Anonymous lancia la campagna contro pedofilia e revenge porn su Telegram
Quando i malvagi tramano è tempo per i buoni di allearsi. L’avevano promesso e hanno mantenuto la parola. Anonymous Italia, oggi, 9 aprile, ha lanciato la campagna #OpRevengeGram. “Se non possiamo difendere le vittime, almeno le vendicheremo” dichiara la voce sintetica in un video con la tradizionale maschera di Guy Fawkes.
Il punto di partenza è la crescente preoccupazione per il materiale pedopornografico e di revenge porn che si sta diffondendo su alcuni gruppi Telegram. “E’ giunto il momento di dare una bella lezione a questi infami”, tuona ancora Anonymous. Mentre LuzSec, altro gruppo hacker in versione Made in Italy su Twitter rincara con un: “Vi stiamo venendo a prendere”.
Diamo inizio alla fase uno, ci trovate su https://t.co/8ix59fjVx6 Massima condivisione comunicato ITA: https://t.co/i71xt0HGPR ENG: https://t.co/F4Jr471kUC Unitevi a noi, e insieme saremo inarrestabili. #antipedo #antirevengeporn #Anonymous #OpRevengeGram pic.twitter.com/IfX0cZeZqb
— Anonymous Italia (@Anon_ITA) April 9, 2020
Una campagna che si conclude con un appello pubblico a mettersi in contatto con il gruppo di attivisti attraverso un canale apposito su IRC. “Insieme saremo inarrestabili – ha spiegato ancora Anon_ITA su YouTube -. E’ importante istituire un unico fronte di battaglia contro questi individui pertanto vi chiediamo di segnalarci tramite i nostri canali ufficiali, nomi e gruppi che su Telegram o tramite il web svolgono attività sospette. Solamente grazie al vostro aiuto potremmo sfruttare appieno i nostri strumenti riuscendo così a estrapolare i nomi e cognomi associati agli account incriminati”.
Uno degli episodi più recenti che ha associato Telegram alla pedofilia e al revenge porn è stato rivelato da Wired. Un’inchiesta ha fatto emergere i messaggi che quotidianamente si scambiavano gli utenti in un flusso da numeri molto consistenti. Secondo la stima dell’autore del report, il fenomeno coinvolge oltre 43mila iscritti in due mesi, 21 canali tematici collegati e un volume di conversazioni che si aggira sui 30mila messaggi ogni giorno. All’interno di quel campionario dell’orrore si trovano immagini pedopornografiche e foto di ex partner, oltre a istigazioni a femminicidi e a delitti di genere. Una struttura di gruppi connessi che mettono in salvo anche dai blocchi che la piattaforma può imporre quando le segnalazioni arrivano agli amministratori di Telegram. Anche uno stop parziale, di fatto dirotta solo il traffico degli utenti, senza colpire i singoli responsabili nascosti dietro i nickname.
Inoltre non si tratta di un caso isolato, ma sulle tracce di tutti i volti dietro quegli schermi si sono messi gli Anonymous che parlano di “fase uno”, quindi il meglio deve ancora venire.
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