Letteratura
La cura, in ricordo di Franco Battiato
Vorrei avere cura di te, per lenire ed accarezzare il tuo volto ove è calata la malinconia del disprezzo del giorno.
Vorrei avere cura delle tue debolezze, per farti possedere nuove ali e reinventare la tua esistenza per traiettorie sublimi.
Vorrei avere cura di te, per donare il mio ascolto a tutte le tue miserie e disperazioni che la vita ha irrimediabilmente ordito senza avere pietà: bisogna sentire le tue parole, come un vaso vuoto, che sa fare posto a quello che l’altro ci vuole dire di sé.
Vorrei avere cura di te, per far vibrare nella tua anima la musica melodiosa della letizia dell’universo e ripagarti di sofferenze inaudite ed incomprensibili.
Vorrei avere cura di te, per non sentirti lontana ed affondare la mia dedizione nelle radici del tuo cuore, troppo silenzioso e donargli luce imperiosa che allontani la paura della notte.
Vorrei avere cura di te, vaso che può andare in frantumi ad ogni scossa.
Vorrei avere cura di te, per sottrarti alle lacerazioni del tedio ed al contagio del nulla e riempire la dignità del giorno, con la fatica della nobiltà del lavoro e dominare il vuoto ove il tempo si consuma.
Vorrei scaraventare via le tue ostinate ossessioni, che portano all’abisso di incomprensioni e di disordini inaccettabili.
Vorrei prendere il tuo sguardo nel mio per non farti più piangere e vedere nei tuoi occhi il sorriso di Dio, come quello dei bimbi appena nati davanti alla mamma che teneramente accoglie la loro felicità sorgiva.
Vorrei avere cura di te con la parola, sia quella detta che quella taciuta, per coprire spazi di affetto infranti dal tempo crudele, che perde ogni rispetto delle povere fragilità.
Vorrei avere cura di te, quando cadi rovinosamente, per farti rialzare per un cammino di gioia, insopportabilmente avara.
Vorrei avere cura di te, delle tue timidezze e sfidare tutti gli inganni e le ipocrisie di amici non veri, di amori facilmente traditi, di promesse della vita malamente non mantenute.
Vorrei donarti la pazienza infinita per avere sempre la speranza, non farti più camminare nell’ombra e piegarti a solitudini tragiche e disperate.
Vorrei porgerti l’incantesimo delle Muse e scorgere per te le cose più belle e mirabili che la vita custodisce nello scrigno delle ricchezze mai godute.
Vorrei avere cura di te, per darti lo stupore e la meraviglia dei bambini e cullare le attese della curiosità per una felicità inaspettata.
Vorrei avere cura di te, per darti la forza prorompente e superare l’anoressia di tutti i limiti e prefigurarti l’infinito che abbatte ogni angusto orizzonte.
Vorrei avere cura di te, per dare il significato primigenio alla tua esistenza, affinché sia bagnata ed impreziosita sempre dalle cose più straordinarie che l’universo ti possa offrire.
Vorrei ricordare gli inverni delle favole, ove si visse insieme senza saperlo.
Vorrei pregare con te, perché il cielo ti infonda la chiarità del mistero della fede, almeno possiamo rivolgere il cuore all’Assoluto, sperando che ci ascolti.
Vorrei avere cura di te, per amarti con la vertigine della Grazia soffusa nella mitezza sino alla fine del tempo, perché la vittoria ti scuota.
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