Governo

Il disastro del sito INPS, un’umiliazione per tutti

1 Aprile 2020

Oggi sono state umiliate centinaia di migliaia di persone. Anzi, a occhio direi milioni. Tanti sono i potenziali beneficiari del provvedimento del “bonus 600 euro” erogato dall’INPS (partite iva e autonomi, per lo più imprenditori); già dalla mezzanotte il sito era in tilt. E per tutto il giorno mi immagino anche l’angoscia nel perdere quel momento buono per connettersi ed inviare la domanda. 
Prevedibile da chiunque, abbiamo pensato tutti.

Prevedibile soprattutto da parte dei dirigenti dell’INPS. Non mi si venga a dire che i dirigenti dell’INPS non hanno pensato al fatto che un provvedimento con la possibilità di fare domanda esclusivamente online avrebbe sovraccaricato i server in maniera clamorosa. Credo peraltro che una soluzione -senza gravare eccessivamente sui conti dello Stato- si poteva trovare, quantomeno per salvaguardare i dati e consentire accessi, iscrizione ed invio delle domande. Mentre vi scrivo fioccano gli screenshot di persone che sono entrate erroneamente (a causa di una falla del sito) con il profilo di un altro; questo sta sfuggendo pericolosamente e si sta mescolando altrettanto pericolosamente in rete. 
Gli studi di avvocati per la tutela e garanzia della privacy si stanno probabilmente già leccando i baffi. 
Oltre a questo quadro devastante, vorrei fare con voi un passo ulteriore: come mai abbiamo SPID (gratuito per le funzioni principali), fisconline, dichiarazione dei redditi online per tutti, INPS online e molti altri servizi pubblici online, senza poterli collegare e incrociare?

I nostri dati sensibili (e non) sono già tutti in mano allo Stato, non ci sarebbe assolutamente una violazione. Sono dati che lo Stato già possiede e che siamo noi costretti, ogni volta, a incrociare e richiedere con procedure, mail, pec, messaggi, sms, lettere, preghiere.

È mai possibile che nel 2020 e nel corso di una pandemia ci si debba affidare a metodologie del secondo dopoguerra per condurre un Paese così complesso e sfaccettato come l’Italia fuori dalla crisi? 
Perché dobbiamo arrivare sempre ai disastri -e in questo caso l’INPS ha fatto un vero disastro- per poter progredire?
Da “imprenditore digitale” magari certi argomenti potranno sembrarmi scontati, evidentemente per tanti non lo sono. 
La soluzione è unire questi fili e questi punti e consegnarci, finalmente, un Paese all’altezza dell’anno segnato a calendario: 2020.

edit ore 14:08 

mentre scrivevo l’articolo il Garante per la Privacy ha deciso di chiudere il sito dell’INPS. 

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