Ambiente

Il nuovo Madagascar che nasce ad Anosy

28 Maggio 2023

La guerra nell’Est d’Europa cancella, nella percezione del singolo, ciò che accade localmente, in paesi considerati estremamente limitrofi. Eppure, proprio in questi paesi avvengono cambiamenti che stanno modificando la storia dell’intero pianeta. In Africa, ad esempio, i conflitti non vengono più risolti nella capitale, ma in aree lontane ed inaccessibili, nelle quali forze a noi sconosciute combattono là dove l’unica TV che arriva è quella di Al Jazeera, l’unico gruppo mediatico capace ancora di rappresentare gli accadimenti del mondo interno, e non solo delle megalopoli.

Per raccontare una di queste storie, allora, c’è bisogno di forza d’immaginazione. Immaginate la quarta isola più grande del mondo, nel cuore dell’Oceano Indiano, meta ambita dei molti viaggiatori desiderosi di avventure e di esotismo, in una terra di barriere coralline e interminabili e parchi naturali[1]. Ci vivono 18 etnie di origine antica[2], arrivate qui circa 2000 anni fa, costrette poi a difendersi dagli invasori portoghesi, nel XVI secolo, che cercavano l’India ed hanno sbagliato rotta. Si difendono bene. Solo alla fine del XIX secolo saranno costretti ad arrendersi ai francesi, per poi riconquistare l’indipendenza il 26 giugno 1960[3], a seguito delle lotte iniziate con il massacro del 29 marzo 1947[4], perpetrato dal Movimento Democratico Malgascio per la Ristrutturazione (MDRM)[5].

Il Madagascar, come molte isole, tende all’isolazionismo. I malgasci sono orgogliosi della propria identità nazionale[6], consostanziata ogni anno nella festa musicale e guerriera dell’Hiragasy[7], con i suoi miti e leggende tramandate di generazione in generazione, che si tiene su un altipiano a sud della capitale Antananarivo, sulle rive del lago Anosy. Quella malgascia è un’aristocrazia contadina, il cui primo presidente, Philibert Tsiranana[8], un professore di liceo nato da una famiglia di allevatori dell’etnia Tsimihety[9], scalzato dal colpo di Stato del 1975 di Didier Ratsiraka[10], un nobile merina che resta in carica fin quando la profonda crisi economica, nel 1991, lo fa scappare[11]; qualche anno dopo riprende il controllo del paese, fino alle elezioni del 2001[12], vinte da Marc Ravalomanana[13] dell’etnia Merina[14], un ex venditore di yogurt ambulante, che con coraggio ed ostinazione ha costruito un impero commerciale.

Un’economia che non parte

Le locuste all’attacco di un campo di cereali: in pochi secondi tutto è distrutto[15]

Per far decollare il paese Ravalomanana si affida alle multinazionali: cede l’usufrutto di quasi un terzo del territorio agricolo nazionale ai coreani della Daewoo[16] per la coltivazione delle piante destinate alla produzione di biocarburanti[17]. La gente protesta, il presidente invia l’esercito, ma questo solidarizza con i manifestanti e porta, alle elezioni successive, ad una sconfitta completa del presidente uscente ed all’inizio dell’era del presidente Rajoelina. Una sconfitta che poggia le sue basi sul confronto religioso all’interno della società malgascia: Ravalomanana è cattolico, Rajoelina è un nobile dell’etnia merina[18], che è organizzata nella FFKM (Consiglio delle Chiese Cristiane del Madagascar)[19] – metà partito, metà organizzazione religiosa, di fede protestante, con fortissime radici nella massoneria inglese[20].

Tra le province del Madagascar, la più importante è quella che si concentra intorno al lago Anosy, il lago più importante del Paese anche perché comprende anche la capitale Antananarivo[21], che i malgasci chiamano Tanà: fondata nel XVII secolo, la città sorge su una collina su cui spicca la Real Tenuta, un monumento edificato dai re dell’Imerina[22]. La provincia è nella zona sud ed arriva fino al più grande porto minerario, Fort Dauphine[23], ed in questi ultimi anni è stata nell’occhio del ciclone a causa della sua drammatica situazione ambientale e sociale: il villaggio di Vohitelo, rinominato “villaggio zombie”, è abitato oramai solo da persone devastate da fame e sete, che girano senza meta ed in stato semi-confusionale tra le strade polverose.

In questi territori la siccità è cronica da secoli, ma non è l’unica a distruggere i raccolti: il Madagascar combatte anche contro l’arrivo ciclico di interi plotoni di cavallette e locuste[24] che devastano migliaia di ettari di colture[25], consumando, in pochi minuti, ciò che l’umanità 2500 persone mangia in una settimana. Per loro, il Madagascar ha un ambiente ottimale: l’estate il clima è molto umido e torrido[26] accompagnato da forti piogge dal mese di ottobre fino alla primavera, e gli insetti riescono a riprodursi ogni due mesi. Ormai siamo alla quinta generazione, e il Paese non ha i quantitativi necessari di pesticidi. La FAO crede che siano necessari oltre 15 milioni di dollari per portare avanti una campagna seria e mirata di controllo del suolo e dell’aria su un territorio totale di circa 500 mila ettari, che il Governo malgascio non è in grado di sostenere[27].

Pertanto, in alcune zone agricole e rurali, la popolazione si è organizzata integrando le cavallette come alimento[28] catturandole con appositi retini o on le mani; successivamente, esse vengono affogate in ciotole di acqua, essiccate al sole e consumate fritte o arrostite. Nessuna controindicazione, dichiara la FAO, tranne nel caso in cui non abbiano ingerito pesticidi pericolosi per l’uomo. Ma le locuste non sono tutto: effetti ben più gravi e più duraturi nascono dall’inquinamento causato dalle miniere[29] e dalla deforestazione[30].

Il caso della Qit Madagascar Minerals (QMM)[31], filiale locale della multinazionale Rio Tinto, è solo l’ultimo di una nutrita lista: questo colosso minerario è su tutte le pagine dei quotidiani locali perché ha accettato di risarcire alcune comunità dei villaggi intorno a Taolagnaro (sud-est del Madagascar) a causa dell’inquinamento delle acque causate dall’attività delle fabbriche delle miniere – non solo per gli effetti sui campi, ma anche per la moria dei pesci nel mare contiguo[32]. La situazione è esplosiva: sono tantissimi coloro che protestano anche violentemente contro le multinazionali che devastano flora e fauna con dei procedimenti chimici[33].

Chilometri di foresta pluviale trasformati in un terreno lunare dalla miniera di QMM del gruppo Rio Tinto[34]

L’inquinamento procede parallelamente alla deforestazione dell’isola[35]: nel 2010 il Madagascar aveva circa 16,4 migliaia di ettari di foreste, estesi per oltre il 28% della sua superficie, e nel 2021 ha perso circa 235’000 ettari di bosco, pari a 119 metri cubi di emissioni di CO2. Dal 2002 al 2021, il Madagascar ha perso 949’000 ettari di foresta pluviale[36]. Con essa scompare anche una fauna unica al mondo[37]. La cosa è talmente grave, da aver ispirato decine di studi di NGO ed università nel mondo[38].

La colpa è anche di contadini locali, e della pratica del “tavy”[39]: dare fuoco alla vegetazione dopo essere stata, tagliata, creando un terreno ottimale per la coltivazione delle piantagioni di riso. Malgrado sia illegale dal 1987[40], esso continua ad essere praticato perché quasi nessuno viene perseguito per questo motivo. Il governo chiude gli occhi, sicché quasi il 90% della popolazione malgascia fa affidamento sulla biomassa per il proprio fabbisogno energetico. Si calcola che le foreste del Madagascar potrebbero scomparire entro 25 anni, se la percentuale di deforestazione continua ai livelli attuali[41], e diversi ricercatori prevedono che il 38-93% delle foreste presenti nel 2000 potrebbero scomparire entro il 2050.

Tutta questa distruzione non si accompagna ad un aumento della ricchezza pro capite, poiché il Madagascar rimane tra i paesi più poveri al mondo[42], non a caso percorso da continue proteste ed atti di violenza vandalica. L’economista Mark Stocker[43], nel suo studio per la World Bank, afferma che sia più che mai necessario “un impegno da parte del governo ad attuare riforme coraggiose per stimolare gli investimenti privati e la creazione di posti di lavoro, migliorare la governance del settore pubblico e rafforzare la resilienza agli shock è diventato tanto più urgente poiché il Madagascar deve affrontare nuovi venti contrari”[44].

Malgrado una timida ripresa nel 2019, la pandemia[45] – che ha colpito il Madagascar molto meno che il resto del continente – è stata complice di una recessione circa tre volte più profonda che nel resto dell’Africa sub-sahariana, con un crollo delle esportazioni e degli investimenti privati del 7,1% e del reddito pro capite del 9,8%. Gli studiosi calcolano che nel 2020 circa altre 1,8 milioni di abitanti siano scesi al di sotto della soglia limite internazionale di povertà, che è arrivata a toccare il massimo storico dell’80,7%[46]. Questo significa maggiore disoccupazione, diminuzione dei servizi pubblici (istruzione, sanità, trasporti, esercito), pagamenti ritardati degli stupendi e calo generale delle entrate fiscali. Tutto questo, unito alla siccità, alla deforestazione ed all’inquinamento ci consegna un Madagascar allo sbando.

In questo senso non si percepisce alcuna differenza tra il governo protestante di Andry Nirina Rajoelina[47], eletto il 17 marzo 2009[48] con una decisione dell’esercito, per placare le proteste popolari[49], e quello dimissionario del cattolico Marc Ravalomanana[50]. Tra meno di un anno si vota, e ci sono nuovamente solo loro due come candidati[51]. Non cambierà nulla, almeno in apparenza. Ma non è così. La società sta cambiando, ed è per questo che Rajoelina, anno di nascita 1984[52], figlio di un colonnello dell’esercito[53], ha scalato la politica fino a diventare presidente. Dapprima organizzatore e promotore di eventi[54], poi imprenditore mediatico con Injet e Domapub (a soli 15 anni)[55], poi DJ e proprietario di Viva Tv[56].

Febbraio 2009: la popolazione attacca l’esercito durante le manifestazioni elettorali ad Antananarivo[57]

Nel 2007 diventa Sindaco di Antananarivo[58], e lo fa con un risultato tale da mettere paura a Ravalomanana[59], il Presidente cattolico protestante di Imerikasina[60], che lo aveva sostenuto fino ad allora, mentre lui si occupava della propria industria casearia, TIKO, la più importante e grande azienda del Paese[61]. Quando, nel 2009, la gente si rivolta contro il presidente[62], Rajoelina ha sostenuto i manifestanti, accusando il governo di appropriazione indebita di fondi, usando i media a sua disposizione[63]. Un gruppo di militari organizza il colpo di stato[64] e Rajoelina viene nominato Presidente dell’Alta Autorità di Transizione del Madagascar[65]. Nel 2014 si vota. Rajoelina non può candidarsi per ragioni costituzionali[66], pertanto appoggia Hery Rajaonarimampianina[67], un economista, che vince le elezioni. Il 7 settembre 2018 costui si dimette[68], aprendo la strada ad una nuova candidatura di Rajoelina.

Nel 2018 Rajoelina arriva al ballottaggio insieme ad altri 47 candidati (tra cui Marc Ravalomanana) [69]: al secondo ballottaggio Rajoelina prevale con il 55,1% dei voti[70]. Poco dopo il Madagascar viene travolto dalla carestia del 2021, che colpisce un milione di abitanti della nazione[71], e nello stesso anno Rajoelina è vittima di un attentato[72]. Nel 2022 il ciclone Batsira travolge l’isola provocando lo sfollamento di circa 120’000 persone e distruggendo 124’000 case[73]. Il governo di Rajoelina viene criticato per aver speso fondi in maniera superficiale (stadi sportivi e impianti inutili)[74]. Ed eccoci tornati al punto di partenza. Ufficialmente, la proposta politica non è cambiata – è inesistente. La decisione è soprattutto in mano alle chiese: la FJKM – la Chiesa di Gesù Cristo in Madagascar[75], la più grande Chiesa cristiana del Madagascar, sostiene Ravalomanana (ex Vicepresidente dell’associazione). La FFKM, invece – Ecumenical Council of Churches of Madagascar[76] sostiene apertamente Rajoelina[77].

E poi ci sono i sindacati. Funzionano, e si battono davvero per i lavoratori. È di poche settimane fa la notizia che la Industrial Global Union[78] che è presente in circa 100 paesi nel mondo e che è molto forte in Madagascar, è intervenuta a favore del rilascio di Sento Chang, lavoratore ingiustamente incarcerato per aver scritto un post critico sui social media riguardo alla propria azienda[79]. Le organizzazioni internazionali hanno investito molto nell’isola (come la ITUC International Unione Trade Confederation[80], la USAM Union des Syndicats Autonomes des Madagascar[81] e la SEKRIMA Christian Confederation of Malagasy Trade Unions[82]) e la popolazione, in attesa di un multipartitismo effettivo, discute nell’ambito sindacale.

Nel 2009, durante il primo Governo di Rajoelina, è stato proprio il movimento sindacale internazionale ITUC a lanciare un forte appello per la risoluzione della emergenza sociale in Madagascar[83] che ha avuto una risonanza mediatica in tutto il mondo, dando filo da torcere al Presidente Rajoelina. Da allora in poi, il governo ha creato un filo diretto con alcuni esponenti di spicco dei sindacati a livello locale, che sono divenuti effettivi (ed efficienti) portavoce del malcontento popolare e mediatori tra base e vertice dello Stato malgascio[84].

I Dahalo

I Dahalo, ladri di bestiame cresciuti fino a divenire truppe ribelli che, con fucili, pale e forconi controllano il nord della provincia di Anosy[85]

Fin qui abbiamo raccontato delle forze più o meno organizzate che comandano o canalizzano il dissenso. Poi c’è il resto, che è la novità, almeno in parte – cominciando da quelli che, cento anni fa, erano dei diseredati, che erano stati scacciati dai loro villaggi e dall’esercito, e che vivono del furto di bestiame: sono una tradizione malgascia, li chiamano Dahalo – i banditi[86]. Con il passare degli anni, questi si sono dati una struttura ed un’organizzazione, ed oggi fanno parte dei gruppi che bussano alla porta del potere e chiedono di essere invitati al tavolo delle trattative[87]: le loro foto e testimonianze video non smettono di inondare social e internet[88].

Non sono un’etnia, non aderiscono a un modello politico o a un’ideologia, non sono necessariamente ostili al governo, non sono secessionisti. Sono banditi da strada, persone che si sono legate l’una a l’altra per bisogno, che si sono armati derubando le caserme dell’esercito, o semplicemente perché molti soldati, dopo mesi senza ricevere lo stipendio, hanno preso con sé la propria arma e si sono uniti ai Dahalo, rubando mandrie, nascondendole nelle aree della foresta più inespugnabili, rubando cibo e benzina, oppure guadagnando soldi con i rapimenti[89]. Se qualcuno resiste, come il villaggio di Ilambohazo, nella regione di Anosy, loro attaccano, sei persone, mettono il villaggio a ferro e fuoco, costringono gli abitanti a scappare[90].

Nel 2012, in una sola scorribanda, i Dahalo rubano circa 900 zebù e scompaiono, mimetizzarsi nella jungla. Non hanno un capo, e quando hanno abbastanza cibo fanno quasi parte del folclore locale. Quando, nel 2022, il Madagascar si è misurato con il ciclone tropicale Batsirai[91] e, pochi mesi dopo, il ciclone Freddy[92], travolgono il paese, ecco che i Dahalo tornano allo scoperto, perché hanno fame. Sono asserragliati nella jungla, anche loro. Anche loro nella provincia di Anosy, nell’inaccessibile distretto di Betroka, dove ci sono i monti Andriry, ad oltre cento chilometri dalla cittadina più vicina, e dove le Nazioni Unite, a partire dal 2017, hanno cercato di riportare la pace, consegnando cibo, benzina e medicine[93].

Non viene decisa alcuna missione dei “caschi blu”, ma il mantenimento dell’ordine nella provincia di Anosy viene demandato all’esercito regolare, che lo svolge nel modo che ci si attende: violenza, repressione, ricatto, intimidazione[94]. Dopo l’esplosione della pandemia, la crisi economica scaturitane ha portato con sé il fatto che i salari dei soldati sono stati pagati in modo sempre più saltuario, e che quindi i reparti dislocati nella provincia di Anosy non sono più in grado di garantire per l’ordine, nemmeno con la violenza – motivo per cui, dall’inizio della guerra d’Ucraina in poi, la legge, in questa provincia, l’hanno stabilita i Dahalo, e , da alcuni mesi a questa parte, all’esercito russo ed ai gruppi mercenari legati al presidente Putin[95].

 

 

[1] https://www.roadtripafrica.com/madagascar/itinerary
[2] https://www.cipsi.it/wp-content/uploads/2021/12/2021-12-copertina-convertito-LA-VITA-PER-TE.pdf
[3] https://www.cocolodgemajunga-madagascar.com/it/joyeuse-fete-de-lindependance-a-tous-les-malagasy/
[4] https://malagasy.it/it/29-marzo-1947-insurrezione-anti-francese-a-madagascar
[5] https://www.iris.unina.it/retrieve/handle/11588/534710/8955/La%20democrazia%20nel%20Madacascar0.pdf
[6] https://rove.me/it/to/madagascar/independence-day
[7] Didier Mauro, « Madagascar, l’opéra du peuple: anthropologie d’un fait social total: l’art Hira Gasy entre tradition et rébellion » Paris, KARTHALA Editions, 2001
[8] https://www.blackpast.org/global-african-history/people-global-african-history/philibert-tsiranana-1912-1978/
[9] https://www.locoloconavy.com/secrets-roots/etnie/
[10] https://www.jstor.org/stable/161749
[11] https://www.rivistamissioniconsolata.it/2009/04/01/nella-terra-dei-lemuri/
[12] http://documenti.camera.it/leg16/dossier/testi/ES1270paese.htm
[13] https://www.britannica.com/biography/Marc-Ravalomanana
[14] https://www.madainitaly.com/il-madagascar/popolazioni-del-madagascar/
[15] https://slate.com/technology/2021/07/grasshoppers-drought-farming-west-swarms.html
[16] https://ejatlas.org/conflict/daewoo-maize-and-biofuel-project-madagascar
[17] https://www.vita.it/it/article/2009/02/13/e-la-daewoo-si-compero-un-ottavo-di-madagascar/86192/
[18] https://dial.ird.fr/wp-content/uploads/2021/10/2018-06-Elites-in-Madagascar-a-sociography.pdf
[19] https://bti-project.org/en/reports/country-report/MDG
[20] William A. Shack; Elliott P. Skinner (1979). Strangers in African Societies. University of California Press. pp. 222–223
[21] https://www.britannica.com/place/Antananarivo
[22] https://www.jstor.org/stable/1801521
[23] https://stream24.ilsole24ore.com/video/mondo/in-madagascar-carestia-e-siccita-villaggio-zoombie/AEqvsuY?refresh_ce=1
[24] https://www.regionieambiente.it/locuste-emergenza/
[25] https://gd.eppo.int/taxon/LOCUMC
[26] https://climateknowledgeportal.worldbank.org/country/madagascar/climate-data-historical#:~:text=In%20Madagascar%2C%20two%20seasons%20are,maximum%20of%203%2C700%20mm%20annually .
[27] https://www.fao.org/ag/locusts/en/info/2085/index.html
[28] https://www.independent.co.uk/climate-change/news/madagascar-locusts-famine-climate-change-b1908448.html
[29] http://country.eiu.com/article.aspx?articleid=1252151108&Country=Madagascar&topic=Economy&subtopic=Forecast&subsubtopic=Policy+trends&u=1&pid=247143608&oid=247143608
[30] https://www.globalforestwatch.org/dashboards/country/MDG/
[31] https://www.riotinto.com/operations/madagascar/qit-madagascar-minerals
[32] https://www.business-humanrights.org/en/latest-news/madagascar-fishermen-women-protesting-qmm-mining-clash-with-police-two-spokepersons-arrested-and-beaten-in-custody/ ; https://www.reuters.com/markets/commodities/rio-tintos-madagascar-mine-restarts-after-reaching-deal-with-protesters-2022-05-24/ ; https://news.mongabay.com/2023/05/fish-deaths-near-rio-tinto-mine-in-madagascar-dredge-up-community-grievances/
[33] https://www.theguardian.com/environment/2022/mar/09/ambatovy-the-madagascan-mine-that-might-prove-carbon-offsetting-works-aoe
[34] https://it.euronews.com/next/2016/09/08/colossi-minerari-in-madagascar
[35] https://www.globalforestwatch.org/dashboards/country/MDG/?category=summary&location=WyJjb3VudHJ5IiwiTURHIl0%3D&map=eyJjZW50ZXIiOnsibGF0IjotMTguOTE4MDU2OTIyMjY3NDE4LCJsbmciOjQ2Ljg0NTU1NDM1NTAxNTgyfSwiem9vbSI6NC42NzM2ODEzOTM4NDc0NzgsImNhbkJvdW5kIjpmYWxzZSwiZGF0YXNldHMiOlt7ImRhdGFzZXQiOiJwb2xpdGljYWwtYm91bmRhcmllcyIsImxheWVycyI6WyJkaXNwdXRlZC1wb2xpdGljYWwtYm91bmRhcmllcyIsInBvbGl0aWNhbC1ib3VuZGFyaWVzIl0sImJvdW5kYXJ5Ijp0cnVlLCJvcGFjaXR5IjoxLCJ2aXNpYmlsaXR5Ijp0cnVlfSx7ImRhdGFzZXQiOiJOZXQtQ2hhbmdlLVNUQUdJTkciLCJsYXllcnMiOlsiZm9yZXN0LW5ldC1jaGFuZ2UiXSwib3BhY2l0eSI6MSwidmlzaWJpbGl0eSI6dHJ1ZSwicGFyYW1zIjp7InZpc2liaWxpdHkiOnRydWUsImFkbV9sZXZlbCI6ImFkbTAifX1dfQ%3D%3D&showMap=true
[36] https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2351989423000240
[37] https://www.wwf.ch/it/dove-operiamo/madagascar-un-paradiso-della-biodiversita
[38] https://www.afrik21.africa/en/madagascar-the-government-denounced-for-its-inaction-against-deforestat ion/
[39] https://www.evaneos.co.uk/madagascar/holidays/discover/975-1-deforestation-in-madagascar/
[40] https://news.mongabay.com/2017/11/to-feed-a-growing-population-farms-chew-away-at-madagascars-forests/#:~:text=In%20Madagascar%2C%20farmers%20are%20cutting,extinction%20due%20to%20forest%20loss .
[41] https://www.nationalgeographic.com/environment/article/madagascar-baobab-trees-deforestation-climate-change
[42] https://www.worldbank.org/en/country/madagascar/publication/madagascar-economic-update-navigating-through-the-storm-a-new-drive-for-reforms-in-madagascar-is-crucial
[43] https://cepr.org/about/people/marc-stocker
[44] https://www.worldbank.org/en/country/madagascar/publication/madagascar-economic-update-navigating-through-the-storm-a-new-drive-for-reforms-in-madagascar-is-crucial
[45] https://reliefweb.int/report/madagascar/madagascar-economic-update-navigating-through-storm
[46] https://reliefweb.int/report/madagascar/madagascar-economic-update-navigating-through-storm
[47] https://www.blackpast.org/global-african-history/andry-rajoelina-1974/
[48] https://www.reuters.com/article/madagascar-crisis-idUSLDE5BG0BT20091217
[49] https://www.nigrizia.it/notizia/madagascar-il-golpe-e-legale
[50] https://www.theguardian.com/world/2009/mar/17/madagascar-president-ravalomanana-resigns
[51] https://en.wikipedia.org/wiki/2023_Malagasy_presidential_election
[52] https://madagascar-tourisme.com/en/discover/the-highlands/antsirabe/
[53] https://www.myheritage.it/research/collection-10182/riassunti-biografici-di-persone-celebri?itemId=2850140&action=showRecord
[54] https://www.emerald.com/insight/content/doi/10.1108/OXAN-DB273134/full/html
[55] https://www.africaintelligence.com/southern-africa-and-islands/2021/03/05/president-rajoelina-s-clique-of-trusted-advisors,109648231-ar2
[56] https://rsf.org/en/government-closes-tv-station-owned-political-rival
[57] http://news.bbc.co.uk/2/hi/africa/7935682.stm
[58] https://www.france24.com/en/20090131-antananarivo-mayor-says-he-charge-country –
[59] https://www.britannica.com/biography/Marc-Ravalomanana
[60] https://www.vtt.mg/portfolio/imerikasina-anjeva-imerintsihadino-tombeau-samuel-rakotondrabe/
[61] https://www.britannica.com/topic/TIKO-Madagascan-company
[62] https://www.reuters.com/article/madagascar-politics-idUKLR94331020090327
[63] https://www.aljazeera.com/news/2010/11/20/timeline-madagascar-crisis
[64] https://reliefweb.int/report/madagascar/madagascar-coup-plot-stokes-pressure-rajoelina
[65] https://www.globalsecurity.org/military/world/africa/ma-pres-rajoelina.htm
[66] https://www.dw.com/en/madagascars-former-finance-minister-declared-winner-in-presidential-election/a-17369556
[67] https://www.lesrencontreseconomiques.fr/2018/en/speakers/hery-rajaonarimampianina/
[68] https://www.africarivista.it/madagascar-il-presidente-si-e-dimesso/128681/
[69] https://www.aljazeera.com/news/2018/11/6/madagascar-presidential-election-what-you-need-to-know
[70] https://www.aljazeera.com/news/2018/12/27/ex-president-rajoelina-wins-madagascar-vote-election-commission
[71] https://news.un.org/en/story/2021/11/1106132
[72] https://www.bbc.com/news/world-africa-58050276
[73] https://reliefweb.int/disaster/tc-2022-000160-mdg
[74] https://www.africaintelligence.com/southern-africa-and-islands/2022/04/13/andry-rajoelina-s-centralised-style-of-government-comes-under-fire-from-his-own-majority,109767691-art
[75] https://www.oikoumene.org/member-churches/church-of-jesus-christ-in-madagascar-fjkm
[76] https://lejournaldelafrique.com/en/in-madagascar-can-the-ffkm-ease-electoral-tensions/
[77] https://blogs.lse.ac.uk/africaatlse/2020/07/10/in-madagascar-religions-play-a-key-role-in-peace-and-conflict-processes/
[78] https://www.industriall-union.org/affiliates/madagascar
[79] https://www.industriall-union.org/unions-intensify-demands-for-release-of-madagascar-trade-unionist
[80] https://www.ituc-csi.org/madagascar?lang=en ; https://www.ituc-africa.org/+-Madagascar-+.html?lang=en
[81] https://www.ilo.org/dyn/normlex/en/f?p=1000:14101:::NO:14101:P14101_COUNTRY_ID,P14101_ARTICLE_NO:102955,22
[82] https://survey.ituc-csi.org/Madagascar.html?lang=en
[83] https://www.ituc-csi.org/madagascar-call-for-a-lasting?lang=en
[84] https://www.madagascar-tribune.com/Le-collectif-Tany-denonce-des-violations-des-droits-des-prevenus.html ; https://www.business-humanrights.org/fr/derni%C3%A8res-actualit%C3%A9s/eug%C3%A8ne-chretien-ratovondrainy-association-fikambananny-p%C3%AAcheur-fpe/ ; https://www.rfi.fr/fr/afrique/20220501-madagascar-tensions-et-n%C3%A9gociations-entre-qmm-et-les-riverains-de-fort-dauphin
[85] https://lexpress.mg/26/05/2021/insecurite-une-mafia-derriere-les-dahalo/
[86] https://digitalcollections.sit.edu/isp_collection/69/ ; https://storyteller.iom.int/stories/building-peace-madagascars-stronghold-cattle-thieves
[87] https://lexpress.mg/26/05/2021/insecurite-une-mafia-derriere-les-dahalo/
[88] https://storyteller.iom.int/stories/building-peace-madagascars-stronghold-cattle-thieves ; https://www.youtube.com/watch?v=8HFFP0gLB2U
[89] https://reliefweb.int/map/madagascar/madagascar-dahalo-attack-displaces-people-south-situation-update-15-june-2012
[90] https://reliefweb.int/report/madagascar/analysis-madagascars-unforgiving-bandit-lands
[91] https://greenreport.it/news/clima/madagascar-il-ciclone-batsirai-ha-fatto-almeno-21-morti-e-danni-devastanti/
[92] https://www.repubblica.it/solidarieta/emergenza/2023/03/24/news/madagascar_malawi_e_mozambico_il_ciclone_freddy_ha_distrutto_infrastrutture_esponendo_le_popolazioni_a_rischi_per_la_salute-393486349/
[93] https://storyteller.iom.int/stories/building-peace-madagascars-stronghold-cattle-thieves
[94] https://reliefweb.int/report/madagascar/madagascar-les-forces-arm-es-brutalisent-et-ex-cutent-sommairement-la-population ; https://imazpress.com/evenements/larmee-tire-sur-la-foule-des-dizaines-de-morts
[95] https://www.dcaf.ch/sites/default/files/publications/documents/madagascar_study.pdf ; https://www.rfi.fr/fr/afrique/20221020-madagascar-russie-entente-cordiale-cooperation-militaire-iles-eparses-wagner ; https://storyteller.iom.int/stories/building-peace-madagascars-stronghold-cattle-thieves

 

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