Cazzullo: “Ho riletto la Bibbia per cercare le radici dell’Occidente”

6 Ottobre 2024

Domenica 22 settembre, il Corriere della Sera annuncia l’uscita del nuovo libro di Aldo Cazzullo “Il Dio dei nostri padri” il grande romanzo della Bibbia. Il quotidiano, offre ai lettori in anteprima il prologo e la conclusione, mostrandoci che si tratta del più grande romanzo mai scritto. “Non so se la Bibbia sia stata scritta davvero da Dio. Di sicuro è scritta da Dio”. Queste le sue parole nella prima pagina del primo capitolo dedicato alla Creazione. Leggo velocemente e avidamente il libro per tornare da lui a raccogliere la sua testimonianza che ho il piacere di offrirvi.

Spesso quando parli di storia dici che racconti le nostre radici,penso per esempio al libro su Roma “Quando eravamo i padroni del mondo”. Con questo nuovo libro “Il Dio dei nostri padri” parti proprio dall’inizio, dal caos governato da DIO. È l’inizio anche di chi non crede?

Con i miei libri cerco di andare alle radici dell’identità italiana, ho scritto un libro sul Risorgimento “Viva l’Italia”, uno sulla Prima Guerra mondiale “La guerra dei nostri nonni”, uno sul fascismo, “Mussolini il capobanda”, uno sulla Resistenza “Possa il mio sangue servire”, uno sulla ricostruzione, “Giuro che non avrò più fame”, poi sono andato ancora più indietro nel tempo con Dante, prima ancora l’Impero Romano e adesso il libro da dove tutto ha avuto inizio, la Bibbia. Per me è la radice della civiltà giudaico cristiana, la civiltà occidentale. Mi chiedi se rappresenta l’inizio anche per chi non crede? Direi di no. La Bibbia è anche un grande romanzo, ma non è solo quello, è un testo sacro, è l’autobiografia di Dio, sorridendo scrivo: “non so se è stata scritta da Dio, ma è scritta da Dio”. Ho passato, come scrivo nel libro, una giornata meravigliosa al Cern di Ginevra, il luogo più vicino al mistero in cui l’umanità sia mai arrivata, e lì, a forza di far scontrare particelle sempre più piccole ad una velocità sempre più alta, sono risaliti indietro nel tempo fino ad un milionesimo di secondo dopo il Big Bang, l’esplosione da cui nacque il mondo, ma come il mondo sia nato,come l’energia sia diventata materia questo la scienza non lo sa, e se non sa il come, non può sapere il perchè. Il racconto della creazione dunque va interpretato, non va preso in senso letterale, oramai sappiamo che ci siamo evoluti da altre forme di vita, in un processo molto lento. Se non siamo riusciti a capire dove è nato il mondo, non possiamo concepire un’eventuale vita dopo la morte senza la presenza di un Dio, non generico ma misericordioso, che si prende cura di noi, che si china sul solco delle nostre povere vite. Questa è la grande speranza della Bibbia che esiste nella visione di Ezechiele che vede queste ossa che riprendono vita e Dio promette “vi farò risorgere dai vostri sepolcri, infonderò in voi il mio spirito e voi rivivrete”, perchè come scrive la Bibbia, Dio non ha creato la morte, nè il regno dei morti è sulla terra, la giustizia è immortale, le anime dei giusti sono nelle mani di Dio, nessun tormento li toccherà, nel giorno del giudizio risplenderanno come scintille”.

Quanto è attuale la Bibbia?

È più che attuale, è eterna perchè parla di noi, dentro c’è tutto, la vita e la morte, il bene e il male, la violenza e la pace, le passioni, ci sono stupri, incesti, massacri, ma c’è anche l’amore: “ama il prossimo tuo come te stesso”. È attuale anche perchè le radici della guerra che ci troviamo oggi a raccontare sono nella Bibbia, i Filistei sono gli antenati dei Palestinesi, anche se dal punto di viste genetico mi hanno spiegato che non è così, perchè i Filistei probabilmente erano una popolazione di origine greca, di origine cretese, non erano un popolo semita, mentre i palestinesi lo sono, sono arabi. Quindi da un punto di vista etnico i Filistei non sono gli antenati dei palestinesi, però il nome è lo stesso; Palestina è il nome che dà a quella terra Adriano per punire gli Ebrei della loro rivolta, le radici del conflitto quindi sono millenarie, ma non solo, nelle Bibbia l’esercito egiziano del Faraone insegue gli Ebrei nel deserto del Sinai e viene sommerso nel Mar Rosso. Nel 1967 e nel 1973 si sono combattute nuovamente guerre nel deserto del Sinai di fronte al Mar Rosso tra l’esercito di Israele e l’esercito Egiziano, non esiste nella storia un caso di due popoli che si chiamano allo stesso modo e che si confrontano negli stessi luoghi a oltre 3.000 anni di distanza, se non è attuale questo.

Pensa anche alla storia di Sansone, un Ebreo che ama una filistea di nome Dalida, lei lo inganna, carpisce il segreto della sua forza, gli taglia i capelli, Sansone viene accecato, chiuso in carcere. I Filistei lo portano nel tempio di Gaza, nel frattempo i capelli gli sono ricresciuti, ritrova la forza e abbatte le colonne portanti del tempio e, come racconta la Bibbia, Sansone morendo uccide più Filistei di quelli che aveva ucciso da vivo. La metafora è quella di due popoli che si autodistruggono. Nella Bibbia si trovano quindi le radici di questa guerra millenaria, che però non è una condanna, si può sempre trovare la pace. L’Ecclesiasta ci dice che c’è un tempo per ogni cosa, un tempo per uccidere e uno per sanare, un tempo per distruggere e uno per costruire, un tempo per la guerra e un tempo per la pace. Da qui Dickens copia l’inizio di uno dei suoi romanzi più belli “Le due Città”: era il tempo migliore o quello peggiore, il tempo della speranza o quello della disperazione…

Ci sono dei passaggi della Bibbia che consiglieresti di leggere, perchè significativi rispetto alla storia di oggi?

Susanna e i vecchioni, una storia straordinariamente moderna, Susanna è una bella donna che fa il bagno nuda, in giardino d’estate, due uomini vecchi, scrive la Bibbia “invecchiati nel male”, vedono Susanna nuda, la desiderano, lei li respinge allora loro la ricattano, le dicono: “se non cedi diremo che ti abbiamo sorpresa con un giovane che non era tuo marito, crederanno a noi e non a te che sei una donna”, lei resiste, tiene duro e viene condannata a morte per adulterio, ma un giovane, ispirato da Dio, il profeta Daniele, racconta che questa donna è innocente, interroga separatamente i due vecchi chiedendo loro: “sotto quale albero hai visto peccare Susanna?” Uno risponde “sotto un leccio”, l’altro risponde “sotto un lentisco”, Susanna ritorna libera e i due vecchi sono condannati a morte. La morale è che la donna deve sempre denunciare i suoi molestatori, i suoi stalker diremmo oggi, i suoi calunniatori, i suoi ricattatori, i suoi violentatori.

Da dove nasce l’idea di questo libro?

Ho iniziato a leggere la Bibbia al capezzale di mio padre, non ho ritrovato la fede, ma ho ritrovato un padre. I nostri padri credevano all’esistenza di Dio come al fatto che il sole sorge e tramonta, vivevano sotto l’occhio di Dio, si sentivano responsabili delle loro azioni, leggevano la Bibbia, andavano in chiesa, dove per secoli la Bibbia è stata non solo letta, ma anche raffigurata. Dio vieta però di rappresentare la propria figura divina, per fortuna noi italiani abbiamo disobbedito a questo comandamento e Giotto, Raffaello, Michelangelo, Caravaggio hanno raffigurato la storia della Bibbia, così come Guido Reni, Guttuso, che l’hanno raffigurata in un modo meraviglioso. La Bibbia quindi rappresenta la storia dei nostri padri, le nostre radici, le nostre origini, da bambino la leggevo con grande entusiasmo, ma anche con un forte turbamento, quando vidi il Mosè di Michelangelo a San Pietro in Vincoli non dormii per giorni, con queste corna, che in realtà sono raggi di luce. Mosè una figura grandiosa, terribile, un uomo all’apparenza fragile, che balbetta, viene scelto da Dio per liberare il suo popolo, spesso Dio si affida a uomini e donne fragili, Abramo e Sara, sono vecchi e senza figli, Isacco è cieco, Giacobbe è sciancato, Giuditta è una vedova, una volta una donna senza marito era considerata fragile, Davide è un piccolo pastore che affronta e uccide il gigante Golia. Davide siamo noi quando ci battiamo per una causa che ci pare impossibile, ma per la quale è giusto battersi e qualche volta si può anche vincere.

Il prologo del libro inizia con il racconto degli ultimi giorni di vita di tuo papà, al quale hai rivolto la stessa domanda sull’aldilà che rivolgi ai tuoi intervistati. E tu ci credi nell’aldilà?

Mio papà ha avuto un’esperienza di pre morte, è stato sul punto di morire, poi si è ripreso, è vissuto altri due mesi e ci ha lasciati, è stato lui che mi ha detto: “Aldo, l’aldilà esiste, non ne sono sicuro ma ne sono convinto”. Lui aveva avuto questa visione di suo padre che era andato ad accoglierlo, a sostenerlo. Se io credo nell’aldilà? Lo si spera, però mi sembra molto difficile sinceramente.

Nel libro ti poni alcuni dubbi rispetto ad alcuni passaggi fondamentali, come per esempio la cacciata dal Paradiso Terrestre e il ruolo di Eva, la prima donna, “condannata” ad essere sottomessa all’uomo e a soffrire per garantire il prosieguo della specie umana, eppure è grazie a lei, che “con la sua curiosità e il suo coraggio ha gettato l’uomo nella storia”. Quanto sarebbe stato diverso il ruolo della donna nei secoli se nella Bibbia l’aneddoto fosse stato raccontato così?

Il motivo principale per cui l’uomo ha spesso, anche se non sempre, sottomesso la donna è la forza fisica, per fortuna questa è la grande rivoluzione del nostro tempo, quell’era è finita, sono convinto che le donne stiano prendendo potere. Dieci anni fa ho scritto “le donne erediteranno la terra” e qualcuno disse che mi ero sbagliato, Hilary perse la Casa Bianca, ora vedremo se ce la farà la Harris, intanto i due principali partiti italiani sono guidati da donne, se devo indicare le due figure politiche più interessanti negli ultimi ’50 anni in Europa mi vengono in mente due nomi: Margaret Thatcher e Angela Merkel, la prima di centro destra e la seconda di centro – centro sinistra. Sono veramente convinto che sia stata Eva a dare all’uomo una vita, pensa a quanto ci saremmo annoiati nel Paradiso Terrestre, lei cogliendo dall’albero il frutto della conoscenza del bene e del male spalanca gli occhi all’uomo, lo scaraventa nel vortice delle cose, nella storia, è stata Eva, una donna, a dare all’uomo, Adamo, una vita.

Raccontami un episodio della Bibbia che ti ha colpito in modo particolare

Quando Dio sceglie Davide. Gli Ebrei vogliono un Re, il profeta Samuele dice: “non serve un Re, voi avete già Dio”, gli Ebrei però insistono e Samuele si offende, ma Dio risponde, “non è con te che ce l’hanno, ma è con me, non vogliono che io regni su di loro” e allora Dio sceglie come Re il più forte di tutti gli Ebrei, il più alto, il più grande, Saul, ma dopo un po’ capisce che non era l’uomo giusto e allora dice a Samuele di recarsi a casa del pastore Iesse, uno dei suoi figli sarà il Re. Nella casa incontra sei figli ma nessuno dei quali è quello giusto, ne manca però uno, il più piccolo definito dal padre un pastorello, “mandalo a chiamare” chiede Samuele, quando lo vede piccolo e rosso di capelli sente la voce di Dio che dice: “È lui”. Davide viene unto da Samuele, viene chiamato a corte per placare le ansie di Saul, suonando la cetra. A quel tempo i Filistei affrontano gli Ebrei e mandano il loro campione Golia alto, secondo la versione della Bibbia, due metri, secondo un’altra, tre metri con una corazza di 60kg, si preannuncia una sfida tra il campione dei Filistei e il campione degli Ebrei, chi vince vincerà la guerra, ma nessuno Ebreo vuole affrontare Golia, finchè dopo 40 giorni Davide si candida alla sfida con la contrarietà di Saul, che non prevede nessuna possibilità di vittoria, ma Davide dice che andrà nel nome del Signore. Inizialmente indossa l’armatura di Saul, ma la trova troppo pesante, decide di non metterla, prende dei ciotoli, la sua fionda e il suo bastone da pastore, Golia lo deride: “sono forse un cane che vieni da me con un bastone? Tra poco gli uccelli dal cielo mangeranno le tue carni”. Davide prende la mira colpisce Golia in mezzo alla fronte con un ciotolo e poi gli taglia la testa con la spada, il piccolo che sconfigge il gigante.

Un’altra storia che trovo pazzesca è quella di Giobbe che dice che Satana tenta Dio, scommette con lui. Dio si compiace con Satana che Giobbe sia un uomo retto e giusto, lui risponde: “certo ci sei tu che lo proteggi, prova a togliergli quello che ha e vedrai come ti maledirà”, allora Dio consente a Satana di fare scomparire il mondo di Giobbe, tutte le sue ricchezze, anche i suoi figli muoiono, ma Giobbe continua a benedire Dio, che così dimostra di avere ragione. Giobbe è buono, ma Satana replica: “l’uomo è pronto a dare tutto quello che possiede in cambio della sua vita, ma toccalo nella carne e vedrai come ti maledirà”. Dio acconsente purchè poi rimanga vivo, Satana quindi manda una piaga maligna, Giobbe si ammala, si dispera, piange, ma non maledice Dio e avrà tutto restituito. Dio prende e toglie, a volte è ingiusto, ma poi alla fine la giustizia è immortale, c’è dunque un premio, una speranza di una giustizia dopo la morte.

“Non uccidere in nome di Dio” . un comandamento, eppure tutte le più grandi guerre sono iniziate “in nome di un Dio” questo forse è il più grande mistero della Fede. Cosa direbbe quel Dio?

Le guerre solitamente iniziano per il nazionalismo, Dio molto spesso viene usato, “non nominare il nome di Dio” non significa solamente non bestemmiare, vuol dire non usare Dio per i propri fini ideologici, non uccidere in nome di Dio “Deus lo vult” gridavano i crociati, Gott mit uns (Dio è con noi) era scritto sulle uniformi dei soldati nazisti, Allah Akbar gridano i terroristi Islamici, non si uccide in nome di Dio, chi lo fa vìola un comandamento della Bibbia.

Recentemente il Papa ha dichiarato che in guerra la difesa dev’essere proporzionata all’attacco, riprende quindi in qualche modo la legge del taglione di cui si parla nella bibbia. Ma su quali dati ci si deve basare per calcolare questa proporzione?

La legge del taglione nasce come modo per proporzionare la punizione, “occhio per occhio, dente per dente” può sembrare una regola feroce ma all’epoca era una regola di giustizia. La Bibbia dice che se il rapinato uccide il ladro di notte, vale la legittima difesa, ma se lo uccide di giorno no, dev’essere punito, perchè la vita vale di più della proprietà, la legge mosaica, che oggi può apparire spietata, in realtà era un temperamento rispetto a quella che era la vita sociale dell’epoca. Se prendiamo il conflitto Russo-Ucraino io penso che l’Ucraina debba potersi difendere in tutti i modi possibili e nello stesso tempo bisogna portare la Russia al tavolo delle trattative, se noi abbandonassimo l’Ucraina, la terra finirebbe con la vittoria di Putin, che magari ricomincerebbe da un’altra parte.

Ai tempi della Bibbia non esisteva il tema della denatalità, anzi l’esatto contrario ed è proprio per timore di Dio che le levatrici non ascoltano l’ordine del faraone di uccidere i nati maschi. Oggi i movimenti ProVita, contro l’aborto, agiscono ancora in nome di Dio, colpendo uno dei diritti dell’Occidente. Come coniugare i due aspetti?

Dobbiamo distinguere. Un conto è un ordine di sterminio da parte di un sovrano per piegare un popolo, un altro è impedire alla donna di decidere per il proprio corpo. L’aborto è sempre doloroso, effettuato secondo i tempi prescritti dalla legge, non va confuso con l’infanticidio.

Durante l’estate hai anticipato il libro con uno spettacolo teatrale “Il romanzo della Bibbia”, con Moni Ovadia. Come mai questa scelta? Di solito lo spettacolo teatrale non viene dopo?

Abbiamo fatto una specie di anteprima, serviva anche per calibrare il libro, il bello inizia ora con la tournèe nelle principali città italiane. È un modo diverso di interpretare il libro, naturalmente, con una componente artistica e quindi emotiva molto più forte, Moni Ovadia è un grande attore, anche se la pensiamo diversamente su molte cose, c’è poi una musicista di straordinaria bravura che è Giovanna Famulari che suona il pianoforte e il violoncello. Un bello spettacolo, si ride e si piange.

Rileggendo la Bibbia hai trovato risposte a qualche tua domanda?

Ho trovato speranza, è vero che nella Bibbia l’aldilà viene spesso descritto come un luogo nebbioso, vago, non c’è premio, non c’è castigo, non c’è Paradiso e nemmeno l’Inferno, la sopravvivenza è quasi spettrale tant’è che la vera vita eterna è avere figli, per questo la Bibbia fa sempre delle genealogie, Abramo che generò Isacco, che generò Giacobbe, che a sua volta generò Giuseppe… Nello stesso tempo posso dirti che nella Bibbia c’è già la speranza della resurrezione e per chi ha perso un padre è un motivo di consolazione e di speranza.

A proposito di padri, quando si parla della Bibbia non si può fare a meno di citare Giuseppe che sa interpretare i sogni, lui che era il prediletto del padre, perchè Giacobbe si innamora di Rachele, chiede al padre di poterla prendere in sposa, il padre acconsente, ma Giacobbe dovrà lavorare per sette anni per lui. Trascorsi i sette anni arriva il matrimonio, la sposa è velata, nella prima notte di nozze, all’alba, Giacobbe si accorge di non aver sposato Rachele, ma sua sorella Lia che, come scrive la Bibbia, aveva gli occhi smorti. Giacobbe protesta, “mi hai ingannato” dice rivolgendosi al padre che risponde: “tu volevi mia figlia e io te l’ho data”, “ma io volevo Rachele” risponde, “lavora altri sette anni e l’avrai”. Dio per compensare le cose rende Lia feconda e Rachele no, nascono quindi dieci figli, ma nessuno è di Rachele, finalmente Rachele poi resta incinta e nasce Giuseppe. Per questo è lui il prediletto, perchè è il figlio della donna che Giacobbe ama, però gli altri lo odiano e lo rendono schiavo in Egitto, da qui la storia dell’interpretazione dei sogni e il grande romanzo ricomincia…

TAG: aldo cazzullo, bibbia, libro
CAT: Letteratura

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