Elon Musk, l’ecomiliardario che sa leggere il futuro
Non è raro leggere storie di ricchi americani che una volta stufi di macinare miliardi di dollari lasciano la propria “creatura” per dedicarsi al mecenatismo e alla beneficenza. Gli esempi piú lampanti sono quelli di Bill Gates e Warren Buffett, che grazie alle proprie fondazioni redistribuiscono ricchezza e opportunità a studenti, imprenditori e a interi paesi in via di sviluppo. Raramente invece si legge di persone di successo che cercano di coniugare ecosostenibilità e profitto partendo da un’idea “verde”. Negli ultimi anni la Corporate Social Responsibility (CSR) è senz’altro entrata nel DNA, o perlomeno nei comunicati stampa, di alcune multinazionali, ma rimane pur sempre un approccio collaterale con il quale le grosse aziende sperano di comperarsi la fiducia dei clienti piú attenti alle implicazioni ambientali.
Il sudafricano Elon Musk, già enfant prodige padre di Paypal, rincorre invece questo sogno convinto che si possa fare del bene al pianeta facendo cassa allo stesso tempo. Dopo aver rivoluzionato il mercato dell’automobile con Tesla Motors, mostrando al mondo che è possibile mettere su una fabbrica di automobili elettriche in grado di sottrarre fasce di mercato alle case piú blasonate, il quarantenne un po’ nerd si è ora buttato in un’altra avventura che promette di cambiare il modo in cui gestiamo il nostro fabbisogno energetico quotidiano.
Tesla Energy, nuova branca della casa automobilistica, si occuperà infatti di produrre e distribuire il PowerWall e il PowerPack, rispettivamente due batterie agli ioni di litio da 10 e 100 kWh dal prezzo relativamente contenuto ($3,500 per il modello piú piccolo), in grado di essere allacciate ad un sistema di pannelli solari per rendere la propria abitazione / negozio / ufficio energeticamente indipendente dalla rete. Le potenzialità di questo sistema sono state dimostrate durante l’evento di presentazione, interamente alimentato dall’energia solare stoccata nei giorni precedenti.
L’acquisto di un tale sistema energetico va ben oltre la vanità degli ecologisti dal portafoglio pieno, dato che l’implementazione su larga scala di fonti rinnovabili intermittenti quali solare ed eolico dipende dallo sviluppo in parallelo di sistemi di accumulo elettrochimico – batterie, in soldoni. Uno scenario analizzato dal Deutsches Institut für Wirtschaft, un think tank tedesco, ha mostrato come, qualora il livello di penetrazione delle rinnovabili dovesse raggiungere il 100% in Germania, in parallelo andrebbero installati tra i 30 e 35 GW di potenza di batterie [1]. Lo stesso Elon Musk, durante la presentazione, ha mostrato graficamente e con alcuni dati cosa serve agli Stati Uniti per perseguire la stessa strada: un quantitativo di pannelli solari dell’estensione di una piccola cittadina soddisferebbe l’intero fabbisogno energetico USA, mentre la capacità di batterie da installare sarebbe pari a 16,000 GWh [2]. Numeri ambiziosi, che mostrano però una visione del futuro in cui l’autoproduzione e autoconsumo di elettricità contribuiranno a rendere famiglie e aziende meno dipendenti dai capricci del mercato del petrolio. Un altro aspetto innovativo è rappresentato dalla politica open source di Tesla, che con una mossa coraggiosa ha aperto alcuni mesi fa tutti i suoi brevetti alla concorrenza, nella convinzione che in futuro saranno i prodotti di qualità e le economie di scala a fare la differenza.
Come dice Elon Musk, il Sole è un enorme reattore a fusione nucleare che lavora senza sosta rilasciando quantità immani di energia, che vanno catturate e immagazzinate – e la tecnologia per farlo è già qua. Insomma, un mondo energeticamente verde non è poi cosí lontano (nonostante anche il campo delle rinnovabili abbia i suoi detrattori [3]), ed è uno spettacolo vedere un miliardario, quasi da solo, portare l’intera umanità verso quel futuro.
[1] B. W. Schill, J. Diekmann, and A. Zerrahn, “Power Storage : An Important Option for the German Energy Transition,” vol. 3, no. 3, pp. 137–147, 2015.
[2] http://www.teslamotors.com/powerwall
[3] http://www.bbc.com/future/story/20150402-the-worst-place-on-earth
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