Finanza

Se l’Europa sbaglia: giustizia per i risparmiatori italiani

21 Marzo 2019

Il Tribunale dell’Unione europea ha accolto il ricorso dell’Italia e della Banca Popolare di Bari, annullando la decisione della Commissione Ue che aveva bocciato l’intervento del Fondo interbancario nel salvataggio della banca abruzzese Tercas considerandolo “aiuto di Stato”.

La sentenza del Tribunale Ue sul caso Tercas sconfessa dunque le decisioni della Commissione sui salvataggi bancari degli ultimi anni e certifica che i risparmiatori italiani coinvolti nei crack potevano evitare di perdere il loro peculio.

L’intervento del Fondo interbancario di tutela dei depositi non poteva essere impedito, è il senso della decisione della Corte di Giustizia, come invece è stato fatto dalla commissaria Vestager.

Quest’ultima sosteneva il  burden sharing (condivisione degli oneri). Trattasi di  una procedura disciplinata dall’articolo 132 della Direttiva UE/2014/59 Bank Recovery and Resolution Directive da applicarsi in caso di dissesto di un istituto bancario.

In particolare, viene stabilito che qualsiasi aiuto pubblico a una banca debba innanzitutto essere esaminato ed approvato dalla Commissione Europea, ma soprattutto deve essere erogato solamente in seguito alla riduzione del valore nominale delle azioni e delle obbligazioni subordinate, o la conversione in capitale di queste ultime.

In poche parole, gli azionisti e creditori subordinati devono sopportare parte degli oneri per il risanamento della banca in crisi mediante la svalutazione del valore nominale dei loro crediti o la loro conversione in capitale, prima che siano coinvolti fondi pubblici nel salvataggio della banca .

Ma contro questo comportamento era legittimo — dicono i giudici — far scendere in campo il Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd), l’organismo alimentato da tutte le banche del Paese a garanzia dei depositi fino a 100 mila euro — per coprire gli aumenti di capitale delle banche in crisi; non era quindi un illegale «aiuto di Stato» come invece sostenuto da Bruxelles.

Ora si apre la strada per possibili risarcimenti da chiedere all’Europa a favore dei poveri risparmiatori.

Non fu infatti possibile,perché considerato aiuto di Stato,salvare Banca Etruria, Banca Marche, CariFerrara, CariChieti e si preferì la strategia delle risoluzioni, che comporto’ l’azzeramento del loro capitale e delle obbligazioni subordinate, con enormi danni per i risparmiatori coinvolti. Ci fu anche un suicidio. E derivarono conseguenze anche per l’intero sistema bancario: per esempio, i crediti deteriorati delle 4 banche vennero svalutati al 19% e divennero un valore di riferimento per gli istituti italiani.

In caso di conferma in appello, la sentenza metterebbe in dubbio le nuove regole bancarie europee.

Resta l’amara constatazione che la posizione sbagliata e ideologica sostenuta dalla Direzione Concorrenza della Commissione europea ha prodotto danni gravissimi economici e politici all’Italia e all’Europa, per i quali qualcuno dovrà rendere conto.

Vestager  dovrebbe dimettersi, anche se non è possibile tornare indietro.

La sentenza Tercas, infatti,ha importanti implicazioni generali per la gestione delle crisi bancarie in Europa, riconoscendo che interventi volontari di sostegno a banche in difficoltà finanziati dal sistema bancario non sottostanno alle norme sugli aiuti di Stato e possono ritenersi risolutivi.

Ma si tratta di una decisione che conferma che molti luoghi comuni e stereotipi del tipo “lo vuole l’Europa”sono insignificanti, perché si determinano anche gravissimi danni.

Almeno 640 milioni di bond subordinati erano in mano a famiglie e risparmiatori (circa 11 mila in totale), che hanno perso quei soldi.

Si profila dunque uno scenario che può consentire ai risparmiatori di proporre azioni risarcitorie.

Insegna la vicenda che l’Europa comanda senza controllo e spesso far sentire le ragioni degli Stati sovrani è sacrosanto.

Il risparmio non dimentichiamolo è la ricchezza di ogni sana economia e va sempre tutelato: anche in Europa.

Questo governo ha messo a disposizione fondi per i risparmiatori truffati: ora si preoccupi di agire sul piano europeo per un’azione risarcitoria a tutela dei medesimi.

Biagio Riccio

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