Kamala Harris: tutto e il contrario di tutto… aspettando il 10 Settembre

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6 Settembre 2024

Il ticket Democratico Harris–Walz se la ride, ma non è dato capire di cosa (il di chi lo si vede fare bella mostra di sé alle sue spalle) visto che ci sarebbe solo di che vergognarsi considerando che ogni giorno di più tocca assistere e prendere nota di un cambiamento di rotta.

Il 5 Settembre 2024 è stata la volta della posizione della Harris per quello che riguarda Israele ed il conflitto a Gaza in quanto in quella data la candidata alla presidenza Usa si è schierata decisamente a favore di Gerusalemme assicurandogli il pieno appoggio contro il terrorismo: precedentemente aveva dichiarato altro, ma forse anche in quella occasione il tutto era stato frainteso, oppure c’era stata una domanda mal posta o non compresa pienamente… La Harris in questi casi non manca di fantasia e quando non può palesemente negare l’evidenza, beh!… in questo caso sfodera la celeberrima affermazione che tutto, secondo lei, risolve: “Ma i miei valori non sono cambiati!”

Ora la domanda è: ma in 4 anni di Vicepresidenza cosa ha fatto la Sig.ra Harris per documentarsi e trarre le proprie conclusioni, soprattutto tenendo presente che il Vicepresidente è la persona designata a subentrare alla guida del Paese qualora il Presidente per qualsivoglia ragione si trovasse nell’impossibilità materiale di adempiere ai propri doveri costituzionali?

Candidarsi alla Presidenza degli Stati Uniti d’America avendo le poche e confuse idee che esterna contraddittoriamente su tutto e ad ogni piè sospinto dovrebbe far capire a chi la segue e la acclama che forse qualcosa non va, ovvero è andato storto in quanto gli unici due casi possibili sono:

  1. 1)    non ha alcuna cognizione in merito alle questioni di cui parla e dei problemi che dichiara di voler affrontare e risolvere, sicché è palesemente preda di un eccesso di vanagloria degno della lumachella celebrata dal poeta dialettale Trilussa (quello che con mirabili versi descrisse la felicità della celeberrima lumachella, paga di aver lasciato una traccia nella storia per via della striscia di bava depositata muovendosi a caso su di un antico obelisco), ovvero

 

  1. 2)    non difetta della necessaria conoscenza dei fatti ed ha una parimenti ben definita opinione quanto al cosa, come e perché certe situazioni e problematiche dovrebbero essere affrontate, ma preferisce adottare le regole, le posizioni e le strategie che ‘altri’ le impongono e lei accetta di buon grado per pura sete di potere, arrivismo e bramosia di fama: una fama forse degna di miglior causa anche se perfettamente in linea con quella ambita dai ‘più’  di cui la Harris fa parte a pieno titolo.

D’altro canto credo che a questo punto valga oltremodo la pena di sottolineare che la scelta della Sig.ra Kamala Harris come Vicepresidente fu la naturale conseguenza di una precisa esigenza del Presidente Biden: quella di presentarsi all’elettorato con qualcuno che fosse donna, di idee moderatamente di sinistra nonché rappresentante di una minoranza etnica, sicché ben poco importò all’atto della scelta che la Harris non avesse mai brillato né per personalità, né per iniziativa politica, né per onestà intellettuale, buon gusto, competenza e, soprattutto, senso di opportunità.

Alla luce di tali fatti vi è da dire che, a ben guardare, anche in questo frangente la candidatura della Harris è stata una diretta fortuita conseguenza di esigenze politiche, questa volta dell’intero Partito Democratico, emerse nel momento in cui le condizioni di salute di Biden sono state tali da imporre la sua uscita di scena per quello che riguarda la campagna elettorale presidenziale, esigenze per somma strettamente correlate all’eventualità, tutt’altro che remota, che un peggioramento improvviso dello stato di salute di Biden imponga alla Harris di prendere il suo posto rendendo inconciliabile questo ruolo con una sconfessione totale della stessa in sede di nomina del nuovo candidato del Partito Democratico alla guida della Casa Bianca.

È stato a questo punto che per l’intero Partito Democratico si è reso necessario operare una scelta di fatto obbligata in quanto negare alla Harris la candidatura alla Casa Bianca sarebbe equivalso a dichiarare che non solo il presidente Biden sarebbe per certi versi incapace di assicurare una guida politica, ma che anche la sua vice (pur non colpita da nessuna malattia invalidante) sarebbe risultata valutata non all’altezza del compito, assestando un doppio pesantissimo colpo alla credibilità non solo dei Democratici, ma delle stesse istituzioni americane tanto in Patria quanto all’estero.

Proseguendo nella nostra analisi va da sé che per tutto quanto sin qui espresso sarebbe parimenti risultato improponibile affidare la scelta del nuovo candidato alla Casa Bianca alla Convention Democratica già convocata per la metà di Agosto a Chicago, poiché a questo punto la stessa avrebbe assunto le caratteristiche di una “convocazione primaria aperta” con i delegati impegnati a sostenere Biden liberi ed oggetto della caccia dei candidati per il loro determinante sostegno: una circostanza che avrebbe fatto emergere tutte le spaccature interne al Partito proprio nel momento in cui lo stesso avrebbe avuto  bisogno di mostrarsi massimamente coeso.

Nello specifico della Harris, poi, per evitare tutta una serie di imbarazzanti situazioni qualora la stessa non fosse risultata convincente e si fosse resa necessaria una conta, la stessa conta avrebbe sì potuto avere luogo a porte chiuse alla sola presenza dei maggiorenti del Partito, ma in caso di esito sfavorevole saremmo ripiombati nel corollario precedente.

La sola circostanza in cui tutto questo non avrebbe avuto rilevanza sarebbe stata quella in cui ad una serena valutazione a porte chiuse del caso, nell’eventualità che il Partito non l’avesse reputata idonea, la Harris avesse dichiarato ufficialmente la propria indisponibilità a candidarsi: una soluzione del tutto impensabile date le ambizioni della Senatrice.

A conti fatti, col senno di poi tutto questo è accaduto per il grossolano errore strategico commesso da Biden e dal suo Partito allorché permisero alla Harris di arrivare alla Casa Bianca nel 2020 avendo come unico obiettivo quello di bloccare Trump e come strategia quella di presentare all’elettorato un volto femminile giovane e dinamico, in grado di contendere con successo al ticket Repubblicano Trump–JD Vance l’elettorato centrista e popolare.

A tagliare la testa al toro ha poi giocando un ruolo non secondario il fatto squisitamente economico: i 90 Mln di USD raccolti dal ticket Biden–Harris non sarebbero stati utilizzabili per legge qualora la Harris fosse stata messa da parte.

Dati i criteri di scelta adottati, alla fine l’immagine che è passata non è delle migliori e l’andamento dei sondaggi sembra confermare l’esaurimento del rimbalzo tecnico fatto registrare nei giorni scorsi dalla Harris.

Quale corroborante di questa ipotesi arriva un sondaggio di ActiVote, ma non solo, riportato da Newsweek il 3 Settembre 2024 in un articolo intitolato “Kamala Harris’ Lead Over Trump Being ‘Steadily Cut’—Poll[1]” secondo il quale il vantaggio di Kamala Harris su Donald Trump è sceso dal 5% di metà Agosto all’1.6%, a fronte di un 50.8 % per la Harris ed un 49.2% di Donald Trump[2].  A tale proposito si consulti pure quanto reperibile alla pagina web di EuroNews  ed in particolare nell’articolo “Tutti i sondaggi sulle elezioni presidenziali Usa: chi è in testa tra Harris e Trump”[3] con particolare riferimento ai sondaggi di Big Data Pol e di YouGov[4]

Anche il modello di previsione elaborato dal famoso e rinomato sondaggista Nate Silver assegna al momento al miliardario il 56.7% di possibilità di vincere il collegio elettorale contro il 43% della sfidante e lo stesso vale pure per diverse agenzie di scommesse, tra cui Paddy Power e William Hill, per le quali la vittoria del tycoon sarebbe l’esito più probabile dell’election day[5]. Dato confermato al rialzo (60.1% per Trump[6]) come riportato da Newsweek del 9 Settembre in un articolo intitolato “Nate Silver Election Model Gives Trump Highest Chance of Winning Since July[7]“.

Nate Silver, vale la pena di ricordarlo, è la persona che nel 2009 la rivista Time ha definito una delle 100 persone più influenti al mondo dopo che il suo sistema di previsione elettorale ha predetto correttamente i risultati di 49 Stati nelle elezioni presidenziali del 2008[8]. In seguito i suoi sistemi di previsione hanno portato alla corretta predizione dei risultati delle elezioni presidenziali del 2012 e del 2020[9].

Detto per inciso Silver è stato il fondatore del sito web statunitense di analisi dei sondaggi d’opinione, politica, economia e blogging sportivo 538 (ex FiveThirtyEight), nonché caporedattore di 538 ed inviato speciale di ABC News fino al maggio 2023[10].

Notizie non migliori sono arrivate anche dai sondaggi condotti negli swing States e ad illustrare il perché ha provveduto Jim Messina, il manager della campagna di Barack Obama del 2012 che ha testualmente affermato che “In ogni singolo Stato in bilico siamo nel margine di errore[11]”. A preoccupare gli uomini della vice di Biden è in particolare il fatto che Trump possa contare, come già successo nel 2016, su uno zoccolo duro di irriducibili sostenitori in molti “Stati rossi” e in alcuni tra quelli decisivi come la Pennsylvania.

Un ulteriore campanello d’allarme arriva poi dal Wall Street Journal che, in un suo articolo del 3 Settembre intitolato “Harris Is Still Trying to Rebuild Biden’s Winning 2020 Coalition” ha sottolineato come la Vicepresidente Harris, pur raccogliendo consensi tra gli elettori neri e latini, continua a rimanere indietro rispetto ai livelli di Biden per il 2020[12].

 

Fonte The Wall Street Journal[13]

Numeri alla mano, sostiene l’autorevole quotidiano finanziario, pur avendo compiuto notevoli progressi, la campagna della Harris è caratterizzata dal fatto che vi è ancora molta strada da fare per ricostituire in alcune fasce chiave il consenso raggiunto da Biden nel 2020[14].

Dalla sua discesa scesa in campo, l’ex procuratrice della California ha infatti visto crescere del 13% il sostegno tra gli elettori afroamericani attestandosi però ad un livello inferiore del 10% a quanto ottenuto dal vecchio Joe quattro anni fa –ed una similare situazione si registra pure tra i Latinos e tra i giovani Democratici per i quali la Harris è rispettivamente indietro di ben 6 e di ben 12 punti percentuali[15].

Kamala Harris (a sinistra) e Donald Trump sono ritratti fianco a fianco. I candidati si stanno preparando per il confronto di martedì, che al momento è l’unico dibattito presidenziale in programma tra i due. | Paul Sancya/AP; Alex Brandon/AP[16]

Stando così le cose acquistano un peso decisamente diverso le parole dello stratega repubblicano di lunga data e consulente senior del super PAC Preserve America, Dave Carney, le cui emblematiche parole raccolte da POLITICO sono state: “La luna di miele di Kamala è finita e abbiamo intenzione di farle passare il peggior settembre che abbia mai avuto[17]”, di fatto una dichiarazione che rende quanto mai carica di suspence l’attesa del dibattito televisivo che andrà in scena il 10 Settembre e che promette di mettere a dura prova le reali capacità della Harris di mobilitare gli elettori bianchi, in particolare le donne, su economia, immigrazione, temi sociali e, in primo luogo, aborto.

Nel frattempo il 27 Agosto è stato raggiunto un accordo per quello che riguarda il confronto Harris–Trump del 10 Settembre le cui modalità di svolgimento lasciano presagire un più che ampio fallimento della Democratica che si troverà costretta a non poter beneficiare del supporto di appunti e foglietti riassuntivi così come del vantaggio derivante dalla conoscenza in anticipo delle domande.

Per somma in base all’accordo raggiunto sull’uso dei microfoni si ha che questi resteranno chiusi quando a parlare sarà l’altro candidato, contrariamente a quanto richiesto dallo staff della Vicepresidente  degli Stati Uniti che puntava a guadagnare alla stessa la possibilità di replicare in tempo reale, confidando nella maggiore probabilità di vedere inciampare Trump in diretta; un desiderio quest’ultimo ed un auspicio tipico di chi, viene da dire, non punta, essendo a corto di argomenti, non ad illustrare il proprio bensì a far apparire inconsistenti quelli altrui: ed ecco servito l’ennesimo autogol della Harris o, come in questo caso, di chi per lei.

La strada per la Harris è palesemente tutta in salita anche perché la sua è la peggiore candidatura del Partito Democratico di sempre!

Come abbiamo visto calcoli politici spiccioli, scollamento dalla realtà dei maggiorenti del Partito, progettualità politica nulla, cumuli di retorica populista della peggior specie sono gli ingredienti alla base di una scelta, quella della Harris alla Convention di Chicago, che rappresenta il suicidio politico dei Dem. persino prescindendo dall’esito del voto del 5 Novembre prossimo.

Arrivata alla White House per grazia ricevuta come Vicepresidente, la Harris é ora in lizza per la Presidenza con un programma fatto di slogan e battute di spirito buone al più per una serata qualunquista in un bar di provincia in una noiosa serata di fine estate, ma non certamente per guidare il Paese leader dell’Occidente in uno dei momenti storici più complessi di tutta la storia del pianeta.

La Harris si segnala per non avere palesemente la benché minima idea di quello di cui parla, ma meglio faremmo a dire di quello cui accenna populisticamente con l’occhio perennemente attento ad una sola cosa: fare carriera!

Il suo slogan politico è “FOR THE PEOPLE!” ma si legge “FOR MYSELF!” .

In questo 2024 non è questione di essere pro o contro Trump, qui il problema è che a Trump di fatto non c’è alternativa perchè a parte un cumulo di chiacchiere e risatine il Partito Democratico si presenta con un non–programma e la cosa emergerà drammaticamente al breve, il 10 Settembre 2024

 

 

[1] https://www.newsweek.com/donald-trump-kamala-harris-polls-national-1947838
[2] https://www.newsweek.com/donald-trump-kamala-harris-polls-national-1947838
[3] https://it.euronews.com/2024/08/27/trump-contro-harris-chi-e-in-testa-nei-sondaggi-sulle-elezioni-presidenziali-americane
[4] https://it.euronews.com/2024/08/27/trump-contro-harris-chi-e-in-testa-nei-sondaggi-sulle-elezioni-presidenziali-americane
[5] https://www.newsweek.com/donald-trump-kamala-harris-polls-national-1947838
[6] https://www.newsweek.com/kamala-harris-donald-trump-polling-nate-silver-1949866
[7] https://www.newsweek.com/kamala-harris-donald-trump-polling-nate-silver-1949866
[8] https://www.newsweek.com/topic/nate-silver
[9] https://www.newsweek.com/topic/nate-silver
[10] https://www.newsweek.com/topic/nate-silver
[11] https://www.ilgiornale.it/news/politica-estera/lallarme-kamala-harris-siamo-sfavoriti-2364862.html
[12] https://www.wsj.com/politics/elections/harris-is-still-trying-to-rebuild-bidens-winning-2020-coalition-423f43c6
[13] https://www.wsj.com/politics/elections/harris-is-still-trying-to-rebuild-bidens-winning-2020-coalition-423f43c6
[14] https://www.wsj.com/politics/elections/harris-is-still-trying-to-rebuild-bidens-winning-2020-coalition-423f43c6
[15] https://www.wsj.com/politics/elections/harris-is-still-trying-to-rebuild-bidens-winning-2020-coalition-423f43c6
[16] https://www.politico.com/news/2024/09/05/trump-harris-debate-what-to-know-00177554
[17] https://www.politico.com/news/2024/09/03/harris-trump-final-weeks-election-day-2024-00177051

TAG: #presidentedeglistatiunuiti, Donald Trump, Kamala Harris
CAT: Geopolitica

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