Geopolitica
Noam Chomsky: il mondo alla resa dei conti
L’invasione dell’Ucraina ci fa orrore. Perché, come la guerra nella ex Jugoslavia, è davvero vicina: la gente che scappa e si nasconde nelle nostre regioni; i costi della benzina e del cibo che salgono alle stelle; i nostri eserciti che si mobilitano. Putin ci fa orrore, perché è pronto a tutto: persino ad una guerra termonucleare che sterminerebbe la vita sul pianeta. Eppure, guerre sanguinose, di cui spesso è stato responsabile l’Occidente, ci hanno angosciato meno: l’invasione dell’Afghanistan, quella del Vietnam, quella dell’Iraq, la guerra civile siriana, solo per citare alcuni esempi. Sun Tzu predicava: non attaccare se non conosci bene il nemico; meglio un accordo che la guerra; non iniziare se non sei disposto a tutto.
Esattamente questo sta accadendo: Putin non può concludere con una rinuncia. Deve andare fino in fondo, o verrà annientato dalla sua stessa gente. Lo stesso vale per noi Europei: se l’Ucraina perde, verremo travolti e ricattati per decenni da Mosca. Kiev deve vincere ad ogni costo. Ma Putin ci conosce bene e sa che siamo deboli, divisi e guidati da politici incapaci ed ignoranti. Politici che seguono pedissequamente le istruzioni che vengono da Washington e che non capiscono (o fanno finta di non capirle) le motivazioni di Putin. E se non si capisce il perché, allora siamo condannati a perdere. Ed è qui che ci aiutano le parole di Noam Chomsky.
Chomsky è il padre della grammatica generativa trasformazionale, un’espressione complicata per dire che lui, da linguista, ha cercato di trovare il minimo comune denominatore delle lingue della terra, e di mostrarlo in strutture comprensibili[1]. Alla ricerca di questa pietra filosofale dell’animo e della mente umana si è occupato di tutto, dalla politica alla sociologia, essendo lui, dopo la scomparsa di Karl Popper, l’ultimo dei grandi strutturalisti in un mondo in cui domina sempre più l’estetica ermeneutica[2] e, quindi, in politica, il populismo quasi sempre anti-democratico: uno sviluppo che Chomsky combatte da oltre mezzo secolo, dapprima come oppositore di Richard Nixon (motivo per il quale venne addirittura arrestato), dappoi come filosofo liberal socialista[3].
A 93 anni, Chomsky vive il nuovo secolo come la drammatica sconfitta di tutti gli ideali che hanno permeato la sua esistenza. Per questo motivo continua a scrivere come un fiume in piena, cercando di ammonire le nuove generazioni dei rischi che corre l’umanità intera. Il suo ultimo libro, ovviamente, si occupa soprattutto dell’invasione dell’Ucraina, delle sue cause e delle sue possibili conseguenze. Un libro che suscita paura in tutti coloro che hanno ricordi dell’ultima guerra mondiale e consapevolezza della situazione di estremo pericolo in cui versa il pianeta Terra.
Da “Operazione Speciale” a guerra all’Occidente
Il 24 Febbraio 2022 il mondo è entrato in una nuova fase: l’“Operazione Speciale” putiniana si è in poco tempo trasformata in un attacco all’Occidente del quale sta minando la filosofia egemonica e la struttura di potere creata quando l’impero sovietico si è dissolto. Ufficialmente l’operazione militare russa ha colto tutti di sorpresa. Ufficialmente il motivo dell’invasione è quello duplice di tutela della propria sicurezza e di tutela e protezione della minoranza autonomista russofona del Donbass. In realtà i veri motivi di un conflitto non vengono mai dichiarati apertamente e le pubbliche affermazioni sono per lo più solo propaganda[5].
Come è già accaduto in tutte le grandi guerre, dal medioevo in poi, questa propaganda deve convincere il popolo del proprio territorio (i cui figli vengono mandarti a morire al fronte) che il nemico è l’aggressore. Per questo motivo oggi in Russia chiunque sostenga una tesi diversa da quella del Cremlino, in base ad un decreto di Putin convertito in legge dalla Duma, guadagna 15 anni di prigione[6] e la tesi di Mosca è che l’invasione dell’Ucraina è una manovra difensiva contro gli attacchi predisposti dalla NATO al pari di come, nel 1940, Hitler invase l’Unione Sovietica per evitare di subire un attacco da Est[7].
Nel maggio del 2022, quando è stata formata l’adesione di Svezia e Finlandia alla NATO, il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, ha detto: “Adotteremo tutte le misure necessarie per garantire la nostra sicurezza” ed il tenore della reazione dipenderà “dalla vicinanza delle infrastrutture dell’Alleanza ai confini russi”[8]. Il Ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, ha ribadito: “la Nato vuole creare un nuovo fronte contro la Russia”[9], l’ex Premier Dmitrij Medvedev ha concluso: “mandare armi a Kiev, attrezzare le truppe ucraine con equipaggiamento occidentale, inviare mercenari e organizzare esercitazioni vicino ai nostri confini aumenta la possibilità di un conflitto aperto tra la NATO e la Russia, dopo la guerra per procura che l’Alleanza già conduce” in quanto “questo tipo di conflitto rischia sempre di trasformarsi in una guerra nucleare” dalle conseguenze “catastrofiche per tutti”[10].
Proprio lui… quando Medvedev venne eletto, nel 2008, con il 70% dei voti[11], l’Occidente ha sperato in una nuova era di distensione e di apertura della Russia[12]. Oggi lo stesso Medvedev pronuncia aperte minacce di guerra termonucleare: “Qualsiasi tentativo di invadere la Crimea equivarrebbe a una dichiarazione di guerra contro la Russia. Se uno Stato membro della NATO facesse una tale mossa, porterebbe a un conflitto contro l’intera Alleanza dell’Atlantico del Nord: alla Terza guerra mondiale, a un disastro totale”[13] e, quando parla della presidente dell‘Unione Europea, Ursula Von Der Leyen, la chiama con scherno la “zietta europea”[14]. Non ce l’ha solo con lei: commentando un incontro del 16 giugno 2022 a Kiev tra Macron, Scholz e Draghi, li ha definiti “mangia rane, würstel e spaghetti”[15].
Sempre Medvedev, a fine giugno, ha dichiarato, parlando delle sanzioni e delle inchieste aperte a Den Haag: “Tentare di istituire tribunali contro il Paese con il più grande potenziale nucleare è inutile (…). Questa è una guerra di cui ampi segmenti dell’intera popolazione mondiale sono vittime, senza poter accedere ai mezzi per soddisfare i loro bisogni primari. Permettetemi di ripetere che, in determinate circostanze, tali misure ostili potrebbero essere viste come un atto di aggressione internazionale o addirittura come un casus belli”[16]. E ancora: “L’Unione non vuole ridurre in alcun modo le sofferenze del popolo ucraino: con le sanzioni cerca soltanto di spingere la Russia verso la catastrofe finanziaria, ma la catastrofe potrebbe avvenire in Europa, anziché nel nostro paese. Il ragionamento sull’ingresso della Finlandia nella NATO e sulle minacce al confine segue lo stesso schema. Voi cercate di danneggiarci, ma potreste diventare vittime delle vostre stesse azioni”[17].
A questa propaganda del Cremlino, l’Occidente reagisce con la beatificazione del Presidente Volodymyr Zelensky, che fino al giorno dell’invasione dell’Ucraina veniva considerato un fantoccio di chissà quale oligarca locale. E, del resto, in Occidente, persino la piccola Italia, in passato, si è comportata allo stesso modo per giustificare le atrocità commesse durante le sue guerre di conquista in Africa, come quando, tra il 1935 ed il 1937, l’Aeronautica Militare Italiana ha bombardato la popolazione civile dell’Africa Orientale con i gas[19] – un crimine di guerra che la storiografia ama dimenticare – adottando uno stile che è servito, per quasi un secolo, a giustificare guerre di conquista americane e colpi di Stato in tutto il mondo promossi e sostenuti allo scopo di evitare una vittoria planetaria del “mostro comunista”[20].
Durante la Seconda Guerra Mondiale, la RAF, ufficialmente per vendicare i morti inglesi causati dai feroci bombardamenti nazisti[21], ha ordinato per fiaccare il morale dei Tedeschi e fomentare il loro odio per Hitler la distruzione notturna delle città tedesche, uccidendo quasi soltanto civili, come ad Amburgo (25 luglio-3 agosto 1943), causando 55’000 morti[22] ed a Dresda, a guerra oramai finita (13-14 febbraio 1945), causando circa 250’000 morti civili[23], agendo quindi secondo la stessa logica ispiratrice dell’attentato a Roma, in Via Rasella, il 23 marzo 1944, che uccise alcuni riservisti tedeschi, di modo da provocare la rabbiosa reazione nazista, consostanziatasi nel disumano Eccidio delle fosse Ardeatine del 24 marzo 1944[24]; ha portato gli Americani a sganciare due bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki e, più tardi, con l’Operazione Linebacker II[25] (18-29 novembre 1972) a coprire di napalm scuole, ospedali, villaggi civili, acquedotti, fabbriche di beni di prima necessità, mercati comuni del Vietnam[26], con conseguenze sulla popolazione civile che si fanno sentire ancora oggi[27]. Ed è sempre la stessa logica usata dalla NATO, senza alcun mandato ONU, per colpire la Serbia, ufficialmente per fermare il massacro in Kosovo, in realtà per impedire un’avanzata russa[28], uccidendo 2500 civili, tra i quali 89 bambini[29]. Oppure quando scopriamo che le sanzioni sull’Iraq negli anni ‘90 hanno causato la morte di più di mezzo milione di bambini (oltre che di moltissimi adulti)[30].
Chomsky non fa sconti a nessuno, e ripete, punto per punto, la lista dei misfatti di cui l’Occidente si è reso colpevole dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, ricordando che lo scontro è nella contrapposizione tra la politica imperialista degli Stati Uniti e quella imperiale della Russia, sullo sfondo di un colonialismo finanziario apolitico, targato Cina, che fa si che questa sia una guerra che l’Occidente ha già perso, la Russia non può vincere e del cui esito la Cina, comunque sia, beneficerà.
Una guerra iniziata tanto tempo fa
Questa guerra rappresenta un evento cataclismatico per la storia mondiale. Una guerra combattuta con metodi prevalentemente economici e mediatici, che farà registrare cambiamenti epocali. Nel suo nuovo libro “Perché l’Ucraina?”, nato da una collezione di interviste rilasciate a vario titolo da Chomsky, il filosofo cerca di trovare le radici profonde del conflitto, senza scegliere ideologicamente di difendere una parte. Quella in Ucraina è una guerra ideologica, avvelenata da pregiudizi etnici, retoriche nazionaliste, rancori economici, invidia – una guerra senza esclusione di colpi, come quando, l’11 maggio 2022, l’Ucraina ha bloccato i trasferimenti di gas sul suo territorio, allo scopo di ottenere maggiore impegno dall’Europa sulle questioni che legano Kiev e Bruxelles, cui è seguita la decisione russa di diminuire della metà le forniture e, a luglio, di sospenderle per due settimane[32].
L’Unione Europea si è trovata a perdere rapidamente ulteriori quote di gas per il suo fabbisogno ed a cercare disperatamente una soluzione, acquistando altrove, riaprendo la discussione sul nucleare e sul carbone, subendo un rincaro inflattivo mai visto prima, accelerando al contempo i progetti sulle energie rinnovabili[33]. Ufficialmente, un punto del contendere è la richiesta russa di non far entrare l’Ucraina nella UE. Secondo Chomsky, invece, questo farebbe il gioco di tutti, tranne che degli Europei: perché la guerra in atto è la conseguenza diretta dello scontro tra Russia e Stati Uniti per motivi che non ci riguardano.
Uno scontro, il cui ultimo atto è la disputa sul raddoppio del gasdotto Nord Stream che, una volta entrato in funzione, garantirebbe a noi ulteriormente la continuità delle forniture di gas tra l’altro a buon prezzo in quanto farebbe ulteriormente risparmiare alla Russia le tasse di passaggio che attualmente versa all’Ucraina, alla Repubblica Ceca ed alla Slovacchia, e che escluderebbe gli Stati Uniti dal mercato degli idrocarburi europei[34]. Uno scontro che, a partire dal 2006, era stato persino più acceso allorché ENI e Gazprom (ed in seguito pure EDF e Wintershall) lanciarono il progetto di South Stream: un gasdotto pensato per portare il gas russo in Italia, è non solo, senza attraversare l’Ucraina, bensì passando per la Bulgaria, la Grecia e l’Albania[35]. Dopo i violenti attacchi americani al primo ministro italiano Silvio Berlusconi, troppo legato a Putin[36], il progetto è stato abbandonato nel 2014 a causa delle forti pressioni USA sul governo bulgaro e dell’annessione della Crimea da parte della Russia[37].
La centralità geopolitica dell’Ucraina è diventata palese a chiunque dalla notte tra il 18 ed il 19 febbraio 2014, alla fine di 20 giorni di rivolta popolare, terminata con il discorso di Julija Tymošenko a piazza Maiden, a Kiev[38]. Una rivolta solo apparentemente spontanea, nata dal lavoro paziente e silente di molte ONG e favorita dalla repressione della polizia che ha causato, come è logico che sia, tanto la condanna interessata della comunità internazionale quanto la richiesta di cambio di governo[39]. Secondo il punto di vista russo, assolutamente comprensibile, quel colpo di Stato ha abbattuto un governo filorusso per insediarne uno filoamericano e, come sempre, il mondo applaude, mentre l’operazione contraria viene da sempre tacciata di mostruosità: solo a chi è a favore dell’Occidente tutto è concesso, permesso e riconosciuto come un inalienabile diritto[40]. Sembra banale, ma è la dinamica spiegata da “Arrivano i Buoni” di Edoardo Bennato[41].
Alle spalle di questa vicenda c’è la necessità di indebolire la Russia con ogni mezzo possibile: una strategia nella quale l’Ucraina, geograficamente, è in una posizione chiave[43]. Quando, nel 2014, l’invasione della Crimea non ha risolto la situazione, ma l’ha invece peggiorata, Mosca ha iniziato a prepararsi ad una mossa successiva, più feroce e chiara, accettando per i Russi il ruolo di assassini che ora, ovviamente, hanno conquistato per generazioni, come i tedeschi dell’era di Adolf Hitler[44]. Per quanto riguarda la rivolta del 2014, chi ha testimoniato in prima persona quei giorni racconta di un’organizzazione militare fatta di ospedali, mense, tende, toilette, di miliziani in tutta mimetica che, svellendo il selciato, preparavano sassi e molotov per i manifestanti, di esponenti ecclesiastici con il giubbotto antiproiettile – un quadro che, per il Cremlino, rende assolutamente chiaro il fatto che la rivolta popolare sia stata organizzata e finanziata dall’Occidente[45].
Papa Bergoglio lo ha detto chiaramente: “Forse l’abbaiare della NATO alla porta della Russia” ha indotto il capo del Cremlino ad “un’ira che non so dire se sia stata provocata, ma facilitata forse sì”[46]. Una tesi che non giustifica l’invasione dell’Ucraina e le migliaia di morti, ma almeno la spiega e non fa apparire troppo semplicisticamente Putin come un pazzo scatenato, come ha più volte ripetuto l’ex Segretario di Stato americano Henry Kissinger[47] e viene diffusamente sostenuto da Noam Chomsky nel suo libro: il filosofo, pur condannando l’attacco russo all’Ucraina come un atto criminale, stigmatizza l’aggressiva politica degli Stati Uniti e della NATO di progressivo accerchiamento della Russia in assenza di una vera minaccia[48].
Una politica che ha un gravissimo punto debole: dal 2011 la Russia si è affermata come primo esportatore energetico in Europa, battendo la concorrenza di Norvegia, Algeria e altri paesi arabi, come dimostra il fallimento delle attuali sanzioni contro Mosca. L’Europa ha molto da perdere, continuando ad aderire al duro braccio di ferro con Mosca voluto da Washington. L’Italia e la Germania più di tutti. Berlino dipende dagli idrocarburi russi per oltre il 50% del proprio fabbisogno[49]. Per quanto riguarda l’Italia, poi, dal 2014 Roma è pure il secondo esportatore verso la Russia, ed i suoi gruppi industriali (ENEL, ENI, Leonardo/Finmeccanica, Indesit, Pirelli, UniCredit) hanno investito miliardi nel mercato russo[50].
A proposito delle sanzioni: tagliare gli scambi commerciali con la Russia ha solo favorito lo spostamento dei volumi scambiati dalla Russia verso i Paesi asiatici e tra questi, in primis, verso la Cina: da qui le pragmatiche considerazioni dell’ex Segretario di Stato americano, Henry Kissinger, circa l’inopportunità della attuale condotta politica della NATO e degli USA verso Mosca: un punto di vista condiviso anche da Noam Chomsky[51]. Secondo Chomsky, Washington continua a trattare la Russia come ha trattato la Libia o l’Iraq, senza rendersi conto del fatto la Federazione Russa fa parte dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shangai ed è una grande potenza militare[52].
Chomsky delinea le cause dell’invasione russa partendo da una premessa innegabile: “L’invasione dell’Ucraina è un grave crimine di guerra”, ma questo non ci esime dal compito di capirne le motivazioni. Putin ha violato l’Articolo 2, paragrafo 4, della Carta delle Nazioni Unite, che vieta la minaccia o l’uso della forza contro l’integrità territoriale di un altro Stato. Putin si giustifica dicendo che quelle stesse violazioni del diritto internazionale sono state ripetutamente poste in essere dagli Stati Uniti e dai loro alleati in Kosovo, in Iraq, in Libia ed in Siria[54].
Citando documenti riservati, rendendo comprensibili nelle loro dinamiche i rapporti fra Russia, Stati Uniti, NATO, Unione Europea e Cina, Chomsky offre al lettore quello che raramente giornali e tv riescono ad offrire: la possibilità di comprendere le ragioni profonde e le poste in gioco nella gravissima crisi. Quello che appare più inverosimile alla luce dei fatti sin qui esposti dalla narrazione ufficiale è che la guerra in Ucraina sembra essere nata dal nulla e viene sistematicamente raccontata dai media sì in tempo reale ma senza permettere a chi che sia di spiegarne la complessità delle ragioni storiche. Come il fatto che, nell’accordo firmato da Kohl con Gorbačëv, e che ha portato all’unificazione delle due Germanie, c’era una condizione irrinunciabile: che la NATO non si espandesse verso Est: di fatto l’unica ragione per cui l’Unione Sovietica potesse fare questa concessione[55].
Quell’accordo era stato in realtà una promessa di George Bush padre, James Baker ed altri vertici statunitensi a Gorbačëv, a fronte della quale non c’era nulla di scritto: il risultato è che la NATO si è subito mossa verso la Germania Est[56], e poi ancora più in là: “Con Clinton, la NATO si è spinta sempre più oltre, passo dopo passo, fino al confine russo. Nel 2008 la cosa è continuata con Bush figlio, e poi ancora con Obama: vi sono state proposte per far entrare l’Ucraina e la Georgia nella NATO”[57]. Eppure, l’atteggiamento dei Russi nei confronti dell’Occidente è stato amichevole fino al 1998, “erano intenzionati a collaborare con gli Stati Uniti per costruire una nuova struttura di sicurezza europea”, un atteggiamento mutato a causa dell’attacco della NATO contro la Serbia durante la Guerra del Kosovo (1998-99)[58].
Nella loro arroganza, gli Americani hanno considerato irrilevante il fatto che la Russia, messa con le spalle al muro, avrebbe reagito violentemente e, dal punto di vista economico e diplomatico, cercato l’amicizia del governo cinese: “L’Atlantic Council definisce la formazione del Nuovo Asse uno «spostamento tellurico nelle relazioni internazionali» che sottende un progetto «da capogiro»: Le parti hanno convenuto di creare legami più forti tra le loro economie mediante la cooperazione tra la Nuova Via della Seta cinese e l’Unione economica eurasiatica di Putin. Lavoreranno insieme allo sviluppo dell’Artico. Potenzieranno il coordinamento tra le istituzioni multilaterali e nella lotta ai cambiamenti climatici”[59].
Kissinger non ha peli sulla lingua e consiglia all’amministrazione statunitense di operare affinché il prossimo dopoguerra veda “una Russia europea piuttosto che asiatica” ed in quest’ottica ha sottolineato che sarebbe da evitare un’escalation militare in Crimea, dove lo scontro diretto potrebbe addirittura degenerare nella minaccia nucleare: “qualcosa cui Russia e Stati Uniti, in 80 anni, non hanno mai fatto ricorso, nonostante diverse sconfitte militari sul campo. Ora dobbiamo evitare azioni belliche che possano ingigantire sempre di più il conflitto”[60].
Kissinger non è tenero nemmeno con Kiev: ad essere sconfitta deve essere l’invasione dell’Ucraina e non la Russia in quanto tale – “non soltanto Kyiv dovrebbe scendere a più miti consigli e accettare di fare concessioni territoriali ma che anche i paesi occidentali devono evitare di compiere l’errore “fatale” di farsi trascinare “dall’umore del momento” e alienarsi per sempre la Russia. L’Ucraina deve negoziare “prima di creare sconvolgimenti e tensioni che difficilmente potranno essere superati” e idealmente tornare allo status quo precedente all’invasione: “Continuare a fare la guerra oltre quel punto non avrebbe più nulla a che fare con la libertà dell’Ucraina, ma sarebbe una nuova guerra contro la Russia”[62]. Ed aggiunge: evitiamo di ripetere lo stesso errore con Taiwan, stigmatizzando la dichiarazione di disponibilità degli Stati Uniti, espressa per bocca del Presidente Biden, ad intervenire a sostegno di Taiwan qualora questa dovesse essere attaccata dalla Cina[63].
Secondo Kissinger, “gli Stati Uniti non devono sviluppare con i sotterfugi una politica che avalli la soluzione delle ‘due Cine’, ma piuttosto insistere con la politica della pazienza”[64]. Si tratta di posizioni non in linea con l’umore del momento, ribadite nel libro di Chomsky: “Nel frattempo rimaneva il dilemma di cosa fare della NATO. Sin dalla sua formazione, la giustificazione teorica della NATO era la difesa dell’Europa occidentale da un attacco russo. Possiamo chiederci quanto fosse realistica, quanto fosse sincera. Io penso non del tutto. Molto era inventato. Ma checché possiamo pensarne, questa era la giustificazione ufficiale. In ogni caso, nel 1991 quella giustificazione venne a cadere: non era più concepibile un attacco russo all’Europa occidentale. Oggi ritorna in auge, ma è la conseguenza dell’espansione della NATO fino ai confini russi, (…) che equivale in pratica a riportare in vita quel tipo di scontri che erano ormai sepolti nel passato. In ogni caso, nel 1991 rimaneva in piedi la domanda di cosa fare della NATO. La conclusione logica avrebbe dovuto essere che doveva essere sciolta: la sua giustificazione ufficiale non esisteva più. Invece, fu allargata e non solo a livello territoriale ma anche nella sua missione. La missione ufficiale della NATO fu modificata perché diventasse di portata globale, non soltanto il confronto con la Russia”[65].
Chomsky va oltre, e sostiene che, oggi, “l’esistenza della NATO si giustifica col bisogno di gestire le minacce provocate dal suo allargamento”, un qualcosa che Chomsky definisce “un giudizio plausibile”[66]. Nel terzo capitolo aggiunge: “La posta in gioco di questa crisi non coinvolge soltanto l’Ucraina, ma il futuro della libertà”[67]. E ancora: “La dottrina ufficiale impone che affrontiamo la gravissima minaccia costituita dalla Cina e manteniamo una posizione salda sull’Ucraina, mentre l’Europa vacilla e l’Ucraina ci chiede di abbassare i toni e di cercare la via della diplomazia”[68], una strada che, a quanto pare, Washington ha rifiutato di seguire per la “sua dedizione verso ciò che è giusto, anche se è quasi completamente isolata, come quando invade nobilmente l’Iraq e strangola Cuba nonostante la pressoché unanime contrarietà internazionale, per prendere solo due tra i numerosissimi esempi”[69].
Chomsky non è solo. Anche l’importante rivista di geopolitica “Limes” picchia sugli stessi tasti: “In Ucraina sono riunite le condizioni per una guerra fra NATO e Russia, tuttora perfettamente evitabile. L’espansione dell’Alleanza Atlantica è la principale causa dello scontro. L’idealismo liberal spinge gli Stati Uniti all’avventura. La premessa è inquietante: i maggiori leader mondiali stanno facendo di tutto per creare confusione e insicurezza e quelli minori ci aggiungono del proprio muovendosi come marionette da una parte all’altra del palcoscenico. Il presidente statunitense Biden ormai si affida alla retorica continuando ad alimentare il già pericoloso fuoco con dichiarazioni apocalittiche e azioni inconsistenti dall’Europa al Pacifico. I suoi figuranti europei e asiatici gli saltellano intorno atteggiandosi a mediatori, portatori di idee brillanti e soluzioni geniali che servono soltanto a riempire i cinque minuti di spazio mediatico riservatogli. Tutto ciò che possono fare è ripetere ciò che i tre grandi si sono già detti e se s’inventano qualcosa vengono subito redarguiti”[70], il tutto mentre “Il presidente russo Putin parla poco, ridacchia, non minaccia a vuoto e tantomeno implora, ha avanzato delle richieste e aspettato le risposte, lasciando che i suoi militari muovessero in forze lungo tutto il confine europeo e intervenissero direttamente o per delega nelle aree che gli stanno più a cuore. Come in Kazakistan, in Crimea e nel Donbas”[71].
Chomsky spiega: ciò che nessuno ha ancora voluto ammettere, è che la NATO si è tramutata in una struttura atta ad assicurare agli Stati Uniti d’America il controllo delle risorse energetiche mondiali, nonché a garantire il supporto agli Stati Uniti nelle diverse operazioni speciali e “missioni di pace”[73]. Per questo motivo, anche se “in Ucraina i punti basilari di una soluzione sono ben noti da tutte le parti, come si è ripetuto più volte”[74] in quanto “il risultato ottimale per la sicurezza dell’Ucraina (e del mondo) sarebbe quel tipo di neutralità austro-scandinava che si impose negli anni della Guerra fredda, offrendo l’opportunità di far parte dell’Europa occidentale in qualunque forma desiderata e sotto ogni aspetto a eccezione della fornitura agli Stati Uniti di basi militari che sarebbero state una minaccia per quei paesi così come per la Russia”, lo sviluppo della crisi Ucraina prosegue in un braccio di ferro tra Mosca e Washington nell’ambito del quale Bruxelles è costretta ad obbedire senza discutere[75]. Oltretutto, avendo la consapevolezza che, a prescindere dalla guerra, “l’Ucraina non entrerà nella NATO nel prossimo futuro”[76].
L’analista politico inglese Anatol Lieven crede che “L’intera questione dell’adesione dell’Ucraina alla NATO, in realtà, è puramente teorica, quindi in un certo senso tutta l’argomentazione si fonda sul nulla. Da entrambe le parti, va detto: russa come occidentale”[77]. A tale proposito scrive Chomsky che “questa osservazione ci riporta alla mente la descrizione di Jorge Luis Borges della guerra delle Falkland/Malvinas: due calvi che litigano per un pettine. La Russia adduce problemi di sicurezza. Per gli Stati Uniti è una questione di alti principi: non si può violare il sacro diritto alla sovranità nazionale, quindi il diritto di aderire alla NATO, che Washington sa che non si verificherà”[78]. Una posizione, sia detto per chiarezza, condivisa anche dal presidente ucraino Zelensky[79].
Stesso discorso per quello che riguarda l’ingresso nella UE dell’Ucraina: se ne parla tanto, ma siamo soltanto all’accettazione della candidatura, in quanto l’ingresso vero e proprio è di fatto inattuabile, perché trascinerebbe l’Unione Europea in guerra[80]. Spiega l’analista politico Alessandro Marrone: “se la UE non entrasse in guerra a favore di un suo membro per timore della potenza convenzionale o nucleare russa, o semplicemente per la non volontà di sopportare le relative perdite, quello stesso impegno politico tra membri dell’Unione subirebbe un colpo mortale, e ne andrebbe della coesione e stabilità della UE stessa in quanto, tra le altre cose, gli attuali meccanismi istituzionali e politici di sicurezza, solidarietà e coesione interna, non sono pensati e non sono adeguati per un contenzioso territoriale ed un potenziale conflitto dell’Unione con una potenza convenzionale e nucleare come la Russia”[81].
Se invece l’Ucraina fosse parte dell’Unione, e noi entrassimo in guerra – continua Marrone – “l’Unione Europea stessa non potrebbe contare automaticamente in un intervento militare diretto della NATO, in quanto l’Ucraina non è e non sarà membro dell’Alleanza atlantica, e gli stessi motivi che hanno portato gli Stati Uniti e gli altri alleati a non intervenire direttamente nel conflitto in corso (…). Questa sarebbe la più grande vittoria, di carattere strategico e geopolitico, per una leadership russa in opposizione all’Occidente”[82]. La cosa, quindi, diventerebbe un boomerang per la NATO stessa e la leadership statunitense in Europa, che perderebbero di significato e validità: l’attacco di Puntin, apparentemente incosciente e debole per i mezzi e gli uomini impiegati nell’azione, è il frutto di una pianificazione strategica curata nei minimi dettagli che conta sulle sanzioni, che hanno indebolito l’Occidente, la NATO e l’Europa nel breve ma soprattutto nel medio-lungo periodo.
Sottolinea Chomsky: “Per Washington la questione è più profonda” al punto che perfino “un accordo regionale porrebbe una seria minaccia allo status globale degli Stati Uniti. Questa preoccupazione cova sin dagli anni della Guerra fredda: è possibile che l’Europa acquisisca un ruolo indipendente negli affari internazionali (e sarebbe possibile) magari seguendo la visione gollista, ossia di un’Europa dall’Atlantico agli Urali, ripresa poi nel 1989 da Gorbačëv con la sua idea di una «casa comune europea», di un «vasto spazio economico dall’Atlantico agli Urali»? Ancora più impensabile sarebbe la visione ulteriormente allargata di Gorbačëv di un sistema di sicurezza eurasiatico da Lisbona a Vladivostok senza blocchi militari: una proposta che fu rifiutata senza possibilità di appello durante i negoziati condotti trent’anni fa per ricercare un accomodamento post-Guerra fredda” questo perché l’interesse primario degli Stati Uniti è quello di “preservare l’ordine atlantista in Europa, in cui gli Stati Uniti regnano sovrani”[84].
A ben vedere, quindi, “la teoria del domino, spesso rigettata con scherno, non è mai stata abbandonata, perché è un importante strumento del potere di Stato. La questione si ripresenta oggi rispetto a una possibile soluzione regionale al conflitto ucraino” e “più o meno lo stesso vale per gli attriti con la Cina”[85]. Una Cina che, oggi, è l’unica forza in grado di fermare la guerra ma che, secondo Chomsky, non è affatto interessata a farlo: “La Cina potrebbe provare ad assumere questo ruolo, ma non sembra probabile. Gli analisti cinesi sanno bene quanto noi che c’è sempre stato un modo per evitare la catastrofe (…). Si rendono anche conto che, per quanto le opzioni si siano assottigliate, sarebbe comunque possibile concedere il «vero obiettivo» di Putin con modalità che sarebbero vantaggiose per tutti, senza violare i diritti fondamentali. E sanno anche che il governo degli Stati Uniti non è interessato, né la nomenklatura degli opinionisti. Potrebbero essere poco inclini a gettarsi nella mischia. Non è chiaro se la Cina nemmeno lo voglia. Tenersi fuori dal conflitto le giova. Sta continuando a integrare gran parte del mondo all’interno del sistema di investimento e sviluppo di matrice cinese, ed è probabile che la Turchia, un membro della NATO, sia la prossima della lista. La Cina sa anche che il Sud globale non vede di buon occhio la «cancellazione della Madre Russia»” e preferirebbe mantenere in piedi i propri rapporti con Mosca: “Il Sud può certamente condividere l’orrore per la crudeltà dell’invasione, ma le sue esperienze non sono quelle dell’Europa e degli Stati Uniti. I paesi di quell’area, dopotutto, sono i bersagli storici delle brutalità di Europa e Stati Uniti, rispetto alle quali le sofferenze dell’Ucraina perdono peso. Queste esperienze e ricordi, del resto, sono condivisi anche dalla Cina con il «Secolo delle umiliazioni» e via discorrendo. Se l’Occidente sceglie di non vedere tutto questo, la Cina certamente lo fa. Presumo che si terrà a distanza e procederà lungo il suo corso attuale”[86].
Ciò che emerge, quindi, in modo incontrovertibile dalle pagine di “Perché l’Ucraina” è che la posizione della Russia è molto chiara: Putin non può accettare che Georgia e Ucraina entrino nella NATO, che ospitino esercitazioni militari NATO e vengano militarizzate dalla NATO e, d’altro canto, se succedesse qualcosa del genere in Messico con forze armate russe o cinesi la cosa sarebbe ugualmente inaccettabile per gli Stati Uniti[87]: “un programma costruttivo”, necessario per risolvere la crisi, sarebbe dovuto essere “agli antipodi rispetto alla Dichiarazione congiunta sul partenariato strategico Stati Uniti-Ucraina (Joint Statement on the US-Ukraine Strategic Partnership[88]) firmata dalla Casa Bianca il 10 settembre 2021.In questo documento, che ha avuto scarsa copertura mediatica, si dichiara con forza che le porte dell’adesione dell’Ucraina alla NATO sono aperte. In esso, inoltre, si «definisce il Quadro di difesa strategica che getta le basi del rafforzamento della cooperazione strategica in materia di difesa e sicurezza tra Stati Uniti e Ucraina», fornendo all’Ucraina avanzate armi anticarro e di altro tipo oltreché un «intenso programma di addestramento ed esercitazione in linea con lo status dell’Ucraina di Enhanced Opportunities Partner (‘partner avanzato’) della NATO». Questa dichiarazione è l’ennesimo atto mirato per colpire l’orso in piena faccia. È un altro passo in un processo che la NATO (cioè Washington) ha perfezionato sin dalla violazione da parte di Bill Clinton, nel 1998, della ferma promessa fatta da George H.W. Bush di non espandere la NATO verso est”[89].
Ma oramai parlano i cannoni. Muore tantissima gente, intere regioni vengono completamente distrutte, milioni di persone hanno lasciato la propria terra e sono ora costrette a cercare di ricostruire la propria esistenza altrove. Il mondo, che avrebbe dovuto occuparsi di una crisi ambientale che, in questa estate, sta mostrando per la prima volta non solo la propria faccia feroce, ma sta distruggendo nazioni intere, si trova invece in una recessione senza pari, dall’inizio della rivoluzione industriale in poi. Le conquiste di benessere, ma anche di diritti umani, diventano beni di lusso, anche a causa della pandemia, di cui non parla più nessuno, ma che continua a falcidiare decine di migliaia di vite. E, come sostiene anche Chomsky, alla fine l’accordo sarà quello che si sarebbe potuto fare senza tanto spargimento di sangue.
[1] Works of Noam Chomsky on Linguistics: Current Issues in Linguistic Theory (1964), Aspects of the Theory of Syntax (1965), The Sound Pattern of English (with Morris Halle, 1968), Language and Mind (1972), Studies on Semantics in Generative Grammar (1972), and Knowledge of Language (1986);
[2] Structuralism argues that in the empirical sciences (linguistics, sociology, cultural anthropology, ethnology, psychology, economy) we can catalogue what happens and what we perceive, but we cannot explain its nature, nor can we draw up a catalogue of intrinsic and immutable rules. Aesthetics and hermeneutics, on the other hand, believe that mankind pursues the beautiful, and that beauty is not only predictable, but also the object of teaching – and therefore subject to ineluctable and eternal rules. The main structuralists have been Roland Barthes, Karl Popper, Edmund Husserl: https://www.zvab.com/servlet/BookDetailsPL?bi=30991434473&cm_mmc=ggl-_-ZVAB_Shopp_Rare-_-naa-_-naa&gclid=Cj0KCQjw2_OWBhDqARIsAAUNTTEZ8d7U6sOwQKo7ofpAosf3UYgs2Rmo0uDTlDpkHBtTS3NUMPOLkT0aAlWKEALw_wcB;
[3] https://it.wikipedia.org/wiki/Noam_Chomsky
[4] https://www.primaonline.it/2022/03/21/347932/putin-e-la-potente-macchina-propagandistica-che-stravolge-la-realta/
[5] https://www.primaonline.it/2022/03/21/347932/putin-e-la-potente-macchina-propagandistica-che-stravolge-la-realta/
[6] https://ilmanifesto.it/russia-da-operazione-speciale-a-guerra-contro-loccidente
[7] https://ilmanifesto.it/russia-da-operazione-speciale-a-guerra-contro-loccidente
[8] https://ilmanifesto.it/russia-da-operazione-speciale-a-guerra-contro-loccidente
[9] https://www.corriere.it/esteri/22_aprile_14/medvedev-ex-presidente-russo-putin-2fb2e96a-bb84-11ec-818b-cbb6b2b517fa.shtml
[10] https://ilmanifesto.it/russia-da-operazione-speciale-a-guerra-contro-loccidente
[11] https://www.limesonline.com/cartaceo/putin-medvedev-la-strana-coppia-alla-prova-della-crisi
[12] https://www.corriere.it/esteri/22_aprile_14/medvedev-ex-presidente-russo-putin-2fb2e96a-bb84-11ec-818b-cbb6b2b517fa.shtml
[13] https://www.open.online/2022/06/28/russia-medvedev-nato-crimea/
[14] https://ilmanifesto.it/russia-da-operazione-speciale-a-guerra-contro-loccidente
[15] https://www.open.online/2022/06/17/russia-medvedev-vs-ursula-von-der-leyen/
[16] https://www.open.online/2022/06/30/guerra-russia-ucraina-medvedev-tribunali-nucleare/
[17] https://ilmanifesto.it/russia-da-operazione-speciale-a-guerra-contro-loccidente
[18] https://www.theguardian.com/world/2022/jun/27/nato-300000-troops-high-alert-russia-threat-ukraine ; https://www.aljazeera.com/news/2022/7/18/polands-nato-role
[19] http://www.criminidiguerra.it/bombardagas.shtml ; Del Boca I gas di Mussolini, Editori riuniti, pag. 118 e seg. ; https://www.reteparri.it/wp-content/uploads/ic/RAV0053532_1998_211-213_12.pdf ; https://iris.unica.it/bitstream/11584/68434/1/La%20costruzione%20dell%27impero%20fascista.pdf
[20]https://elearning.unipd.it/spgi/pluginfile.php/161797/mod_resource/content/1/Punizione%20criminali%20di%20guerra%20italiani.doc
[21] https://www.storiologia.it/aviazione2/harris.htm
[22] “In the summer of 1943, the Royal Air Force, with the support of the US 8th Air Fleet, began a series of raids on Hamburg. The operation was code-named ‘Gomorrah’. It was aimed at completely destroying the German city, considered by the Allies to be a target of high strategic value. On the night of 28 July alone, more than 2,300 tons of explosive and incendiary bombs were dropped on Hamburg. The methodology was already tried and tested: first disruptive bombs to break windows and building entrances, then simultaneous fragments and phosphorous incendiary bombs to burn roofs and set fire to basements. Particular effects were generated as the large quantity of incendiary bombs caused a strong updraft of hot air while colder air from the periphery poured into the interior of the burning area; in short, the thousands of fires merged into a single ‘firestorm’ that reached extremely high temperatures. (The next day) on some horribly mangled bodies the blue flames of phosphorus still flickered.” (W.G. Sebald, Storia Naturale della distruzione, Adelphi editore) http://www.nonsolobush.it/page3.php
[23] https://www.ilpost.it/2020/02/13/bombardamento-dresda/
[24] https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/01/11/lattentato-di-via-rasella-fu-discutibile-ma-la-foga-polemica-contro-il-pci-e-eccessiva/5645401/ ; “Attentato e rappresaglia. Il PCI e via Rasella”, Alberto ed Elisa Benzoni, 1999
[25] https://www.ilgiornale.it/news/cultura/lultima-grande-offensiva-dei-bombardieri-nel-disastro-usa-2016508.html
[26]https://web.archive.org/web/20120327165141/http:/chamsocsuckhoe.org/TuDien/ChiTietBenhVien/tabid/138/IDHospital/1277/Default.aspx; https://www.sanitainformazione.it/mondo/bombe-al-fosforo-cosa-sono-e-perche-fanno-cosi-paura/ ; https://www.difesa.it/SMD_/CASD/IM/CeMiSS/Pubblicazioni/ricerche/Documents/Ricerche_2013/Sociologia_Militare/Rapporto_finale_Disarmo.pdfpage 18; http://web2.ba.infn.it/~cufaro//political/Sapere_Mine_1997.pdf ; https://www.sanitainformazione.it/mondo/bombe-al-fosforo-cosa-sono-e-perche-fanno-cosi-paura/ ; http://web2.ba.infn.it/~cufaro//political/Sapere_Mine_1997.pdf ; http://www.icsm.it/articoli/ri/daisy.html
[27] https://www.arezio.it/notizia/lagente-defoliante-orange-continua-ad-inquinare-il-vietnam-it/
[28] https://www.agi.it/estero/news/2022-03-24/quando-nato-decise-colpire-serbia-fermare-massacro-kosovo-16121154/
[29] https://www.agi.it/estero/news/2022-03-24/quando-nato-decise-colpire-serbia-fermare-massacro-kosovo-16121154/
[30] http://www.coe.int/it/web/compass/war-and-terrorism
[31] https://www.ukrinform.net/rubric-ato/3435654-russias-losses-in-ukraine-almost-15000-troops-500-tanks-and-100-aircraft.html
[32] https://ilmanifesto.it/russia-da-operazione-speciale-a-guerra-contro-loccidente ; https://www.open.online/2022/05/11/ucraina-zelensky-sanzioni-gas-russia-video/
[33] https://www.open.online/2022/05/11/ucraina-zelensky-sanzioni-gas-russia-video/ ; https://www.open.online/2022/05/11/gas-russia-italia-stop-ucraina-cosa-succede/
[34] https://it.euronews.com/2019/12/21/nord-stream-2-il-gasdotto-della-discordia-germania-e-russia-contro-trump
[35] https://st.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-12-01/putin-russia-abbandona-progetto-gasdotto-south-stream–204015.shtml?uuid=AB1gsVKC&refresh_ce=1 ;
[36] https://formiche.net/2016/02/wikileaks-intercettazioni-italia-usa-berlusconi/
[37] https://st.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-12-01/putin-russia-abbandona-progetto-gasdotto-south-stream–204015.shtml?uuid=AB1gsVKC&refresh_ce=1
[38] http://www.vita.it/static/upload/cri/crisi-ucraina-.pdf
[39] https://nuovoeutile.it/wp-content/uploads/2012/12/FDTD_Italian.pdf ; http://www.vita.it/static/upload/cri/crisi-ucraina-.pdf
[40] https://nuovoeutile.it/wp-content/uploads/2012/12/FDTD_Italian.pdf ; http://www.vita.it/static/upload/cri/crisi-ucraina-.pdf
[41] https://www.youtube.com/watch?v=52MCXluo9Co
[42] https://www.limesonline.com/concorrentipartner-del-south-stream/635
[43] https://tesi.luiss.it/13038/1/schito-marco-tesi-2014.pdf
[44] http://www.vita.it/static/upload/cri/crisi-ucraina-.pdf
[45] http://www.vita.it/static/upload/cri/crisi-ucraina-.pdf
[46]https://www.repubblica.it/esteri/2022/06/13/news/cosi_lequilibrio_del_vaticano_sulla_guerra_in_ucraina_tiene_aperto_un_canale_diplomatico_con_mosca-353734119/
[47] https://www.ilfoglio.it/esteri/2022/05/25/news/kissinger-e-chomsky-pur-detestandosi-sono-contrari-al-sostegno-americano-all-ucraina-4036403/ ; https://www.repubblica.it/esteri/2022/06/28/news/kissinger_su_guerra_ucraina_russia_trattare_con_putin-355745140/
[48] https://www.youtube.com/watch?v=dCVN7iV5kVo
[49] https://www.linkiesta.it/2022/04/germania-dipendenza-gas-russo/
[50] https://www.exportplanning.com/magazine-italia/article/2022/03/02/relazioni-commerciali-italo-russe-stato-attuale-e-prospettive/
[51] https://www.youtube.com/watch?v=dCVN7iV5kVo
[52] https://www.youtube.com/watch?v=dCVN7iV5kVo
[53] https://www.mdr.de/geschichte/kohl-gorbatschow-verhandlungen-kaukasus-100.html
[54] “Perché l’Ucraina” Cap. 4 https://truthout.org/articles/noam-chomsky-us-military-escalation-against-russia-would-have-no-victors/
[55] “Perché l’Ucraina”, cap. 1
[56] “Perché l’Ucraina”, cap. 1
[57] “Perché l’Ucraina”, cap. 1
[58] https://www.youtube.com/watch?v=dCVN7iV5kVo
[59] “Perché l’Ucraina”, cap. 3 https://truthout.org/articles/chomsky-us-push-to-reign-supreme-stokes-the-ukraine-conflict/
[60] https://quifinanza.it/editoriali/video/svolta-reintegrare-russia-europa-rivelazione-kissinger/654324/
[61] https://www.atlanticcouncil.org/blogs/ukrainealert/kissinger-s-vapid-vision-thing/
[62] https://www.ilfoglio.it/esteri/2022/05/25/news/kissinger-e-chomsky-pur-detestandosi-sono-contrari-al-sostegno-americano-all-ucraina-4036403/
[63] https://www.ilfoglio.it/esteri/2022/05/25/news/kissinger-e-chomsky-pur-detestandosi-sono-contrari-al-sostegno-americano-all-ucraina-4036403/
[64] https://www.ilfoglio.it/esteri/2022/05/25/news/kissinger-e-chomsky-pur-detestandosi-sono-contrari-al-sostegno-americano-all-ucraina-4036403/
[65] “Perché l’Ucraina”, cap. 1
[66] “Perché l’Ucraina”, cap. 2 https://truthout.org/articles/us-approach-to-ukraine-and-russia-has-left-the-domain-of-rational-discourse/
[67] “Perché l’Ucraina”, cap. 3 https://truthout.org/articles/chomsky-us-push-to-reign-supreme-stokes-the-ukraine-conflict/
[68] Perché l’Ucraina”, cap. 3 https://truthout.org/articles/chomsky-us-push-to-reign-supreme-stokes-the-ukraine-conflict/
[69] Perché l’Ucraina”, cap. 3 https://truthout.org/articles/chomsky-us-push-to-reign-supreme-stokes-the-ukraine-conflict/
[70] https://www.limesonline.com/cartaceo/la-via-verso-il-disastro
[71] “Perché l’Ucraina”, cap. 3 https://truthout.org/articles/chomsky-us-push-to-reign-supreme-stokes-the-ukraine-conflict/
[72] https://www.rnd.de/politik/uniper-in-der-krise-bundesregierung-will-zeitnah-helfen-3GPFU2G7UHJCVVDWYCQ4G5KG7Y.html
[73] “Perché l’Ucraina”, cap. 3 https://truthout.org/articles/chomsky-us-push-to-reign-supreme-stokes-the-ukraine-conflict/
[74] https://truthout.org/articles/chomsky-outdated-us-cold-war-policy-worsens-ongoing-russia-ukraine-conflict/
[75] “Perché l’Ucraina”, cap. 3 https://truthout.org/articles/chomsky-us-push-to-reign-supreme-stokes-the-ukraine-conflict/
[76] “Perché l’Ucraina”, cap. 3 https://truthout.org/articles/chomsky-us-push-to-reign-supreme-stokes-the-ukraine-conflict/
[77] “Perché l’Ucraina”, cap. 3 https://truthout.org/articles/chomsky-us-push-to-reign-supreme-stokes-the-ukraine-conflict/ ; https://www.democracynow.org/2022/2/7/ukraine_years_of_conflict_with_russia
[78] “Perché l’Ucraina”, cap. 3 https://truthout.org/articles/chomsky-us-push-to-reign-supreme-stokes-the-ukraine-conflict/
[79] https://www.startmag.it/mondo/ucraina-nato-zelensky/
[80] https://www.affarinternazionali.it/pericoli-e-svantaggi-adesione-ucraina-ue/
[81] https://www.affarinternazionali.it/pericoli-e-svantaggi-adesione-ucraina-ue/
[82] https://www.affarinternazionali.it/pericoli-e-svantaggi-adesione-ucraina-ue/
[83] https://www.france24.com/en/africa/20220603-african-union-head-tells-putin-africans-are-victims-of-ukraine-conflict
[84] “Perché l’Ucraina”, cap. 3 https://truthout.org/articles/chomsky-us-push-to-reign-supreme-stokes-the-ukraine-conflict/
[85] “Perché l’Ucraina”, cap. 3 https://truthout.org/articles/chomsky-us-push-to-reign-supreme-stokes-the-ukraine-conflict/
[86] “Perché l’Ucraina” Cap. 5 https://truthout.org/articles/noam-chomsky-a-no-fly-zone-over-ukraine-could-unleash-untold-violence/
[87] “Perché l’Ucraina” Cap. 7 https://truthout.org/articles/chomsky-lets-focus-on-preventing-nuclear-war-rather-than-debating-just-war/
[88] https://www.whitehouse.gov/briefing-room/speeches-remarks/2021/09/01/remarks-by-president-biden-and-president-zelenskyy-of-ukraine-before-bilateral-meeting/ ; https://www.whitehouse.gov/briefing-room/statements-releases/2021/09/01/joint-statement-on-the-u-s-ukraine-strategic-partnership/ ;
[89] “Perché l’Ucraina” Cap. 7 https://truthout.org/articles/chomsky-lets-focus-on-preventing-nuclear-war-rather-than-debating-just-war/
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