggenda medievale; le sue meravigliose cattedrali di stalattiti, i suoi grandi castelli di stalagmiti, l’acustica perfetta della sua “Sala da concerto” e in generale l’atmosfera ctonia, umida e fredda, rendono le Grotte di Postumia una meta imperdibile per ogni turista in Slovenia.
Persino i bambini adorano le Grotte di Postumia, se non altro perché è lì che possono fare un’indimenticabile corsa sul trenino che porta alle grotte, e soprattutto ammirare i protei, piccoli anfibi capaci di vivere sino a un secolo.
Tuttavia la Slovenia è piena di grotte: ce ne sono più di 10mila, soltanto alcune aperte al grande pubblico. Spesso hanno nomi assai suggestivi: c’è l’Abisso della Piuca, una voragine di 65 metri; c’è il Cavernone di Planina, davvero mozzafiato; la Grotta di Dante, nei dintorni di Tolmin ecc… Io però vado matta per le grotte di San Canziano, che non a caso sono nell’elenco del patrimonio dell’UNESCO dal 1986 (e sono un parco regionale dal 1996). Ad averle scavate nel sottosuolo, in milioni di anni, è stato il Reka: fiume che nasce presso il Monte Nevoso e dopo una trentina di chilometri di viaggio sprofonda nella terra, per poi riapparire, come il conte di Montecristo, nei pressi di Monfalcone, dove è conosciuto con un altro nome, Timavo. Qui, dopo un ultimo viaggio di un paio di chilometri, si getta nel blu del golfo di Trieste.
Le Grotte di San Canziano sono terribilmente suggestive, e farsi inghiottire da esse è una delle esperienze più inaspettate che una vacanza possa regalare. Contemplare, sotto la volta grigia della roccia, al sicuro su un ponte (naturale o artificiale) il fiume Reka che ruggisce e schiuma decine di metri sotto è incredibile. Senza parlare poi di tutte le altre emozioni che le grotte sanno regalare: la bellezza della Caverna preistorica, la Piccola voragine e la Grande voragine, la Grotta Michelangelo e quella del Silenzio. E poi c’è il Gigante a lasciare tutti a bocca aperta: una formazione stalagmitica di 15 metri che conosce pochi rivali nel mondo; un fiore calcareo che ha impiegato 250 milioni di anni per sbocciare in tutta la sua bellezza.
Oltre a essere bellissime, le Grotte di San Canziano (Škocjanske Jame in sloveno) hanno altri pregi: sono vicine al confine italiano, sono meno frequentate dai turisti e, soprattutto, sono belle fresche, anche in questo periodo di calura agostana. Per la precisione, la temperatura è di 12°, che scendono a zero (o salgono a 20°) nelle zone umide delle Grotte. Forse è pure per questo motivo che questi luoghi sono frequentati dai turisti sin dal XIX secolo… in ogni caso, gli esseri umani non sono le uniche creature in cui ci si può imbattere.
Le Grotte di San Canziano sono popolate, oltre che dai protei, da grandi colonie di pipistrelli, nonché da vari tipi di crostacei e coleotteri ipogei. Questa straordinaria ricchezza biologica ha indotto il governo sloveno a trasformare le Grotte in un’area protetta di oltre 400 ettari: un parco speciale che vanta 6.200 metri di gallerie, una profondità di 223 metri dalla superficie (nel punto più basso), e addirittura 26 cascate.
È difficile non restare ammaliati dalla bellezza delle Grotte di San Canziano. Probabilmente già i primi abitanti della Slovenia preistorica ne rimasero affascinati, come dimostra il fatto che nella zona gli archeologi hanno trovato necropoli e reperti vecchi di oltre 3000 anni. Già nel I millennio a. C., dunque, le Grotte dovevano essere meta di qualche tipo di pellegrinaggio mistico-religioso, proprio grazie alla loro capacità di suggestione, e al mistero del fiume Reka che si inabissa nelle viscere della Terra.
Le Grotte non sono però l’unica attrattiva della zona. A una decina di chilometri da esse c’è Lipizza, luogo di origine della razza equina più bella e famosa della storia: quella dei bianchi lipizzani, per secoli le cavalcature di re, principi, dittatori e presidenti, e ancora oggi simbolo della Slovenia. E proprio nei pressi di Lipizza (Lipica, in sloveno) ci sono le suggestive grotte di Vilenica, che devono la loro fama ai cristalli sedimentari della Sala rossa. Sempre nella zona c’è la località di Lokev, che ai tempi delle guerre tra austriaci e ottomani fu un baluardo delle difese di Vienna.
Ma le Grotte di San Canziano e i loro dintorni meritano una visita anche per un altro motivo: il buon cibo. Tra le pietanze che si possono assaporare lì, infatti, ci sono il merluzzo in umido con polenta, i fiori di sambuco fritti, la gelatina di maiale e il radicchio con aceto, i fagioli e la pancetta, e soprattutto la zuppa di fagioli, i fagioli in aceto con uova, le carni essiccate e il succo di mela più rinfrescante che si possa immaginare.
In copertina in alto, ingresso alle Grotte di San Canziano (http://www.park-skocjanske-jame.si/it/gallery/foto/skocjanske-jame). Maja Slivnjak, autrice dell’articolo, è responsabile ufficio stampa dell’Ente per il Turismo Sloveno in Italia.
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