Ilaria Salis contro Libero: “Mai più gente senza casa, mai più case senza gente”

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21 Giugno 2024

Ilaria Salis contro Libero.

Il quotidiano diretto da Mario Sechi ha pubblicato un reportage dal quartiere di Monza (San Biagio) dove vive il padre della neoeletta parlamentare europea, interpellando i cittadini e riportando opinioni di questo tipo:

Che vergogna averla come rappresentante in Europa. Poi ovvio che gli altri paesi ci prendono in giro.

Queste le parole di un’anziana signora interpellata da Libero, che non si è limitato a questa opinione.

In Italia mica si può fare propaganda come le è stato concesso in Ungheria.

Queste invece le parole di un uomo del posto a cui verrebbe spontaneo chiedere: “ma dice sul serio?

Si sprecano chiaramente le opinioni a sfavore della Salis, sia degli intervistati che si chiedono che atti abbia fatto concretamente al Parlamento Europeo (ovviamente ignari che non sia stato ancora convocato), sia del giornale che sostiene che non ci sia più traccia dell’Onorevole che sarebbe impaurita dal confronto con l’opinione pubblica.

Piccolo puntiglio personale: ma a nessuno viene in mente che dopo tutti i mesi di carcere nelle condizioni che abbiamo letto e visto, Salis possa avere bisogno di tempo per riprendersi? Questo non impedisce di attaccarla per la questione Aler o per le differenze ideologiche che, grazie al cielo (o meglio a chi ha combattuto per questo), sono ovviamente ammesse e comprensibili, ma sul lato personale e umano sarei più cauto.

Pare essere meno severo il giudizio sul padre Roberto da parte dei vicini, che sono comunque infastiditi dal clamore che li ha messi al centro dell’attenzione. Un’attenzione che a chi scrive è parsa invece fondamentale per provare a risolvere una situazione delicatissima.

Proprio su queste pagine Claudio Schiaccianoce e il Direttore Jacopo Tondelli avevano intervistato Roberto Salis.

Ma andiamo oltre.

Al di là delle posizioni politiche chiaramente antitetiche, Ilaria Salis viene attaccata da giorni sulla questione dell’occupazione abusiva di un alloggio Aler a Milano (della situazione Aler avevo parlato qui).

Nei giorni scorsi il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, a proposito della mozione depositata da Fratelli d’Italia in Consiglio regionale per il recupero di un credito da parte di Aler verso Salis, ha affermato:

Se l’Onorevole Salis ha un debito nei confronti di Aler è giusto che paghi, se non ce l’ha non deve pagare. Se esiste questo credito da parte di Aler, credo sia un dovere di Aler agire, per il rispetto nei confronti di tutti i nostri cittadini.

Ilaria Salis avrebbe infatti occupato abusivamente una casa popolare in via Borsi, ma i suoi legali hanno smentito il fatto.

Non si è fatta attendere la replica di Onorio Rosati, capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra in Consiglio regionale:

La vicenda contro Ilaria Salis è assolutamente strumentale. Da un nostro riscontro fatto direttamente con la persona, risulta che lei non fosse in possesso di nessun tipo di contratto di locazione e che non avesse mai ricevuto nessun tipo di sollecito rispetto a questi presunti mancati pagamenti. E in più vengono citati dei periodi in cui lei fisicamente non poteva essere all’interno di questo alloggio perché riguarderebbero anche gli ultimi due anni, nei quali Ilaria Salis è risultata prima nel carcere di Budapest e poi agli arresti domiciliari. Sarebbe dignitoso prevedere il ritiro della mozione.

Questa invece la nota di Aler:

Con riferimento all’occupazione abusiva dell’alloggio in via Giosuè Borsi 14, dagli atti conservati in azienda, in data 31 gennaio 2009 è stato notificato a mezzo ufficiale giudiziario del Tribunale il decreto di intimazione di rilascio in via amministrativa dell’alloggio, firmato dal legale rappresentante; in data 10 febbraio 2009, dagli atti conservati in azienda, si evince che presso la Questura di Milano è stata depositata denuncia-querela per occupazione abusiva e danneggiamento della porta di ingresso dell’alloggio sporta da Aler nei confronti di Salis Ilaria. Aler Milano attiverà nelle opportune sedi le procedure di riscossione coattiva del credito. Sul punto non è possibile affermare che Salis non abbia avuto conoscenza in assoluto di fattispecie analoghe riferibili ad altro diverso processo penale nel 2016 che l’ha vista condannata sia in primo che in secondo grado per i reati inerenti l’invasione di terreni ed edifici.

A questo punto entra in scena Salis, che poche ore fa ha scritto sul suo profilo Instagram:

Sì, lo confesso! Sono stata una militante del movimento di lotta per la casa che negli anni ha dato battaglia sul tema del diritto all’abitare, a Milano e in tutta Italia.

Se qualcuno pensava di fare chissà quale scoop scavando nel mio passato, è solo perché è sideralmente lontano dalla realtà sociale di tale movimento, che si compone di decine di migliaia di abitanti delle case popolari e attivisti, i quali, per aver affermato il semplice principio di avere un tetto sulla testa, sono incappati in qualche denuncia.

Sarebbe auspicabie che l’informazione, piuttosto che gettare fango sul mio conto, si dedicasse al contesto di grave povertà e precarietà abitativa nel quale si ritrovano ampie fasce di popolazione.

Salis prosegue spiegando il suo contenzioso con Aler:

Voglio anche fare chiarezza sulla mia situazione. Come è stato ampiamente sbandierato sui media di destra, Aler reclama un credito di 90mila euro nei miei confronti come ‘indennità’ per la presunta occupazione di una casa in via Giosuè Borsi a Milano, basandosi esclusivamente sul fatto che nel 2008 sono stata trovata al suo interno. Sebbene nei successivi sedici anni non siano mai stati svolti ulteriori controlli per verificare la mia permanenza, né sia mai stato avviato alcun procedimento civile o penale a mio carico rispetto a quella casa, Aler contabilizza tale credito e non si fa scrupolo a renderlo pubblico tramite la stampa il giorno prima delle elezioni.

Un gran numero di individui e famiglie, spesso prive dei mezzi necessari per reagire adeguatamente, sono tormentate da richieste infondate di questo genere. Il totale dei crediti contabilizzati da Aler ammonta infatti ad oltre 176 milioni di euro! La pratica di richiedere esose “indennità di occupazione” agli inquilini, basata su presupposti a dir poco incerti, è una strategia utilizzata sistematicamente per spaventare gli occupanti e tentare di fare cassa.

Non sappiamo come andrà a finire la questione, e se l’On. Salis dovrà risarcire l’Aler, ma strumentalizzare la situazione non serve certo a centrare il punto.

Che Salis abbia torto o ragione, ci si augura che la questione abitativa a Milano possa trovare una soluzione a lungo termine, perché come abbiamo visto in vari articoli su Gli Stati Generali e nel podcast Dove Finisce Milano, è uno dei problemi principali di una città che non riesce più, per molti motivi, ad essere accogliente come un tempo.

TAG: Aler, Alessandro Milia, Case occupate, Ilaria salis, libero
CAT: Istituzioni UE, Partiti e politici

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