Contro Renzi a Bagnoli anche la camorra
Grazie all’attento Stefano Folli apprendiamo, da un articolo apparso ieri su La Repubblica, che negli scontri avvenuti a Napoli, durante la visita del premier Renzi s’è infiltrata anche la Camorra. E stando sempre al ben informato Folli: De Magistris, 5stelle e centri sociali stringendo per l’occasione una sorta di Santa Alleanza, hanno al grido di «boia chi molla» cercato di far sfigurare, con le loro azioni violente, l’atmosfera di gaudio generale ingenerata dal fastoso annuncio dello Sblocca Bagnoli.
Anche se il dubbio per la verità per un momento si insinua, laddove paventa la possibilità che la passerella napoletana del premier serva a raccogliere consensi in vista delle prossime comunali fissate per il 5 giugno.
Sin qui la fantasiosa ricostruzione della giornata napoletana che fin dall’annuncio non appariva proprio come un dejeuner sur l’herbe, visto il pesante scambio che l’aveva preceduto tra il sindaco Luigi De Magistris e lo stesso Renzi. I due protagonisti per tutta la giornata infatti si sono tenuti a debita distanza come due abili duellanti senza mai incontrarsi. Il primo cittadino guardandosi bene dal partecipare al corteo, ha spedito due suoi assessori e all’assemblea pubblica svoltasi nella Galleria Umberto nel tardo pomeriggio la sua figura era come un convitato di pietra. Intanto il Presidente del Consiglio andava a Bagnoli, visitava l’area, poi di corsa alla sede del quotidiano Il Mattino ed infine in Prefettura dove finalmente le slides del Piano Bagnoli venivano presentate.
Risultato, dopo vent’anni di un nulla di fatto con inchieste e processi in corso si bonificherà, si realizzerà e si concluderà in tempi certi la più grande trasformazione che area industriale europea abbia mai visto. Lasciando da parte i soliti scetticismi sul timing del programma quel che stupisce è la ripresa di un Piano Regolatore risalente a vent’anni fa per opera di Vezio de Lucia. Poi seguono strutture ricettive, parchi e passerelle verso il mare. Il tutto per fare di Bagnoli una Cannes all’italiana. Le slides presentate dal Governo sono francamente generiche e di opere pubbliche presentate e mai realizzate l’ex area Ilva Bagnoli ne ha viste tante.
I comitati e i centri sociali non ci stanno ad assistere all’ennesima proposta che vede l’immagine ridotta ad un centro di ricettività turistico-commerciale. Negli anni uno degli obiettivi che si sono dati è stato ad esempio la restituzione del litorale che va da Nisida a Pozzuoli alla cittadinanza. Come si sa la procedura è nota: nomina del Commissario e supervisione della Commissione presieduta da Cantone per l’affidamento degli appalti.
Qui però, non siamo di fronte ad un evento occasionale di pochi mesi ma alla riqualificazione di un’ex area industriale (leggasi Ruhr per la Germania) e di opere faraoniche e progetti se n’è sempre parlato. Oggi che tali opere appaiono anacronistiche è ancora più lecito pensare il perché invece ci si ostini.
Come se la tutela del paesaggio sia la scelta più insana da poter fare. Ora, tornando all’opinionista Folli va detto che è comprensibile come degli anni interventisti trascorsi al fianco di Giovanni Spadolini ne possa sentir la mancanza. Non dimentichi però che anche per ragioni storiche dalle parti di Bagnoli è francamente improbabile che qualcuno abbia mai urlato «boia chi molla».
2 Commenti
Devi fare per commentare, è semplice e veloce.
Mi permetto di segnalare che “paventare” vuol dire temere.
paventare
[pa-ven-tà-re] v.tr. (pavènto ecc.) [sogg-v-arg]
• • Temere qlcu. o qlco.: p. il nemico; anche con arg. espresso da frase (introd. da di o che): p. di non essere all’altezza, che cambi la situazione
• • sec. XIV
http://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/P/paventare.shtml
Grazie per la segnalazione. Mi hai ricordato una dialogo di un po’ di anni fa con un amico cruschiano, dove tra le altre emerse la semantica di paventare. Gli raccontai come il verbo talvolta è usato nell’accezione di: sospettare, dubitare dove regge frasi da che… Mi rispose che è un’estensione semantica al momento non accolta dalla Crusca. Hai comunque ragione e ti ringrazio per avermi dato l’opportunità di riflettere sul fatto che rivolgendosi ad una comunità dove il verbo ha il significato che tu gli riconosci andava usato altro.