Industrie a rischio, la Ue accende i riflettori su Sesto San Giovanni
Oggi il Parlamento europeo ha votato la risoluzione 2891/2016 dedicata alla situazione di crisi degli storici stabilimenti Caterpillar e Alstom, per la gran parte collocati in Francia, Belgio, Irlanda. Non senza sforzo, prima in sede di gruppo PPE e poi in sede di confronto PPE/PSE sono riuscito a inserire il riferimento all’Italia (lettera G della risoluzione), pur toccato in maniera meno significativa da questa vicenda. È stata però l’occasione per accendere l’attenzione delle istituzioni europee e di conseguenza dei vertici aziendali, su quanto sta accadendo nella nostra Sesto San Giovanni dove, al netto di vuote rassicurazioni, è concretamente a rischio il futuro di oltre 200 lavoratori.
Abbiamo ricordato alla Commissione e al Consiglio europeo che l’industria ferroviaria è la struttura portante dell’industrializzazione europea, con oltre 175 anni di storia; che il tasso di crescita annuo dei mercati dell’industria ferroviaria accessibili dovrebbe attestarsi sul 2,8 % fino al 2019; che l’industria ferroviaria europea dà lavoro direttamente a 400 000 persone nell’Unione, molte delle quali lavorano in PMI; che un’industria ferroviaria europea forte e innovativa è essenziale per il passaggio al trasporto su rotaia, che è necessario per conseguire gli obiettivi climatici ed energetici dell’Unione.
La risoluzione del Parlamento europeo sollecita non solo le istituzioni comunitarie ma anche gli Stati membri dove si trovano gli stabilimenti a intervenire sul piano delle politiche di riconversione industriale, di ambientalizzazione eventuale dei siti dismessi, di reimpiego della forza lavoro attraverso idonee politiche sociali e occupazionali. Naturalmente ci aspettiamo che il governo italiano colga la palla al balzo per rilanciare trattative con l’azienda e con l’Europa dopo questo atto che approveremo a larga maggioranza.
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