Dal governo neutrale uno stimolo per riformare il nostro paese
Dalle dichiarazioni a caldo dei due blocchi che si sono contrapposti negli ultimi due mesi è chiaro che la proposta del presidente Mattarella di un governo neutrale che aiuti il dialogo è caduta nel vuoto. La parola d’ordine di tutti è stata quella di tornare al voto subito possibilmente a luglio. Immagino già le file di vacanzieri in ciabatte e braccioli davanti ai seggi… Pur avendo qualche dubbio sulla legittimità di un governo neutrale in quanto l’essenza del governare è quella di decidere e le scelte sono politiche, vorrei spezzare una lancia a favore della proposta del presidente. I partiti politici, movimenti compresi, potrebbero utilizzare questo strumento per riformare una volta per tutte questo nostro paese. L’unica legge elettorale che metterebbe tutti nello stesso piano sarebbe quella con il ballottaggio al secondo turno, al quale potrebbero partecipare o i singoli partiti o le coalizioni dichiarate nella prima tornata elettorale. Il voto diretto dei cittadini sulle persone, come accade per le elezioni amministrative nelle città con più di quindicimila abitanti, implicherebbe però una riforma dello Stato in senso presidenziale in quanto consegnerebbe ai vincitori un potere decisionale maggiore, togliendo però ogni alibi a fine mandato. Sarebbero però necessari nuovi e più incisivi strumenti di controllo e bilanciamento di questo accresciuto potere. Con un nuovo assetto dello Stato e una nuova legge elettorale, impiegandoci tutto il tempo necessario, si potrebbe così andare alle urne sicuri di aver consegnato al nostro paese un nuovo futuro… Ma questo purtroppo è un sogno.
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