MINDS, il nuovo Facebook open-source e criptato di Anonymous

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25 Giugno 2015

E’ arrivato un altro social network che aspira a sfidare il monopolio di Facebook. Si chiama Minds. Fondamentalmente funziona come Facebook ma le logiche che ci stanno dietro sono del tutto diverse, per non dire antitetiche. Sviluppata e implementata dal collettivo di hacktvist Anonymous ha come obiettivo di evitare che le conversazioni in chat, foto e video siano “intercettabili” e che la posizione dei post in bacheca sia determinata da logiche commerciali. Lanciato da pochissimi giorni sia per versione desktop che mobile, Minds è una piattaforma totalmente open source e ancora in fase di sviluppo. Per contribuire alla collaborazione di Anonymous è infatti stata aperta una pagina (su Facebook!) per lanciare un hackathon per scrivere il codice di Minds.com. Insomma, Minds sarebbe aperto e collaborativo, Pro-Privacy, antisistema e contro le speculazioni commerciali.

“Gli utenti devono essere totalmente in possesso delle loro bacheche”, ha spiegato il fondatore a Business Insider. E ha assolutamente ragione. Facebook guadagna sui nostri dati e coi suoi algoritmi influenza i post che vediamo. Molti utenti non accettano più questa formula. Minds l’ha compreso. Così, invece di basarsi su ignoti algoritmi, la visibilità si ottiene grazie a una valuta guadagnata partecipando attivamente. E il meccanismo sembra piacere, se si pensa che in poco più di una settimana, senza un lancio ufficiale e senza pubblicità, gli utenti sono diventati già 60 milioni.

Ma ci voleva tanto per creare un Facebook alternativo? Certo, molti sono gli esperimenti falliti miseramente. La novità è che Minds si appoggia all’autorità di Anonymous che, nel bene e nel male, mantiene un buon livello di reputazione e affidabilità.

I dubbi, ovviamente, rimangono. Non solo per quanto riguarda le sue funzionalità ma soprattutto per la capacità di far fluire gli utenti Facebook più affezionati. Certo, è più credibile un utilizzo parallelo delle due piattaforme, poichè un processo di transizione potrebbe, se mai avvenisse, durare anni. Ma è possibile immaginarlo. Il punto è che Minds perlomeno avrebbe delle potenzialità di bilanciamento: se raggiungerà un buon numero di utenti ed il flusso dovesse essere costante tanto da preoccupare Facebook, quest’ultima potrebbe essere spinta, finalmente, a proporre seri servizi di criptaggio o, perlomeno, che vadano in direzione di una privacy più convincente.

La vostra rapida iscrizione a questa piattaforma (30 secondi) banalmente può: 1- indurre altri utenti a seguirvi, 2- difendere i vostri diritti e i vostri dati, 3- lanciare un messaggio a Facebook che desiderate maggiore privacy, 4- fare un dispetto alla CIA e 5- per tutti quelli che non hanno Facebook, o hanno scelto di liberarsene, finalmente avere un’alternativa credibile all’oligopolio dei Social Network.

Iscriversi non necessariamente significa auspicarsi un utilizzo immediato della piattaforma; quanti amici potresti avere? Sarebbe faticoso come aprire un nuovo contatto twitter. E chi ha ancora tanta voglia e tempo? E’ comprensibile un certa reticenza e disillusione. Tuttavia col tempo chissa che non potrebbe rivelarsi utile. Non iscriversi equivarrebbe ad astenersi da un dovere civile globale. Cosa avete da perdere in fondo? Diritti. La sorveglianza di massa, soprattutto tramite Facebook, è una delle questioni più rilevanti della nostra epoca, se ancora non ne foste convinti. Come ha recentemente riassunto in modo icastico Edward Snowden: “Sostenere che non ti preoccupi del diritto alla privacy perché non hai nulla da nascondere non è diverso da dire che non ti importa della libertà d’espressione perché non hai niente da dire.”

TAG: anonymous, Facebook, internet, minds
CAT: Internet, Privacy

4 Commenti

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  1. marco-straforini 9 anni fa

    Ho fatto una visita al sito.
    Alla pagina “Privacy” si legge, tra l’altro, “We don’t store personal information on our servers unless we must to provide our services.” Alla faccia della “trasparenza”. La sezione poi che descrive gli annunci pubbblicitari poi e’ a dire poco terrficante.
    Sorry, preferisco Facebook, almeno SO “chi” fa i sold e SO come li fanno.

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    1. urbano-reviglio 9 anni fa

      Meglio lasciare i propri dati alla CIA…? Mha..staremo a vedere se davvero conquisterà la fiducia dei fautori della privacy. E comunque è ancora in versione alpha… ..

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  2. lrgambuzzi 9 anni fa

    Caro Urbano, grazie di averne parlato: mi informo subito.

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  3. flipmorgan 4 anni fa

    [https://www.wikipedia.org/ Wikipedia]

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