Letteratura

Il cantiere sul fiume di Veronica Galletta. Finalisti Strega

1 Luglio 2022

Ricordarsi che in Italia non è che esistono le tangenti perché esistono gli appalti, esistono gli appalti perché esistono le tangenti. Caterina (chiamata talvolta per sbaglio dai colleghi Nina), ingegnere civile idraulico, al primo impiego, dipendente statale di un’articolazione burocratica che ha tutte le sembianze di un Genio Civile, dopo una retata che vede arrestati una quindicina di funzionari per tangenti e corruzione – «denaro, stipato in borsoni che passano di mano in mano» – riceve il primo incarico serio in cui dovrà mettere a frutto ciò che ha appena studiato: la direzione dei lavori della costruzione di un argine a Spina (in inculandia) a contenimento dell’esondazione di un fiume.
Ingegnere e donna. Problema.

Il vissuto quotidiano della miriade dei problemi tecnici attinenti il proprio lavoro, la paura degli incidenti con morto nel cantiere, gli incontri con superiori, colleghi, assessori, funzionari vari ecc si interlaccia con la rimuginazione, nella camera d’eco della propria coscienza, col vissuto privato:  la rottura dell’unione con Pietro e le risonanze interiori che le reca questo evento doloroso; la logistica delle separazioni (a chi vanno i libri che ci si è regalati? Li si taglia a metà?); la paura sottocutanea della solitudine – «Perché la realtà esiste solo se qualcuno ci abita insieme a te» – annotazione lapidaria e splendente -, le notti insonni eppur bisogna andar, alzarsi, mettersi in strada raggiungere il cantiere con la sua variopinta fauna umana. E ancora, più avanti, il cantiere, il lavoro, gli incontri, gli sviluppi della vita interiore, con questa dialettica del dentro e del fuori, che è la vita di tutti noi, eroi del quotidiano… con momenti come questo di ingegneria esistenziale…

«Forse è questo, crescere: capire che i fenomeni non sono reversibili, che ogni traccia lascia un’impronta. Che esiste una fatica, come nei materiali, e la fatica è un fenomeno pericoloso, dal quale bisogna preservarsi. Lo stesso materiale, sottoposto a carichi variabili nel tempo può arrivare a rottura, a cedimento per fatica, pur restando all’interno del suo limite di elasticità. Caterina guarda gli isolatori, osserva i flessimetri vibrare, e di colpo si sente stanca, tremendamente stanca».

Ma il lavoro è finito. Il collaudatore sarà soddisfatto? No spoiler.

Romanzo onesto, romanzo verità (uno sguardo che è una lama sulla corruzione della P.A., sulla sua meridionalizzazione, Caterina stessa è siciliana e segnala il fenomeno con toni da commedia all’italiana, vedi il trattamento stilistico del collega Morabito), romanzo in cui il linguaggio tecnico di ingegneria idraulica civile acquista risonanze fiabesche, una malia linguistica che intontisce, stordisce e irretisce…

« materassi antierosione, difese in massi, innalzamento di livellette, paratie di micropali», «Osservate la platea protetta, calcolate la lunghezza del risalto idraulico, calcolato il profilo di piena del fiume per il quale è necessario chiudere la chiavica,»
«carpenterie di tutte le opere minori, i saggi sui materiali, l’indicazione delle cave di prestito» «lo scotico per l’innesto della base dell’argine»,
«un incile naturale subito a monte, tanto che è allo studio un progetto per regolamentarne lo sfioro in caso di piogge eccessive».

Le parole, per noi nominalisti, sono la misura di tutte le cose, nominarle queste ultime con esattezza è come sbucciarne il tegumento fenomenico per raggiungere e cogliere la loro essenza noumenica, tale che  nome e cosa siano perfettamente coincidenti. Non è solo a livello linguistico tuttavia –  sempre preciso anche quando non tecnico- , ma sotto il profilo dell’incastro degli eventi e del pennello pittorico sui personaggi (una galleria di maschietti non esaltante: Morabito, Greppi, Musso ecc) che Garletta sa condurre in porto la navicella del suo romanzo.

L’autrice in qualche intervista ha invocato riguardo  la narrativa italiana che tratta tematiche legate al lavoro i numi tutelari di Paolo Volponi con Memoriale e Primo Levi con La chiave a stella, ma io non disdegnerei l’accostamento  alla fine  maieutica linguistica dell‘Ingegner Gadda e alla verbosità alta, rarefatta, tecnica dell‘ Ingegner Francesco Pecoraro de La vita in tempo di pace, invero più  vicino  a questo testo nel suo delirio estatico-estetico di progettista e amatore in proprio di lavori edili, di ponti in ferro.

Segnalo nei dialoghi un fatto tecnico non secondario: l’abolizione del virgolettato e dei verbi che li portano: quel «disse», «rispose», «commentò», «osservò», ecc. che sono francamente pesanti corvée nell’arte del narrare,  ma che hanno la loro strutturale cogenza. Ricordo che Defoe nel suo Robinson se ne uscì con uno spiccio e generalizzato says, e basta, sempre quel verbo passepartout.

Nel romanzo che abbiamo finito di leggere con soddisfazione, a differenza di molta narrativa di donne (esiste, signori, il «femminile» oh come no!, nella sofferta arte del racconto), narrativa tutta rivolta agli Dèi notturni degli Inferi, privati, legati all’intimità, all’affettività familiare, domestica, qui ci si confronta invece à la diable, con gli Dèi diurni, della Polis, del Mondo e della sua conquista o trasformazione: ovvero  la conquista trasformativa del lavoro, dunque della durezza della lotta col reale. Temi maschili in narrativa sin dai tempi di Omero. E invece questa Ingegnere sa fare molto bene il proprio lavoro, quello tecnico e quello letterario, e secondo il mio giudizio si colloca tra i vertici di questo Strega, insieme a Ranieri, Bertante, Orecchio e prima di Desiati che forse vincerà…

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Finalisti PREMIO STREGA 2022
A fianco di ogni libro troverete il link alla sua recinzione (recingere con un testo un altro testo) su questa rivista man mano che pubblicherò le recinzioni dei 12 romanzi finalisti.

I finalisti sono:

1. Marco Amerighi con “Randagi” (ed. Bollati Boringhieri), presentato da Silvia Ballestra. urly.it/3ny2q

2. Fabio Bacà con “Nova” (ed. Adelphi), presentato da Diego De Silva. urly.it/3nypf

3. Alessandro Bertante con “Mordi e fuggi” (ed. Baldini+Castoldi), presentato da Luca Doninelli. urly.it/3nvnf

4. Alessandra Carati con “E poi saremo salvi” (ed. Mondadori), presentato da Andrea Vitali. urly.it/3p5zh

5. Mario Desiati con “Spatriati” (ed. Einaudi), presentato da Alessandro Piperno. urly.it/3nv-j

6. Veronica Galletta con “Nina sull’argine” (ed. minimum fax), presentato da Gianluca Lioni. urly.it/3p89p

7. Jana Karšaiová  con “Divorzio di velluto” (ed. Feltrinelli), presentato da Gad Lerner. urly.it/3nx4h

8. Marino Magliani con “Il cannocchiale del tenente Dumont” (ed. L’Orma), presentato da Giuseppe Conte. urly.it/3n-nv

9. Davide Orecchio con “Storia aperta” (ed. Bompiani), presentato da Martina Testa. urly.it/3p34g

10. Claudio Piersanti con “Quel maledetto Vronskij” (ed. Rizzoli), presentato da Renata Colorni. urly.it/3nzhn

11.Veronica Raimo con “Niente di vero” (ed. Einaudi), presentato da Domenico Procacci. urly.it/3nsnm

12. Daniela Ranieri con “Stradario aggiornato di tutti i miei baci” (ed. Ponte alle Grazie), presentato da Loredana Lipperini. urly.it/3nrz8

 

 

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