Letteratura

Signorina Maccabey, l’italiano è da musey, lo si può buttare away

25 Maggio 2024

Una docente premurosa, quella di Treviso che ha scritto alle famiglie di origine dei due allievi, pensando che la Divina Commedia, che così bene descrive la religione cristiana, potesse offendere gli animi vergini di due adolescenti di religione islamica. E, per farsi perdonare l’esclusione di Dante Alighieri, che fa? Un’overdose di Giovanni Boccaccio a uso e consumo dei due esclusi da Dante.

Immaginiamo la stessa docente che, magari l’anno successivo, escluda sempre i soliti due dallo studio dell’Orlando Furioso e della Gerusalemme liberata, essendo entrambi i poemi incentrati sulle lotte tra cristiani e mori, ognuno colla propria guerra santa, e, magari, essendo anche l’insegnante di Storia, di saltare a piè pari, sempre per i medesimi due, tutto il periodo delle Crociate, perché episodio disturbante della Storia europea. Naturalmente bisognerà evitare di traumatizzare definitivamente i due poveri adolescenti colla Battaglia di Lepanto e, qualche secolo dopo, evitare accuratamente di parlare della disgregazione dell’Impero Ottomano, perché potrebbero tornare a casa in lacrime, accusando la scuola italiana di essere razzista, classista e intollerante.

Naturalmente immagino che, per coerenza, si eviteranno tutte le opere letterarie “cristiane”, come I promessi sposi, ma anche quelle atee di Carducci, accidenti! I miscredenti sono peggio dei fanatici religiosi.

Non importa se poi i due allievi mussulmani saranno due asini, almeno per quanto riguarda la cultura generale italiana, ossia quella del paese in cui vivono, magari anche essendovi nati, e di cui non capiranno una beneamata mazza. Forse non la capiranno lo stesso se tutti i docenti sono come questa mentecatta che anziché includere esclude.

Io, così come molti altri, da ciò che leggo, resto veramente stupefatto. Credo che a questa docente così attenta alla salute mentale degli allievi vada tolto l’insegnamento e le sia affidata magari qualche altra funzione all’interno della scuola, forse la bibliotecaria, ma nemmeno, perché potrebbe nascondere libri che lei reputa offensivi o pericolosi e questo un bibliotecario serio non lo fa. Che cosa potrebbe fare una così zelante docente? Fatemi pensare. Ah, ecco, sì, forse organizzare la mensa scolastica, attenta ai cibi proibiti e permessi, in modo da non sconvolgere le rispettive alimentazioni.

Io ricordo che ho vissuto due esperienze opposte riguardo alla Divina Commedia. Alle medie, dove pure s’inizia ad esplorare quest’italiano primitivo e complesso, avevo una favolosa insegnante di italiano ma anche molto fascista e cattolica che accentuava la visione cristiana di Dante anche dove non c’era e che, per questo, era un po’ stufente. Al liceo, per la legge del contrappasso, ebbi un insegnante, ugualmente favoloso, di stampo anarchico, che nel triennio ci fece vedere la Commedia in tutti gli aspetti politici possibili, inclusi quelli religiosi e critici nei confronti della religione, ma sempre contestualizzati all’epoca in cui Dante scriveva. Il papa Bonifacio VIII sta all’Inferno, non dimentichiamolo, e il papa è anche il vicario di Cristo in terra! E non solo lui, ma anche Celestino V, dimissionario, Niccolò III e Clemente V, i due simoniaci. Chissà se Dante avesse conosciuto i Borgia e poi Pio IX cosa avrebbe scritto, forse avrebbe aggiunto un’undicesima bolgia nell’Ottavo cerchio, all’Inferno. E mi fece appassionare così tanto a Dante, quell’insegnante, che mi spinse ad andare a studiare tutte le sue spigolature, infuse senza risparmio nella sua opera ciclopica.

Ma dove si trova, nella cultura mondiale, poemi omerici a parte, un’opera di poesia nella quale a un mortale viene consentito di entrare nel regno dei morti e di dialogare coi personaggi dell’epoca per far loro dire il suo pensiero, per far loro raccontare gli aneddoti e, così, narrare la Storia passata e contemporanea in poesia, oltre naturalmente alle nozioni di astronomia, astrologia, delle scienze tutte, e di quel molto altro di cui è intrisa la Commedia?

Ma sa, quella docente, a quali danni espone quei due ragazzi esclusi? E, soprattutto, quale pregiudizio instillerà in loro riguardo alla produzione letteraria italiana, senza far loro comprendere le ragioni della lingua, della Storia di Firenze, di quella di Roma, dell’Impero, ossia dell’Europa?

E, cercando maldestramente di sostituirlo, anziché integrarlo, con Giovanni Boccaccio, si renderà conto che l’atteggiamento al di là della morale di quest’ultimo fa a pugni ancor di più coll’islam? La superstizione religiosa, liquidata nelle cianfrusaglie di Frate Cipolla, nella Sesta Giornata del Decameron, narrata da Dioneo, ossia la santa Piuma dell’arcangelo Gabriello e i carboni su cui era stato arrostito san Lorenzo, mostra come la religione sia usata per soggiogare il popolo credulone, e, in quanto a superstizioni e fandonie, anche il Corano non scherza.

Ma la cosa ancora più incredibile è la mancata contestualizzazione di tutto. Dante Alighieri, così come Giovanni Boccaccio, vivevano e scrivevano in un’epoca in cui la religione era al centro della vita culturale dell’Europa. Chi la pensava diversamente era un eretico e, ancora per molto tempo, avrebbe avuto vita difficile. Le donne diverse e sapienti erano considerate streghe, e, al pari degli eretici, erano bruciate vive. Il Medioevo e parte dell’Evo Moderno furono periodi bui per la ragione. Ma questo va spiegato, non escluso. E, soprattutto, va fatto notare come il Medioevo sia ancora d’attualità in paesi come l’Iran, l’Arabia Saudita, l’Egitto, la Turchia e così via in una lista senza confini. Sì, anche la Palestina.

Di questa formazione hanno bisogno i giovani che verranno su nel Paese e non di un politicamente corretto che assecondi le idiosincrasie culturali delle famiglie d’origine, bella integrazione!

Provo a immaginare la stessa docente che escluderà le allieve dalla lettura della maggior parte delle opere della letteratura italiana, dove la donna è confinata nel suo ruolo o d’angelo o di creatura del demonio, o fata o manipolatrice, per non turbare la loro sensibilità, magari avvisando prima le famiglie.

Anzi, facciamo di meglio, mandiamo a tutte le famiglie d’origine un programma di studio à la carte, scelgano i genitori quali opere i ragazzi debbano studiare e quali no, ammesso che quei genitori ne sappiano qualcosa.

È veramente disperante questa cultura di un indefinito politicamente corretto che assomiglia sempre di più alla revisione della Storia secondo l’orwelliano “Ministero della Verità”, che viene allestito sia da docenti stupidi sia da altrettanto stupidi ministri della pubblica istruzione, a turno, in ordine sparso negli anni. La scuola ha bisogno di docenti responsabili e, soprattutto, consapevoli, che sappiano spiegare le cose anziché escluderle per comodità. E le nuove generazioni hanno bisogno di uno studio approfondito, sempre di più, per comprendere la complessità della realtà in cui vivono.

Non si spiega, se non coll’ignoranza generalizzata, quest’acritica posizione studentesca mondiale pro Palestina senza nemmeno considerare che cosa sia Hamas e che cosa abbia nel suo statuto. E, naturalmente, che cosa la cultura islamica, cui Hamas s’ispira al 100%, faccia alle donne e agli omosessuali. I giovani studenti italiani non hanno studiato, probabilmente, cosa succedeva nel nostro Paese negli anni 70 col misterioso lodo Moro, dove c’erano traffici illeciti di armi, sul territorio italiano, tra Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) e gruppi eversivi, pur di evitare attentati in Italia. E vari segreti che coinvolgevano l’Europa. Questa con mille altre cose. L’adesione fideistica a una causa, senza pensare, senza sapere, senza riflettere sulla complessità. Riguarda tutto.

Ciò non significa assolutamente che sia giusta la rappresaglia e la relativa carneficina dei cittadini di Gaza da parte di Netanyhau e complici, ma la colloca in una prospettiva diversa, dove Hamas ha delle responsabilità ben precise a causa della sua orrenda incursione in territorio israeliano colla strage di civili e la cattura di tanti ostaggi inermi. E di questo, e di molto altro, gli studenti ignoranti che sono venuti su in questi ultimi anni non sembrano essere coscienti. Così come saranno sempre meno coscienti quelli che verranno a furia di esclusioni di pezzi fondamentali della cultura come Dante Alighieri.

 

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