Ho fatto un regalo a Conte

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25 Luglio 2020

Ho regalato un libro al presidente Conte. Si tratta di Marenostro. Naufraghi senza volto di Maurizio Moscara (edizioni la meridiana, 2020): un libro potente nella denuncia, che interpella esplicitamente il lettore (i “naufraghi senza volto” si rivolgono a un “tu”) e lo scuote nella sua coscienza; ma anche un’opera attraversata dalla profonda speranza che gli uomini e le donne siano capaci di modificare un corso delle cose che condanna migliaia di altri uomini e donne all’inferno sulla Terra.

Questa è la lettera con cui ho accompagnato il mio “regalo”.

 

Ill.mo Presidente Conte,

mi permetto di farLe omaggio di un libro, scritto da un amico e persona da me stimata che – come potrà desumere dalle note biografiche – può essere definito un “cittadino attivo” (e il contenuto del libro lo conferma). Evidenzio questo aspetto in quanto immagino che Ella sia sensibile al tema della cittadinanza attiva: la singolare modalità che L’ha portata a guidare il Governo della Nazione, individuandoLa come professionista altamente competente al di fuori dei classici bacini di partito, potrebbe essere davvero assunta a emblema di un percorso di cittadinanza attiva sino ai livelli più alti di responsabilità. Perciò mi rivolgo al “cittadino” prima che al Presidente.

Il libro di Maurizio Moscara Marenostro affronta alcune drammatiche questioni del nostro tempo, ahinoi spesso manipolate da meschini calcoli politici, altre volte dimenticate dall’opinione pubblica. Ve ne sono alcune, in particolare, che sono motivo di vergogna per il nostro Paese: mi riferisco alle complicità dell’Italia con il governo libico circa le “politiche” per affrontare il problema dei migranti (fiumi di soldi elargiti a quel governo solo “per nascondere la polvere sotto il tappeto”, laddove in questo caso la “polvere” è costituita da uomini, donne e bambini, poveri dannati che non conoscono umanità); all’inefficacia (sino a prova contraria) delle politiche per il contrasto del caporalato (che porta sulle nostre tavole una salsa di pomodoro squisita quanto avvelenata con il sangue dei martiri che consentono quei prezzi così bassi); al mancato rispetto della legislazione vigente relativa al traffico degli armamenti (per cui micidiali armi prodotte in Italia vengono impiegate per fare strage di civili nello Yemen e altrove). Sono questioni a Lei ben note, rispetto alle quali sinceramente non mi interessano Sue eventuali “dichiarazione di intenti” come replica d’ufficio (e perciò scontata) alle critiche che implicitamente ho mosso all’operato del Governo (e prima di me, e molto più efficacemente di me l’autore del libro): è al “cittadino” che mi rivolgo, infatti. E al cittadino Conte chiedo se, in coscienza, queste tre questioni non facciano gridare allo scandalo, non sommuovano una viscerale, umanissima esigenza di giustizia e quindi, in assenza di questa, non facciano vergognare di essere italiano?…

Non posso credere che così non sia: non farebbe onore alla Sua levatura morale.

A questo punto, allora, mi rivolgo al Presidente. Teoricamente Ella resterà alla guida del Paese ancora per tre anni. È vero che si ritrova a dover affrontare e gestire l’enorme emergenza da coronavirus, rispetto alla quale tutti gli altri problemi potrebbero scivolare in secondo piano. Tuttavia la portata di questa emergenza è così epocale che davvero c’è la possibilità per l’umanità tutta non già di ricominciare daccapo, ma di “cominciare in modo nuovo” – per usare le parole di papa Francesco. E quale modo sarebbe più innovativo per l’Italia di cominciare dagli ultimi, da tutti gli ultimi che si affacciano con la loro disperazione alle nostre porte? Un Paese in grado di occuparsi dei più deboli sarebbe un Paese migliore per tutti!

Ella non ha rendite elettorali da difendere e finora non ha mai manifestato interesse a buttarsi nell’agone della competizione politica al termine dell’esperienza di governo. Certo, le Sue scelte devono essere supportate dalla maggioranza che La sostiene e questa risulta un’impresa non sempre facile… Ma perché almeno non provare a indicare una direzione, ad osare delle proposte concrete per trasformare l’Italia in un Paese equo, onesto, inclusivo, aperto alle diversità – cioè rispettoso e coerente con i valori sanciti nella nostra bellissima Costituzione? Un Paese in cui la Vita sia accolta e rispettata in tutte le sue forme (e senza ipocrisie) – penso alle drammatiche, recenti rilevazioni dell’ISTAT riguardo il progressivo spopolamento della Nazione… Un Paese dove nessuno abbia a dire: “Un mondo migliore è un lusso che non possiamo permetterci” (parole raccolte da un immigrato a Castel Volturno – “Avvenire” del 9/7 u.s.).

Ci pensi, signor Presidente, e ci provi: il “cittadino Conte” – al di fuori dei meschini giochi della politica – ha questa straordinaria, irripetibile possibilità. Lo faccia non in vista della prossima tornata elettorale, ma per il bene delle generazioni future.

Le auguro una buona lettura “generativa” e buon lavoro.

 

Lucio D’Abbicco

 

P.s.: è chiaro che questo articolo vuole essere una forma indiretta e poco ortodossa di recensione, o meglio di segnalazione del libro. Non so se il presidente Conte leggerà mai Marenostro: io ne consiglio vivamente la lettura a chi frequenta questo blog!

TAG: Cultura, migranti, politica, sfruttamento
CAT: Letteratura

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