Innovazione
Audio al potere
Il medium più utilizzato negli ultimi anni era, decisamente, quello video. YouTube, Twitch, piattaforme di streaming e così via, il cyberpopolo è stato, in tempi recenti, patito per le immagini ed esse sono state consumate in quantità inenarrabili. Accanto ad esse si era ritagliato uno spazio giusto Spotify, che non contempla video, dal momento che era in grado di intavolare un’offerta musicale senza pari – eccezion fatta per il già citato YouTube, naturalmente – con una libreria tanto vasta da poter accontentare veramente chiunque.
Poi è cambiato qualcosa.
Un rinascimento forse inatteso
Diamo un punto temporale preciso: il mese di febbraio. Una dozzina di settimane fa è scoppiato il fenomeno Clubhouse. Si tratta di un social alternativo, basato interamente su messaggi vocali. Vi si può accedere solo – ed esclusivamente – su invito da parte di qualcuno che già lo utilizzi e non si scrive, si inviano soltanto tracce audio. Clubhouse è strutturato a stanze. In ognuna di esse si parla di determinati argomenti. Dato l’utilizzo che ne fanno alcune celebrità e il fatto di non essere aperto a chiunque, questo social è per molti, soprattutto i più appassionati di networking, un vero e proprio oggetto del desiderio. Non a caso, c’è un mercato fiorente di inviti messi in vendita sulla rete.
Nonostante Clubhouse sia stato reso disponibile soltanto per iOS, sistema operativo di Apple nativo sugli iPhone, i social rivali si sono subito resi conto di quali potenzialità risiedano nel veicolo audio. Twitter e Telegram sono stati i più reattivi, integrando una funzione simile; Facebook invece ha impiegato più tempo ma ha poi annunciato che implementerà presto novità legate all’audio. Come spesso accade, individuato uno stagno pescoso, tutti si radunano sulle sue sponde. Nel mondo virtuale tutto bianco e blu ideato da Mark Zuckerberg e dai suoi collaboratori si potrà presto partecipare a chiacchierate, così come creare e condividere brevi note audio. Sembra anche che i podcast, di cui poco più avanti scriveremo, saranno integrati da Facebook direttamente in piattaforma.
Se è comprensibile che tutti vogliano fare il gioco di Clubhouse, sarebbe anche raccomandabile che si evitino i suoi stessi errori. La moderazione infatti pare essere un punto debole dell’ultimo social in ordine di tempo, con le lamentele di alcuni utilizzatori attivi che lamentano l’esistenza di gruppi inneggianti al privilegio bianco.
Il ruolo dei podcast
In questo rinascimento, come lo abbiamo forse impropriamente definito poc’anzi, audio, è innegabile che i podcast abbiano giocato un ruolo da protagonisti. Non possiamo ancora parlare di rinascimento perché al momento stiamo assistendo ad un trend, una moda; di qui a dire che l’audio raggiungerà la stessa popolarità del video o addirittura lo supererà, ce ne corre.
Il podcast, anch’esso lanciato originariamente da Apple seppure ormai il player principale sia Spotify, è una pratica via di mezzo tra una canzone – o comunque una traccia audio – e una trasmissione radiofonica. Unisce infatti la serialità della seconda alla comodità di ascolto della prima. Ormai l’offerta di podcast è veramente ricca. Basta scorrere Apple Podcasts, se si utilizzano dispositivi Apple, oppure accedere a Spotify per trovare una ricchissima lista di contenuti.
Senza più necessità di stare seduti di fronte a uno schermo è possibile aggiornarci su qualunque cosa ci interessi, semplicemente dal nostro smartphone. Il fatto di non tenere occupati gli occhi è un vantaggio clamoroso che il podcast ha sul video. La possibilità di ascoltare il nostro approfondimento preferito – ci sono podcast che trattano veramente di ogni argomento – in auto, a letto, sotto la doccia, al mare o dovunque vogliamo, senza bisogno di visualizzare uno schermo, è un grande comfort. Naturalmente, si deve essere pronti a sacrificare le immagini.
Durerà?
Probabilmente è proprio questa la ragione del grande successo che sta riscuotendo il mezzo audio. Ormai i cellulari sono appendici dei nostri corpi e, dunque, di momenti per indossare le cuffiette e schiacciare play sul podcast ne abbiamo svariati nel corso di una giornata. Lo stesso vale per il tempo che possiamo dedicare a Clubhouse o agli altri supporti audio integrati nei social.
Difficile dire se la moda si cementerà nel tempo o resterà soltanto una tendenza passeggera. Questo lo scopriremo solo vivendo come cantava qualcuno, intanto però dobbiamo prenderne atto: l’audio ha un grande potere e ce ne stiamo accorgendo.
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