Letteratura
“Non si innamorano”
Ci sono frasi che tornano alla memoria a distanza di anni.
Per quando sono state dette, per la persona che le ha dette, per come sono state dette.
Spesso sono le frasi che fanno parte del “lessico famigliare” come direbbe Natalia Ginzburg: frasi dette in un’occasione particolare e poi diventate ricordi “tormentone”, occasioni di rimembranza scherzosa.
Come quella detta da mia figlia, allora una bambina di 8 anni, molti anni fa.
Avevamo appena ricevuto in dono da un compagno di classe di Giulia un cucciolo, una cagnolina alla quale era stato dato il nome di Daisy.
La madre della cagnolina la conoscevamo, era una cagnetta di razza volpina.
Ignota invece sembrava fosse l’identità del padre, un cane di passaggio attratto da una cagnetta in calore.
Portando in giro Daisy, ancora piccolissima ( a volte ce la portavamo appresso tenendola dentro una borsa per la spesa, con il musetto che spuntava di fuori, in tutto e per tutto identica ad un peluche) cercavamo di immaginare quanto sarebbe cresciuta.
Scherzavo di continuo su questo, con Giulia.
Le indicavo un maremmano, oppure un rottweiler: “E se ci diventa così come facciamo?”
Lei rideva: “Ma cosa dici? Non hai vista com’è piccola la madre di Daisy?”
Al che io, facendo la faccia seria, puntualmente le rispondevo: “La madre è piccola. Ma del padre cosa sappiamo? Se fosse un cane enorme e Daisy avesse preso da lui?”
Poi un giorno Giulia tagliò la testa al toro e disse la frase destinata ad entrare nel nostro piccolo lessico familiare: “Ho chiesto alla maestra. Lei mi ha detto che le cagnette piccole dei cani grossi non si innamorano”
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