Governo
In arrivo la prima vera finanziaria del governo Meloni
Pochi giorni fa è stato pubblicato dal Governo l’aggiornamento NADEF (nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza). Il documento è stato approvato dal Consiglio dei Ministri su proposta del Presidente Giorgia Meloni e del Ministro Giancarlo Giorgetti, che dichiara un approccio prudente, realistico e sostenibile.
Ma cominciamo dal Ministro dell’Economia: “Se il debito non diminuisce, come auspicato, è perché – come a questo punto diventi evidente a tutti – il conto da pagare dei bonus edilizi e in particolare del super bonus è quantificato in 80 miliardi in aumento, pagabili in quattro comode rate da 20 miliardi ogni anno, per quattro anni a venire. In assenza di questo effetto il debito sarebbe esattamente calato di un punto percentuale ogni anno!”.
Siamo al primo passo per l’elaborazione della legge di bilancio, probabilmente la più importante che il Governo Meloni si appresta a varare, la prima, perché la precedente manovra, nonostante il governo fosse già in carica, era targata Mario Draghi. Come descritto ripetutamente dal Ministro, la manovra è stata già fatta da altri e per usare una sua metafora “i commensali si sono trovati a tavola e hanno consumato il pasto, a noi tocca raccogliere le briciole, ma soprattutto pagare il conto.” Sarà una manovra stretta che arriverà qualche mese prima delle prossime elezioni europee e le critiche poste al Governo sono e saranno quelle di non aver rispettato le promesse elettorali. A questo del resto siamo abituati, l’atteggiamento di quando si è all’opposizione è storicamente ben diverso da quello riscontrato quando ci si trova alla plancia di comando.
Questa volta però è necessario riconoscere la presenza di una concentrazione di fattori negativi che prescindono dalle responsabilità del governo, con Giorgetti in testa.
1 – La scure dei pagherò del superbonus che ammontano a 20 miliardi per i prossimi quattro anni è un pò come aver ereditato tutte le manovre dell’intera legislatura del Governo Meloni.
2 – Rallenterà il gettito fiscale dovuto ad una riduzione della crescita, l’economia italiana frena più del previsto e segna una diminuzione del PIL pari allo 0,3% rispetto al trimestre precedente.
3 – Aumentano i tassi di interesse. Secondo quanto comunicato dalla Banca d’Italia il debito del nostro Paese, stimato a circa 2.843 miliardi di euro, è salito rispetto al mese precedente segnando un incremento mensile di oltre 10 miliardi di euro, fissando così un record storico. Questo perché i tassi di interesse sono ai massimi livelli da molti anni, l’aumento, noto a tutti, fa male a chiunque, ma fa più male all’Italia perché ha un debito molto più alto della media.
4 – Dal 2024 ci sarà il ritorno del patto di stabilità europeo, dopo tre anni di sospensione, prima per la pandemia e poi per il conflitto russo-ucraino, ad oggi non è ancora chiaro se si potranno negoziare eventuali modifiche.
Una congiuntura negativa, un panorama difficile per definire un’architettura economica che deve stare in piedi. Una riduzione della spesa e il ricorso alle privatizzazioni che dovrebbero servire ad abbattere il debito restano i due campi dove operare. Pochi i governi che sono riusciti a ridurre la spesa, molti i governi che hanno promesso privatizzazioni rivelatosi poi finte. La finanziaria è alle porte, il percorso è stretto, la manovra piccola e i mugugni grandi, su tutti il mancato aumento dei fondi per la sanità.
Foto da wikicommons
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