Letteratura

Rileggere i classici, “Il rosso e il nero” di Stendhal

19 Giugno 2020

Stendhal, pseudonimo di Marie-Henri Beyle, occupa una posizione di primo piano nella letteratura romantica dell’Ottocento, sia in Francia sia in Europa. Fra le sue opere maggiori sono da ricordare oltre che i romanzi Il rosso e il nero (1830) e La Certosa di Parma (scritta nel 1839 in poco più di un mese e la cui pubblicazione nell’anno successivo desterà l’entusiasmo di Honoré de Balzac) anche i libri di viaggio Roma, Napoli e Firenze (1817) e Memorie di un turista (1838).

Il Rosso e il Nero è un romanzo che non racconta soltanto una storia ma si propone anche come un punto di vista privilegiato su quella che è la società francese dell’Ottocento, post Rivoluzione e Restaurazione. In esso vengono raccontate grandi passioni giovanili ma viene anche esaminata la crescita e la formazione del protagonista della vicenda, Julien Sorel, nato in un tempo in cui non riuscirà a tenere fede alle sue aspirazioni e ai suoi ideali.

Ne il Rosso e il Nero Julien ha origini modeste, ma riesce a farsi strada nella società moderna francese cercando di adattarsi ad ogni ruolo che gli viene assegnato e ad ogni abito che gli viene cucito addosso dai potenti del luogo e della nazione, di cui si circonda aumentando sempre più la sua credibilità, dapprima in un piccolo centro urbano come la cittadina di Verrières e poi in una grande città. Nato in una famiglia molto umile e orfano di madre, il giovane si dimostra portato per lo studio del latino e delle lettere e ama circondarsi di libri. Il curato Chèlan diventa il suo insegnante di teologia e riesce a farlo assumere come precettore presso la famiglia del sindaco, diventando così l’insegnante dei figli di M. e Madame de Renal.
Julien riesce subito a farsi benvolere dai bambini e riesce ad entrare nelle grazie della signora di casa, con cui scaturisce subito una passione divampante che entrambi cercano di nascondere al cospetto di M. de Renal e degli altri frequentatori della casa. Il loro legame però finisce per diventare un ossessione per il sindaco, che inizia ad accorgersi della loro storia e costringe Julien a fuggire prima che la situazione precipiti definitivamente.
Il giovane si trasferisce e Besançon, dove entra in seminario e si distingue per intelletto e perspicacia. Qui coltiva delle amicizie potenti e si fa dei nemici che, nonostante tutto, non riescono a contrastare con i suoi successi. Nella sua vita entra in gioco un’altra donna, Mathilde de la Mole, figlia del ricco marchese parigino per cui Julien è andato a lavorare come segretario. Mathilde è molto diversa da Madame de Renal, non solo è molto più giovane, ma è anche più sicura della sua posizione sociale diversa da quella del nuovo aiutante del padre. Tuttavia, pur resistendo più volte a ricambiare una passione che era ormai diventata tormento per Julien, alla fine non può far altro che capitolare, rinnegando il padre e le proprie ricchezze pur di seguire l’amante da cui aspetta un figlio.
A questo punto rientra in gioco madame de Renal, interpellata dal padre di Mathilde per avere più informazioni su quel giovane di cui la figlia si era invaghita. Julien viene descritto come un cinico arrivista, un arrampicatore sociale che ricorre alla seduzione per riscattarsi dalle sue modeste origini sociali.

A questo punto lascio ai lettori scoprire come andrà a finire, sarà l’amore a salvare Julien o lo lascerà cadere in un abisso di ignominia e perdizione? E come agiranno le due donne cui aveva disposto il proprio amore? Chi tra le due riuscirà a mantenere caldo il suo cuore? La sentenza sarà una soltanto e darà un netto giudizio su Julien facendoci empatizzare con lui, immaginando, chissà, un finale del tutto differente.

Il titolo Il rosso e il nero è simbolico e riassume a grandi linee la parabola di un ragazzo che agisce e ragiona come un protagonista fuori dal suo tempo. Il rosso è il sangue del crimine, la passione, mentre il nero è il dolore e la morte. Ma gli stessi colori sono anche quelli scuri dei seminaristi e vermigli degli abiti militari che Julien, entusiasta delle gesta di Napoleone, poteva solo sognare per via della sua estrazione sociale e per via di una società che non vedeva di buon occhio mostrare simpatie per l’ormai decaduto Bonaparte.
Julien Sorel è praticamente un ragazzo che vive in una società che non corrisponde affatto a quella dei suoi sogni e in cui è costretto ad agire come “straniero”.

Secondo Nietzsche, Stendhal è l’ultimo dei grandi psicologi francesi. In Il Rosso e il Nero il protagonista diventa oggetto di uno studio vero e proprio; ambizione, amore, passato: tutto viene analizzato nei minimi particolari. Al lettore viene permesso di addentrarsi nei meandri del suo pensiero, che condizionano le sue azioni. Anche Mathilde de La Mole, figlia del marchese protettore di Julien, e Louise de Rênal, moglie del sindaco di Verriéres primo datore di lavoro di Julien, non hanno solo un ruolo di comparse: il loro amore per Julien è profondamente analizzato. Il mondo intero è messo a nudo sotto la penna di Stendhal, dando così all’opera le caratteristiche del romanzo psicologico.

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