Privacy
Il Garante a Gli Stati Generali: “Fisco e controlli, vigileremo sulla privacy”
Michele Fusco su queste pagine, pochi giorni fa, con riferimento ai nuovi e pervasivi mezzi di controllo messi in campo dall’Agenzia delle entrate, lanciava l’allarme: “Dal 2 Marzo il fisco indagherà sui nostri stili di vita”. Il Garante della Privacy Antonello Soro ci ha inviato una lettera che volentieri pubblichiamo.
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Come noto, il Parlamento in questi ultimi anni ha approvato diverse leggi aventi finalità di contrasto al fenomeno di evasione fiscale, cresciuto a livelli incompatibili con la normale vita democratica del Paese. In tale contesto si colloca la previsione di una sistematica comunicazione da parte delle banche all’Anagrafe tributaria di tutte le informazioni relative ai rapporti finanziari dei cittadini (per i conti correnti bancari, saldo inziale e finale, importi totali degli accrediti e degli addebiti delle tipologie di operazioni effettuate).
Più volte l’Autorità garante per la protezione dei dati ha segnalato – anche in sede di Commissione parlamentare di vigilanza sull’Anagrafe tributaria – le criticità che possono derivare dall’ingente flusso di dati così importanti e delicati e dalla loro eccezionale concentrazione presso un unico soggetto. Naturalmente l’esigenza di disporre di informazioni considerate utili per realizzare un interesse costituzionalmente protetto – affinché tutti contribuiscano alle spese pubbliche in ragione della propria capacità contributiva – non è stata e non può essere messa in discussione dalla nostra Autorità.
Tuttavia il Garante, nell’ambito degli specifici poteri e compiti previsti dal Codice, dopo un’intensa e complessa attività di verifica svolta in collaborazione con la stessa Agenzia e attraverso attività ispettive, ha contribuito a realizzare un sistema più efficiente. In questo quadro sono state prescritte, tra le altre, dettagliate misure di sicurezza di natura tecnica ed organizzativa per la conservazione e la trasmissione dei dati nonché per disciplinare puntualmente i profili di autenticazione e di autorizzazione dei soggetti – un numero limitato, selezionato e tracciabile – che potranno accedere ai dati, oltre ai tempi di conservazione degli stessi.
Il giusto e necessario equilibrio tra la legittima volontà di ricondurre l’evasione fiscale a livelli accettabili di tolleranza e il diritto alla protezione dei dati di tutti i cittadini impedisce che venga realizzata una “minuziosa, capillare, mappatura sui nostri stili di vita”. Le informazioni raccolte nella c.d. Anagrafe dei conti potranno essere trattate unicamente nel rispetto dei principi del Codice e, in particolare, esclusivamente per consentite la formazione – con procedure centralizzate e secondo criteri individuati con provvedimento del Direttore dell’Agenzia, sottoposto al parere del Garante – di specifiche liste selettive di contribuenti a maggior rischio di evasione. Soltanto le posizioni individuate saranno segnalate per l’avvio delle necessarie attività di controllo fiscale.
I dati contabili, dunque, non potranno essere utilizzati in modo strumentale per legittimare forme di discriminazione che incidano sulle nostre libertà individuali. Ad ogni modo l’Autorità, nell’ambito delle proprie prerogative, continuerà a vigilare nel dettaglio sulla funzionalità della nuova infrastruttura e, soprattutto, a verificare in concreto il puntuale rispetto delle misure poste a tutela della riservatezza dei cittadini che rappresentano al tempo stesso la condizione essenziale per poter perseguire, nell’ambito di una società davvero libera e democratica, esigenze di equità fiscale e, soprattutto, la garanzia contro possibili discriminazioni o forme di stigmatizzazione sociale.
Antonello Soro
Presidente dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali
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