Brics e commodity: ecco perché una nuova recessione è un rischio vero

20 Gennaio 2016

Il rallentamento simultaneo delle economie emergenti, Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, potrebbe mettere in pericolo la ripresa della crescita globale nel 2016. A dirlo è l’ultimo rapporto della Banca Mondiale, il Global Economic Prospects, che parla di frenata contemporanea causata dal calo dei prezzi delle materie prime, petrolio compreso, e possibili nuove turbolenze finanziarie. Il Brasile perde il 2,5% del Pil, la Russia lo 0,7%. Bejing passa da una crescita del 6,9% al 6,7%, il Sudafrica si ferma all’1%.

L’India resta ancora fra i primi dieci paesi del mondo per tasso di crescita previsto, con il 7,1%, ma nella top list dell’Economist entrano a pieno titolo per l’anno appena iniziato il Laos e il Turkmenistan, che guidano la classifica con una crescita dell’8%, seguiti da Cambogia e Sierra Leone con il 7,5%, Mozambico con il 7,3%, Myanmar con il 7,2%.

Il Laos si è rivelato un attore importante nel mercato idroelettrico, e vende energia ai paesi confinanti: la sua ricchezza complessiva è aumentata, anche se si è acuito il divario sociale fra chi deteniene la ricchezza e la maggioranza della popolazione, che continua ad essere impiegata in un’economia di sussistenza. Anche il Turkmenistan decolla grazie agli idrocarburi e agli investimenti pubblici ed esteri. Questo per il paese sarà il terzo ed ultimo anno che completerà il piano di privatizzazioni attivato nel 2013 dal governo.

Nei settori della difesa e dell’approvvigionamento energetico i trend sono prevedibili, o almeno ci sono fattori dei quali tenere conto che condizioneranno i prossimi mesi: i conflitti e le conseguenti crisi migratorie continue a far impennare la domanda di sicurezza, e la richiesta di tecnologie militari sempre più sofisticate. Le manovre della Russia e la necessità dell’Europa di monitorare i flussi di profughi si traducono ad esempio nell’acquisto di droni: una produzione che nel Vecchio Continente non decolla, e che continuerà ad alimentare la “dipendenza” da Israele e dagli Usa in materia. La Spagna ad esempio pagherà 25 milioni di euro per quattro Reaper da ricognizione americani, fuori dal budget quinquennale di 171 milioni di euro.

Complessivamente la spesa per la Difesa globale potrebbe calare solo lievemente o rimanere costante. Quella statunitense continuerà a rappresentare i due quinti del totale, e resta un mercato instabile, soggetto alle decisioni del Congresso sui limiti di spesa. In fatto di energia, l’Iran fuori dalle sanzioni grazie all’accordo sul nucleare, potrà produrre 470 mila barili extra al giorno. E secondo il Fondo Monetario Internazionale questa nuova offerta metterà ulteriormente sotto pressione i prezzi globali, facendoli oscillare fra 5 e 15 dollari in meno al barile.

Fuori dai riflettori, ma non per questo meno importanti, i trend che caratterizzeranno due settori apparentemente agli antipodi fra loro: il cibo e l’agricoltura da un lato, l’information technology dall’altro, entrambi nodi chiave dello sviluppo umano, e beni primari in modi differenti.

Cibo e agricoltura

In Asia, anche Cambogia, con l’industria manifatturiera, e Myanmar, con il turismo e le esportazioni di gas naturale, raccolgono i frutti delle riforme politiche e delle iniezioni di denaro straniero.

Secondo le previsioni riportate dall’Economist, questo sarà un anno di lieve ripresa per i mercati agricoli. Il mondo in via di sviluppo è ancora escluso dalla disponibilità di alimenti di base. Secondo i dati di Oxfam, sono 759 milioni le persone che soffrono di malnutrizione, e se è vero che la percentuale media nel mondo si è ridotta dal 19% all’11% nell’ultimo ventennio, la diminuzione non si è distribuita equamente: in Africa le persone che soffrono la fame sono infatti passate da 180 milioni all’inizio degli anni Novanta agli attuali 230.

Per diversi anni i prezzi del grano si sono abbassati e nel 2015 sono crollati. Alcune fattorie hanno risposto cambiando le coltivazioni. Gli esperti hanno segnalato anche gli effetti di El Niño, fenomeno climatico che ha avuto conseguenze catastrofiche sull’agricoltura e sulla pesca, soprattutto per i paesi del Pacifico. La produzione di grano duro e soia resterà invariata, mentre quella di riso crescerà solo marginalmente del 2,1%. Le scorte mondiali di mais subiranno un ribasso per 2,9 milioni di tonnellate, portando il totale a 208,9 milioni (la metà sono stoccate in Cina). Riduzioni sensibili ci saranno anche in Brasile, Agrentina, Russia e Arabia Saudita. Una novità arriva dagli Usa per i produttori europei di frutta, mele e pere in particolare. L’apertura all’import dall’Unione Europea avverrà per il prossimo raccolto, intorno al mese di settembre, e ne beneficeranno soprattutto Polonia e Belgio, ma anche Italia, Spagna, Francia, Portogallo, Germania e Olanda.

Il settore agricolo resta comunque sotto pressione, visto che metà della popolazione mondiale vive ormai in aree urbane, e secondo le previsioni, entro il 2050 saranno tre quarti degli abitanti delle città, circa 7 miliardi di persone. Se l’urbanizzazione è una tendenza costante, non si può dire che sia anche uniforme, visto che nei paesi in via di sviluppo e nelle economie emergenti, gran parte della popolazione resta ancora nelle zone rurali. D’altra parte, lo spostamento nelle città per le fasce più deboli significa anche crescita della fame e della povertà urbana. Non è dunque un caso se il 2016 si è aperto con la conferenza del Global Forum for Food and Agricolture che si è tenuta a Berlino dal 14 al 16 gennaio, e vedrà altri appuntamenti internazionali sul tema, come la 14° conferenza di Nuova Delhi Food and security nutrition, che si terrà l 7 e l’8 febbraio, l’incontro di Roma della Fao The Role of Agricultural Biotechnologies in Sustainable Food Systems and Nutrition, e la quarta conferenza su cibo e agricoltura che si terrà in Bulgaria dal 20 al 24 giugno.
Information technology

E’ bastato l’update gratuito di Windows10 a far calare le vendite dei pc, e si prevede che nel corso di quest’anno la flessione si attesti attorno all’1%. Il successo del modello due in uno, del laptop con lo schermo divisibile dalla tastiera, verrà capitalizzato da Apple con il suo Ipad Pro, e secondo l’Economist sarà uno dei prodotti in espansione.

Nei prossimi mesi si stima che gli investimenti per le tecnologie di gestione dei flussi di informazione cresceranno del 16%. La spesa globale per lo stoccaggio dei dati da remoto crescerà del 50%, e non a caso molte piccole compagnie hanno cominciato ad offrire servizi di protezione dei dati. Il commercio on line, dominato dal colosso Amazon, vedrà l’affermazione sul mercato di nuovi competitor come Instacart, negozio virtuale di prodotti alimentari, e Postmates, store generalista che da quest’anno potrebbe cominciare a fare profitti. Il consumatore oggi può scegliere anche di acquistare dalla fonte, senza alcuna mediazione, scardinando così il tradizionale modello a imbuto per i suoi acquisti. Il modo di fare pubblicità dovrà continuare a cambiare, e trovare nuovi spazi per sfruttare l’appeal di blogger, instagramer e utenti con un sempre più cospicuo numero di follower.

Secondo Hotwire, si assisterà anche alla crescita dei canali come Medium e LinkedIn Pulse, che hanno investito in servizi di distribuzione, e che sempre più rappresentano un mezzo per le campagne marketing. Sempre meno l’utenza sarà identificata con parametri anagrafici: i contenuti, sempre più sofisticati, saranno rivolti a gruppi ben precisi di persone, indipendentemente dal fatto che si tratti di giovanissimi o adulti, basandosi sugli stili di vita, le passioni e gli interessi di ognuno, grazie al fatto che la disponibilità di specifiche e personali informazioni in merito saranno sempre più numerose e facili da reperire in rete.

TAG: agricoltura, cibo, difesa, Global Economic Prospects, information technology
CAT: Geopolitica, macroeconomia

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