Governo

Tasse: l’incubo ricorrente dell’ IVA che aumenta torna a farsi sentire

2 Gennaio 2024
Tra i moltissimi rincari per salutare il 2024, c’è anche quello dell’Iva sul gas e su tanti altri prodotti indispensabili per le famiglie italiane

 

Il nuovo anno comincia all’insegna di un incubo ricorrente per l’immaginario collettivo delle famiglie italiane: l’aumento dell’ IVA (imposta sul valore aggiunto), che produrrà moltissimi rincari su tanti prodotti e servizi indispensabili nel quotidiano.

Il Governo guidato da Giorgia Meloni, infatti, ha scelto di non applicare ulteriori proroghe agli sconti fiscali, introdotti nel post dilagare del conflitto tra Russia ed Ucraina, per far fronte ad un rialzo sconsiderato dei prezzi. Un aumento, quello dell’ IVA, che toccherà anche l’erogazione di Manovra, con una aliquota agevolata del 10%, che rimarrà invariata esclusivamente sui primi 480 metri cubi di consumo annuo. Mentre, superato questo limite, l’imposta tornerà 22%.

Tuttavia, si tenta di edulcorare il boccone amaro per gli italiani, sottolineando l’abbassamento del costo del gas rispetto al 2022, che pare dimezzato. Se, l’anno scorso un megawattora si aggirava sugli 87 euro, oggi, ci attestiamo sui 33.

Risulta comunque innegabile, come l’aumento dell’ IVA sulle nostre bollette, sortirà i suoi effetti non troppo piacevoli, se sommato a tutti gli altri rincari che vanno a gravare sulle uscite quotidiane di una famiglia normale.

A questo, non può non aggiungersi la fine di un regime di tutela riguardo il costo dell’energia elettrica. Con 10 milioni di utenti che saranno letteralmente in balìa del mercato libero, generando confusione nel valutare e decidere a quale gestore affidarsi. Per chi non volesse sceglierne uno propria sponte, potrà ottenere un affidamento automatico ad uno dei fornitori in elenco.

Nuovo aumento dell’IVA su assorbenti, pannolini e prodotti per la prima infanzia. Ma quanto ci verrà a costare?

 

Alla luce della recente Manovra 2024 approvata negli scorsi giorni, i rincari con contestuale rialzo dell’imposta sul valore aggiunto, porteranno forti pressioni economiche sulle famiglie. A tal proposito, Codacons ha calcolato i costi e le percentuali di risparmio rispetto allo scorso anno.

In primis, l’IVA sugli assorbenti e i prodotti per la prima infanzia tornerà dal 5% al 10% ( dopo un risparmio di circa 6 euro, dovuto alla diminuzione dell’anno scorso dell’aliquota al 5%); ancora, per il latte in polvere, se il costo medio di un chilo di latte in polvere varia dai 12 ai 20 euro, la spesa per famiglia, sarà compresa tra i 600 e gli 800 euro annui.

Con la precedente riduzione dell’ IVA al 5%, il risparmio si aggirava tra gli 84 e i 112 euro annui per nucleo. L’IVA sugli omogeneizzati, ridotta al 5%, comportava un risparmio annuo di circa 25,2 euro per famiglia, considerato che una confezione di due vasetti di omogeneizzati, costa mediamente 2 euro.

Poi, i pannolini: diversificandoli per marca e tipologia di acquisto (se online, presso farmacie, parafarmacie, supermercati o negozi per l’infanzia), il costo medio per pannolino si attesta tra i 18 ed i 45 centesimi, con un utilizzo di 6 pannolini al giorno per una famiglia che vive in Italia e con in media un solo figlio. Il risparmio con l’IVA al 5% è stato pari a circa 96 euro annui. Ecco, per questo 2024, si torneranno a pagare anche queste 100 euro o giù di lì. Insomma, un aumento di 250 euro in media, per famiglia, all’anno.
Il Codacons commenta,”La riduzione dell’ Iva su assorbenti e generi per l’ infanzia, oltre a non interessare l’intera platea di famiglie, non ha avuto gli effetti sperati sulle tasche dei consumatori. Questo anche a causa del mancato trasferimento del taglio dell’ Iva sui listini al dettaglio, con troppi commercianti che non hanno ridotto i listini al pubblico. Siamo favorevoli ad una riduzione della tassazione sui beni di prima necessità, ma questa deve essere estesa ad una platea più vasta di prodotti e accompagnata da un rigoroso controllo sui prezzi al dettaglio, per evitare che i tagli dell’ Iva siano del tutto vanificati e non producano benefici reali per le tasche dei cittadini”.

 

1 Commento
  1. codacons ultimamnete pare gestita da ubriachi: il mercato è libero quindi nessuno può obbligare i farabutti produttori ad abbassare i prezzi, a parte una bella e meritata gogna mediatica, anche statale; perché no?
    In ogni caso l’IVA sui prodotti per l’infanzia e sui tamponi assorbenti femminili VA ABBASSATA. PUNTO.
    Con rabbia ricordo a tutti che la cattodemenza in parlamento usa molte risorse per finanziare il vaticano, cioè la chiesa cattolica: NON RISCUOOTIAMO IVA SULLE ATTIVITà COMMERCIALI DEL VATICANO (5 MILIARDI, SE NON ERRO); MANDIAMO IN PENSIONE I PRETI SENZA LE REGOLE ITALIANE CON APPOSITO FONDO INPS VLERO (già in passivo di 2 MILIARDI dalla sua costituzione); PAGHIAMO 1 MILIARDO ALL’ANNO GLI “INSEGNANTI” DI RELIGONE (che sono pura semplice ed inaccettabile propaganda scorretta nella scuola pubblica, a partire DALLA MATERNA!); paghiamo decine di milioni di euro per i cappellani militari, che senza alcun motivo logico prendono gettoni e stipendi di un militare e ne condividono la carriera, con tanto di avanzamenti di grado e stipendi), lasciamo che sul suolo italiano ci siano istituti vaticani che sono EVASORI TOTALI IMPUNITI, COME L’OSPEDALE “BAMBIN GESù” DI ROMA CHE MACINA MILIARDI.
    LA BESTEMMIA, sentendo parlare di aumenti iva, dovrebbe essere un dovere civico, ma, a causa della cattodemenza in parlamento c’è una imposizione della superstizione cattolica diretta (crocefisi ed insegnanti nelle scuole, festività comandate) ed indiretta (multa per le besetmmie)

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