Governo

Ferrovie e Alitalia, l’incesto truffa

14 Ottobre 2018

L’ingresso delle Ferrovie dello Stato in Alitalia pianificato dal Governo è una truffa, perpetrata dalla politica ai danni del popolo italiano.

Come in tutte le truffe, si fa credere a chi è ingannato qualcosa che non è vera, in questo caso che sia necessario che le Ferrovie dello Stato versino centinaia di milioni di euro nelle casse di Alitalia perché questa venda biglietti ferroviari insieme ai suoi biglietti aerei, per esempio un biglietto Frecciarossa da Roma a Salerno insieme a quello di un volo Alitalia da Tokyo a Roma.

Dal 2 agosto Emirates, che è veramente una delle compagnie aeree leader nel mondo, vende ai suoi clienti biglietti delle Frecce di Trenitalia in congiunzione con i biglietti aerei. Quanto ha dato Trenitalia a Emirates? Assolutamente nulla e anzi ovviamente incassa i soldi dei biglietti e si accaparra interamente un mercato che poteva finire in parte al concorrente italo di NTV.

Sarebbe interessante che il Governo spiegasse perché FS, che è interamente proprietà degli Italiani, dovrebbe dare all’acciaccata Alitalia una fortuna per fare quello che una delle migliori compagnie aeree del mondo, la Emirates, fa gratis. Questo non è il Governo sostenuto dalla forza politica che aveva come obiettivo primo la lotta agli sprechi? E quale spreco maggiore ci può essere del pagare centinaia di milioni per avere qualcosa che costa zero?

L’esperienza lascia presagire che tutti i soldi che si sta per dare ad Alitalia verranno divorati dalle perdite dei prossimi anni, Ferrovie sta per gettare denaro in un pozzo senza fondo. L’operazione è soltanto finanziaria, un imbellettamento per fingere che ci sia una logica industriale nel tenere in vita Alitalia così com’è, ad esempio con l’integrazione fra aereo e ferrovia che, lo dimostra l’accordo con Emirates, può essere raggiunta senza spendere un solo euro.

Peggio ancora, si allontanerà la possibilità che l’integrazione treno-aereo sia estesa a tutte le compagnie aeree che lo desiderano e soprattutto c’è il rischio che si arrivi ad un rialzo dei prezzi dei biglietti dove Alitalia e le Frecce ora si fanno concorrenza, ad esempio fra Roma e Milano e fra Roma e Venezia.

Alitalia continuerà a perdere soldi, nonostante qualche lodevole risultato ottenuto dai commissari, perché non decide di dedicarsi esclusivamente al mestiere di hub carrier, abbandonando i voli punto-a-punto alle low cost e uscendo dall’attività di handling e finché resterà una modesta linea aerea regionale e non sarà parte di un gruppo ben più ampio e ramificato, come Swiss e la spagnola Iberia, che hanno ritrovato equilibrio e crescita unendosi rispettivamente con Lufthansa e British Airways.

Il prezzo da pagare sarebbe un taglio chirurgico delle attività in perdita e dell’occupazione, ma la politica ha deciso di comprare il consenso dei gonzi buttando altri soldi del contribuente nello scarico dove già sono andati tanti miliardi, buttati da tutti i Governi precedenti, cominciando dal no alla vendita di Berlusconi all’osceno accordo con Etihad di Letta e Renzi ai 900 milioni elargiti da Gentiloni come se fossero noccioline.

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