Economia circolare
San Marino: storia di un tracollo annunciato
Quando Napoleone Bonaparte ha preso il potere a Parigi, una delle sue prime dichiarazioni è stata esprimere la sua ammirazione per San Marino – esempio di libertà e democrazia unico nella storia d’Europa[1]. Una cosa di cui gli abitanti del Monte Titano sono giustamente orgogliosi, ma che non ha reso loro la vita più facile: San Marino ha difficoltà evidenti, nella ricerca di una strada per il benessere, a trovare gli strumenti efficaci, creando una piazza finanziaria senza controllo che ha portato il paese alla bancarotta. La crisi si verifica negli anni 2000, quando un malato rapporto tra politica e finanza costringe lo Stato a contrastare gli introiti derivanti dall’evasione fiscale e dal riciclaggio di denaro.
Paese a vocazione agricola e turistica (molti dei suoi abitanti lavorano nelle spiagge del boom delle estati riminesi della fine degli anni ’50), San Marino rimane tagliata fuori dal boom economico italiano e dall’industrializzazione, il che comporta l’emigrazione forzata di molti giovani locali in cerca di lavoro. A salvare il Monte Titano è una tradizione di oltre 300 anni di falsari, artisti della contraffazione delle valute straniere, con cui hanno contribuito a sostenere le famiglie sanmarinesi fin dal 1700[2]. Nel mondo, la Repubblica del Titano è famosa per il suo governo democratico, e per dare alloggio ai nemici di qualunque monarchia – come le truppe garibaldine in fuga dalla tragica sconfitta della Repubblica Romana del 1849: un aiuto che verrà ricompensato con generosi accordi commerciali dopo la nascita del Regno d’Italia, nel 1861, che promuovono la nascita dei primi istituiti di credito sanmarinesi e rendono inutile l’istituzione di una propria valuta, avendo ottenuto la parità con il conio italiano[3].
Con la Convenzione del 1862 San Marino ottiene il diritto di battere moneta entro i confini regi e le finanze pubbliche migliorano notevolmente – ma la popolazione locale vota contro l’introduzione di tasse personali, sicché l’unico introito dello Stato rimane la fiscalizzazione delle entrate degli istituti finanziari e (cosa che diventerà) leggendaria) dei francobolli[4]. Ciò porta all’incapacità delle istituzioni di soddisfare i bisogni una popolazione crescente, compromette il risanamento del bilancio pubblico e rallenta il processo di modernizzazione, perché lo Stato non ha soldi da investire, se non nella realizzazione di importanti opere pubbliche[5].
Queste opere vanno in qualche modo pagate. I nipoti dei falsari vogliono diventare banchieri, ma in assenza di regolamentazione statale ciò porta solo al disastro: i finanzieri Vito Serafini ed Olinto Amati portano alla miseria moltissimi sammarinesi, che perdono i propri i risparmi nei loro progetti – la Banca Mutua Popolare Sammarinese (tra il 1892 ed il 1895) e il fallimento del Prestito a Premi della Repubblica di San Marino[6]. Il primo ha combattuto con le camicie rosse e, nel 1891, insieme a Menotti Garibaldi, ha fondato la Società dei reduci delle Patrie Battaglie, che un anno dopo inaugura la prima sede del partito socialista di San Marino e crea una banca che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto garantire le pensioni ai combattenti delle guerre del Risorgimento che venivano dall’area di Rimini, ed invece collassa per mala gestione in soli tre anni[7].
Amati è uno dei Capitani Reggenti all’inizio del ventesimo secolo, e con l’istituzione di una lotteria pubblica ottiene il risultato, nel 1915, di portare in tutta la Repubblica di San Marino l’elettricità ed il telefono, e di completare i lavori dell’acquedotto che, ancora oggi, serve la popolazione della rocca – ma l’azienda che gestisce il Prestito a Premi fallisce, trascinando il nome di Amati nel fango e portandolo al suicidio, nel 1919[8]. I responsabili del disastro non verranno mai condannati: dopo la morte di Amati la popolazione sanmarinese sceglie di dimenticare e di non approfondire – una caratteristica tipica della cultura locale anche nei decenni successivi[9].
La piazza finanziaria nel Dopoguerra
Le cose non sono sostanzialmente cambiate nel dopoguerra. Durante gli anni del boom economico italiano, la scelta del governo sanmarinese, per garantire il benessere senza introdurre tasse individuali, è stata quella di incentivare la nascita di entità finanziarie che aiutassero gli imprenditori italiani, scarsi nella conoscenza di lingue straniere, a nascondere in una piazza finanziaria offshore i loro guadagni[11] – ma anche i ceti emergenti della neonata borghesia, che nascondono cifre molto meno imponenti, ma sono un numero enorme di clienti[12].
Sicché l’economia sanmarinese, nei decenni successivi, ha abituato la popolazione a ragionare in miliardi di lire e, successivamente, in miliardi di euro. Nel giro di pochi anni questo ha profondamente diviso la società tra vincenti che vivono nel lusso ed un ceto di operai e dipendenti senza speranza di riscatto, se non entrando nel sistema bancario. Finché, nel 2008, all’esplosione della crisi finanziaria globale, e nonostante i numerosi avvertimenti internazionali, l’utopico sogno di ricchezza è definitivamente naufragato, e la Repubblica di San Marino si è trovata ad essere insolvente, costringendo i propri cittadini a cercare disperatamente di salvare i propri risparmi in banche estere.
In un paese nel quale, nel frattempo, non esiste più differenza tra corruttori e corrotti, tra gestori patrimoniali e uomini politici, l’unica strategia immaginata è stata quella di vendere il debito nazionale a qualche istituto estero – una misura che avrebbe messo fine a secoli di storia di indipendenza di San Marino, e che solo dopo una lunga battaglia politica è stato convertito in una vendita generalizzata per emissioni di bond perpetui, ovvero senza scadenza precisa, rimborsabili anche tra decenni, e quindi con un tasso di interesse variabile, una cosa finora mai accettata dalla Banca Centrale Europea[13], che ha evitato il default ma ha portato in pochi anni il debito sanmarinese a cifre da capogiro e difficilmente rimborsabili[14].
L’unico fatto positivo: lo spavento ha costretto il governo ad emanare una seria riforma del sistema finanziario, con leggi armonizzate con quelle europee[15], ed ha convinto la popolazione ad accettare l’introduzione dell’IVA – la prima tassa sulle persone fisiche dopo secoli di storia[16]. Ciò ha portato la magistratura locale e quella italiana a sequestrare somme via via più ingenti di denari provenienti dall’evasione fiscale, ma ha rafforzato l’immagine internazionale di San Marino e della speranza nel futuro della sua piazza finanziaria e sulla diminuzione della corruzione del proprio sistema politico e giudiziario[17].
Esplode lo scandalo
Mario Fantini, presidente di Delta, arrestato nel 2009 e morto nel 2011[18]Il susseguirsi di penose inchieste penali della magistratura italiana, ed il disastro dell’aeroporto di Rimini (per anni porto di scambio per il contrabbando russo[19], e poi fatto fallire in uno scandalo di corruzione epocale[20]), costringono il governo sanmarinese a porre un freno alla finanza spensierata e, tra il 2004 ed il 2008, ad ordinare la perquisizione di 16 banche, in seguito alle quali sono state aperte delle inchieste penali su oltre 40 indagati, tra cui il titolare della Cassa di Risparmio Sanmarinese e del gruppo Delta, un gruppo finanziario bolognese che conta più di 800 dipendenti, che viene arrestato con l’accusa di riciclaggio di denaro sporco, truffa, fatture false, appropriazione indebita e attività bancaria abusiva[21].
L’ ispezione della Banca d’Italia su Delta, terminata nel febbraio 2009, ha fatto sì che non potesse più operare come gruppo bancario – una misura necessaria visto che le attività illegali della Cassa di Risparmio Sanmarinese venivano direttamente gestite da Delta e dal suo presidente, Mario Fantini. Costui usava la banca per organizzare trasferimenti fittizi di denaro in una giurisdizione in cui, all’epoca, non esistevano i reati fiscali[22]. Tra il 2004 e il 2008 ingenti quantità di denaro in banconote da 500 euro sono state versate nelle casse della Banca del Titano, in modo da eludere il controllo fiscale italiano.
Insieme a Fantini, l’inchiesta penale ha portato all’arresto del presidente della Cassa di Risparmio, Gilberto Ghiotti. Un arresto imbarazzante, perché la Guardia di Finanza aveva da anni segnalato i propri sospetti, e la Banca d’Italia sembrava avere gli occhi bendati. Nel giugno del 2008 un furgone portavalori della ditta Battistolli viene perquisito dalla Guardia di Finanza di Forlì che recupera 2,6 milioni di euro, pronti a oltrepassare il confine Italia San Marino senza essere stati dichiarati – irrilevante a San Marino, ma reato grave nell’Unione Europea. Solo nel 2007, quando entra in vigore il regolamento europeo sul libero mercato dei capitali, Banca d’Italia e ministero delle Finanze si rendono conto della situazione[23].
Molti imprenditori italiani hanno sfruttato questo sistema per mascherare i trasporti in camion dei soldi evasi falsificando le proprie fatture, facendo risultare dei costi alti sostenuti per lavori mai eseguiti da ditte intestate a prestanomi che, una volta incassati i soldi, consegnano gli assegni a persone inesistenti o complici, le quali li firmano e li restituiscono al mittente[24]. Tali assegni sono destinati alla Cassa di Risparmio di San Marino, e da lì all’Istituto centrale delle banche popolari. La Cassa di Risparmio, a questo punto, chiede tramite fax il prelievo di contante al Monte dei Paschi di Siena (dov’era stato aperto un conto apposito). La ditta Battistolli aveva il compito di trasportare le somme di denaro dal Monte dei Paschi alla Cassa di Risparmio. Il denaro incassato viene restituito (oramai “pulito”) agli imprenditori, oppure utilizzato per concedere finanziamenti. Molti degli imprenditori implicati sono originari della Campania, Calabria e Sicilia, e sono collegati alla criminalità organizzata[25].
La chiusura della Cassa di Risparmio crea un effetto domino, e porta con sé la crisi della Banca del Titano, che è il depositario finale di gran parte delle somme riciclate. Il partito sanmarinese Alleanza Popolare, nato nel 1993 sull’onda della protesta popolare contro la corruzione, rende pubblici i fatti più gravi: nella Delibera congressuale del 27 marzo 2006 il Congresso di Stato ha imposto che la Cassa di riserva dello Stato debba garantire la linea di credito, di circa 20 milioni di euro, aperta dalla Banca Centrale a favore della Banca del Titano. Per gli esponenti di Ap si uso illegale di riserve dello Stato per finanziare un’azienda privata. Tito Masi, uno degli uomini politici più potenti e corrotti della Repubblica[26], giura che i risparmiatori non corrono rischi, ma non può nascondere il fatto che saranno i cittadini sanmarinesi a dover risanare il debito della Banca del Titano[27].
Lo scandalo del Credito industriale
Più la magistratura scava, più emergono vecchie storie brutte ed infinite: il 29 giugno del 2018 si è chiuso, dopo anni, un capitolo importante, con 17 condanne: parliamo dello scandalo del Conto Mazzini, conosciuto anche come la “tangentopoli sanmarinese”. Il processo ha fatto emergere un sistema criminoso guidato a braccetto da politici e banchieri, durato anni, di cui il Tribunale riesce solo a dimostrare un frammento – una frode di oltre 1 milione di euro. La vicenda prende il nome da un certo Giuseppe Mazzini, titolare di un conto corrente presso la Banca Commerciale di San Marino, sui cui sono stati versati fondi illeciti per finanziare i partiti politici. Questi prelevavano il contante da libretti al portatore (le “agendine nere” così definite nel processo), aperti dalla finanziaria Finproject in oltre 20 anni di attività, e per giunta oggetto di spionaggio da parte dei servizi segreti italiani, che usavano le intercettazioni per ricattare i politici e gli imprenditori[29].
Il caso è talmente grande da dover essere diviso in tronconi, corrispondenti alle tre principali società in cui vengono “ripulite” le tangenti: Penta immobiliare, Podeschi-Stolfi e Finproject[30]. In cima a tutto c’è un’unica consapevolezza: San Marino è nelle mani di un gruppo criminale, guidato da almeno 21 persone, fra cui 8 ex Segretari di Stato e 5 ex Capitani Reggenti[31]. Secondo i magistrati, “il gruppo criminale ha occupato progressivamente ogni settore dell’economia e colonizzato ogni istituzione”, anteponendo “l’opportunismo individuale” agli interessi del Paese, creando “struttura autonoma rispetto all’ambito istituzionale”[32].
Nasce un movimento di protesta, RETE, fondato da Roberto Ciavatta, un giovane portalettere che, in pochi mesi, diventa una delle voci più influenti di San Marino, che dalle pagine dei giornali afferma che “il conto Mazzini non è che la punta di un iceberg” e si dice convinto che “ancora molti dei legami tra politica e affari devono emergere e venir puniti” e pretende inchieste indipendenti sull’attività del governo e della banca centrale[33].
I vertici di Banca CIS (Marino Grandoni, Daniele Guidi e Marco Mularoni) vengono rinviati a giudizio per truffa, frode e appropriazione indebita per aver utilizzato titoli di proprietà dei clienti a garanzia di prestiti ottenuti dalla banca. Queste operazioni finanziarie illecite finalmente finiscono in Tribunale, dove si svela un tessuto di decenni di intrighi, favori, tangenti – il tutto coordinato da Grandoni, che si scopre essere il vero padrone di San Marino[34]. Una volta portato in tribunale lui, molti dei suoi complici ammettono i fatti: centinaia di milioni di euro sono serviti a finanziare in modo illecito i partiti storici di San Marino[35].
C’è un personaggio chiave all’ombra dell’intero scandalo: l’avvocato sanmarinese Alvaro Selva, la cui carriera politica inizia nel Partito Comunista locale nel 1974 e lo porta, cambiando di partito in partito, fino ad arrivare a candidarsi, ultraottantenne, nella lista della destra, a ricoprire tutte le più importanti cariche della Repubblica – tra cui quella di Ministro degli Interni, che lo ha portato a contatto con i servizi segreti italiani, di cui è stato collaboratore[36].
Il suo ruolo è importante, e viene indagato dalla Commissione Parlamentare Mitrokhin, che all’inizio del secolo indaga le intromissioni spionistiche e finanziarie dell’Unione Sovietica nella vita politica italiana – un ottovolante di dossier, di accuse, di tangenti, di finte operazioni di polizia, nelle quali Selva appare quasi sempre insieme ad uno degli agenti provocatori più famosi del XX secolo, Aldo Anghessa.[37] Selva prende soldi da tutti i tronconi dell’inchiesta sul Conto Mazzini, ma ne incassa anche dalla criminalità organizzata per la sua attività da lobbysta per portare un casinò a San Marino[38]. Alla fine del vortice di processi per calunnia, oramai anziano e politicamente sconfitto, Selva è stato nuovamente inquisito per il suo malmostoso passato – di cui, probabilmente, nessuno potrà mai sapere i dettagli[39].
In mani straniere
Nel 2017 San Marino è in ginocchio: necessita di oltre mezzo miliardo di euro per una ricapitalizzazione che, come affermato dall’ex Segretario di Stato, Iro Belluzzi lo scorso 19 aprile in Consiglio Grande e Generale, non è rimandabile: il paese è in bancarotta. Oltre a ciò, il governo deve far fronte alla tegola dei crediti deteriorati, che pesano per quasi 2 miliardi di euro sui conti delle banche locali. Questo vuol dire che è impossibile richiedere un ulteriore sforzo alla cittadinanza, sottoforma di un aumento delle tasse. La soluzione esiste: vendere tutto agli Emiri, che diventano i veri proprietari di San Marino, e da qui creano organizzazioni di tecnologia di computer (anche di spionaggio e militare)[41].
Una delle soluzioni possibili è rappresentata dalla vendita di uno degli istituti più in difficoltà, ovvero il Credito Industriale Sammarinese. La banca che fa riferimento di fatto all’immobiliarista e costruttore Marino Grandoni (la catena di controllo parte dalla lussemburghese Leiton Holding e arriva a Banca Partners spa) trova subito possibili compratori: gli Emiri del Qatar e quelli degli Emirati Arabi Uniti, impegnati in una lotta tra loro per l’egemonia nel Golfo Persico[43] e disposti a investire qualsiasi cifra per mettere piede nel sistema finanziario europeo[44]: se la Cassa di Risparmio di San Marino finisse in mani arabe, il sistema bancario locale rischierebbe seriamente di essere colonizzato[45].
Ma non ci sono solo gli Arabi a sognare di mettere le mani sul Monte Titano e sulle sottostanti spiagge romagnole: l’aeroporto di Rimini, nel 2012, su iniziativa del Sindaco di Rimini, viene offerto alla Russia per evitarne la bancarotta[46]. Il sindaco afferma di aver intuito le potenzialità del turismo russo, che costituisce il 42% degli arrivi all’aeroporto di Rimini. I russi realizzerebbero diversi progetti che riguardano l’aeroporto, il sistema alberghiero, la Fiera e il Palacongressi. L’aeroporto Fellini potrebbe così diventare un centro strategico importante sull’asse Rimini-Mosca-Pechino. Aumentando i voli, l’aeroporto di Rimini potrebbe attirare i turisti del Medio Oriente[47].
Tutto ciò non basta. Oggi, nel mondo, ci sono oltre cento giurisdizioni offshore, ed anche i più conservatori tra i clienti italiani sanno ormai come aprire una società finanziaria nelle isole del Pacifico, nei Caraibi o in estremo Oriente. Per sopravvivere sul mercato globale bisogna garantire stabilità, correttezza, trasparenza, e dal 2009 in poi la Repubblica di San Marino ha compiuto passi importanti nella direzione indicata dagli accordi diplomatici (la convenzione monetaria) sottoscritti con l’Unione Europea[48]. Ma nemmeno questo basta: San Marino, per competere contro i paradisi fiscali di paesi esotici, deve costare meno ed essere tecnologicamente più all’avanguardia. Cose che il piccolo paese, sognando la gloria dei tempi di Napoleone, fa fatica ad accettare[49].
[1] https://sanmarinofixing.com/2022/02/14/il-legame-tra-san-marino-e-napoleone-bonaparte/
[2] Antonio Carattoni, “Gli scandali finanziari nella storia del piccolo Stato”, AIEP EDITOREM, 2021
[3] Antonio Carattoni, “Gli scandali finanziari nella storia del piccolo Stato”, AIEP EDITOREM, 2021
[4] Antonio Carattoni, “Gli scandali finanziari nella storia del piccolo Stato”, AIEP EDITOREM, 2021
[5] Antonio Carattoni, “Gli scandali finanziari nella storia del piccolo Stato”, AIEP EDITOREM, 2021
[6] Antonio Carattoni, “Gli scandali finanziari nella storia del piccolo Stato”, AIEP EDITOREM, 2021
[7] http://verter.altervista.org/stosocialismo.html
[8] http://dantealighierirsm.org/wp-content/uploads/2017/05/2015-10.pdf, page 181
[9] Repubblica di San Marino, “Relazione della Commissione d’Inchiesta sulla gestione del Prestito a Premi”, San Marino 1919
[10] https://www.libertas.sm/san-marino-come-felici-combattera-l-evasione-fiscale-interna-meglio-ridere-81257/
[11] https://www.wallstreetitalia.com/evasione-fiscale-quel-breve-viaggio-da-rimini-a-san-marino/ ; https://sanmarinofixing.com/2011/06/20/evasione-fiscale-a-san-marino-e-di-dimensioni-gigantesche/
[12] https://www.teleromagna24.it/attualit%C3%A0/rimini-miliardi-di-euro-verso-san-marino-250-indagati-per-evasione-fiscale-video/2016/4
[13] https://espresso.repubblica.it/economia/2021/03/25/news/san_marino_cancella_mezzo_miliardo_di_debiti-293787802/ ; https://www.bsm.sm/source/BSM_ISIN%20SM000A3K7BT5_2032%2007%2021.pdf ; https://www.carisp.sm/wp-content/uploads/2022/02/Aggiornamento-Prezzi-SM000A18X1M6.pdf
[14] https://sanmarinofixing.com/2022/08/04/debito-pubblico-stimato-a-quota-1255-miliardi-di-euro-al-31-12-2022/ ; https://www.libertas.sm/san-marino-la-serenissima-il-debito-pubblico-schizza-a-490-milioni-di-euro/
[15] https://www.hlbsanmarino.com/en/segreto-bancario-non-puo-coprire-levasione-fiscale/ ; file:///C:/Users/Asus/Downloads/17025776Relazionediminor.pdf ; https://www.aiepeditore.com/portfolio-articoli/le-imposte-sui-redditi-nella-repubblica-di-san-marino-maurizio-bastianelli/
[16] https://www.investireoggi.it/fisco/paradisi-fiscali-in-crisi-san-marino-pronta-a-introdurre-liva/
[17] https://giornalesm.com/san-marino-una-riflessione-sul-fallimento-della-piazza-finanziaria-di-luca-lazzari-di-massimo-valentini/?cn-reloaded=1
[18] https://www.altarimini.it/News34808-san-marino-e-morto-mario-fantini-ex-presidente-del-gruppo-delta.php
[19] https://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1999/09/28/Esteri/RUSSIAGATE-NYT-RIMINI-NODO-DEL-RICICLAGGIO-3_145600.php ; https://corrieredibologna.corriere.it/bologna/cronaca/19_ottobre_21/rimini-fermato-contrabbandiere-russo-30mila-sigarette-00de8db8-f40f-11e9-95ca-fd09a54202c0.shtml ; https://www.sanmarinortv.sm/news/attualita-c4/quasi-300-stecche-sigarette-contrabbando-fermato-giovane-russo-aeroporto-fellini-rimini-a79829
[20] https://www.ilfattoquotidiano.it/2013/11/26/aeroporto-di-rimini-il-tribunale-ha-dichiarato-il-fallimento-di-aeradria/791962/ ; https://www.riminitoday.it/cronaca/crac-fallimento-aeradria-sentenza.html ; https://www.italiaoggi.it/archivio/aeroporto-rimini-baraccone-fallito-1853509
[21] https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/05/05/scandalo-riciclaggio-san-marino-nella-bufera.html ; https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/05/05/gruppo-delta-cassa-di-marino-per-giudici.html
[22] https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/05/05/scandalo-riciclaggio-san-marino-nella-bufera.html
[23] https://www.finanzaonline.com/forum/macroeconomia/1059366-cosa-ce-dietro-il-nuovo-scandalo-di-san-marino.html ; https://www.libertas.sm/per-carisp-san-marino-ridicolizzati-funzionari-di-mps-e-bankitalia-13270/
[24] https://www.finanzaonline.com/forum/macroeconomia/1059366-cosa-ce-dietro-il-nuovo-scandalo-di-san-marino.html ; https://www.libertas.sm/per-carisp-san-marino-ridicolizzati-funzionari-di-mps-e-bankitalia-13270/
[25] https://www.repubblica.it/2009/05/sezioni/cronaca/san-marino-riciclaggio/soldi-ripuliti/soldi-ripuliti.html
[26] https://www.libertas.sm/congresso-di-stato-commissione-consiliare-per-gli-affari-di-giustizia-1439/
[27] https://www.sanmarinortv.sm/news/politica-c2/banca-titano-ap-scandalo-regime-a21000
[28] https://www.sanmarinortv.sm/news/politica-c2/commissione-antimafia-alvaro-selva-risponde-a11905
[29] https://www.libertas.sm/san-marino-caso-finproject-spuntano-le-carte-sulle-intercettazioni-l-informazione-di-san-marino-118305/ ; https://www.libertas.sm/antonio-fabbri-linformazione-in-finproject-pure-le-carte-su-chi-doveva-allestire-la-sala-per-le-intercettazioni/
[30] https://contomazzini.home.blog/repubblica-san-marino-conto-mazzini/
[31] https://www.libertas.sm/san-marino-processo-conto-mazzini-la-sentenza-di-secondo-grado-o-appello-condannati-e-assolti/
[32] https://www.libertas.sm/san-marino-marino-cecchetti-solo-per-denaro-lo-stato-piegato-agli-affari-del-gruppo-criminale-104746
[33] https://www.dire.it/07-07-2017/132458-ciavatta-conto-mazzini-solo-punta-un-iceberg-si-celebrino-altri-processi/
[34] https://www.sanmarinortv.sm/news/comunicati-c9/colletti-bianco-azzurri-la-serata-pubblica-di-rete-sui-rinvii-a-giudizio-dei-vertici-di-banca-cis-a221356
[35] https://www.riminiduepuntozero.it/appello-conto-mazzini-processo-sempre-piu-controverso-e-a-rischio-annullamento/
[36] Alvaro Selva on Nexis
[37] https://ibiworld.eu/2020/09/22/in-morte-di-alfa-alfa/
[38] Alvaro Selva on Nexis; https://www.parlamento.it/704?shadow_organo=413114 ; https://espresso.repubblica.it/palazzo/2006/12/07/news/la-repubblica-dei-veleni-1.2146/
[39] Alvaro Selva on Nexis
[40] https://www.today.it/rassegna/san-marino-banche-arabi.html
[41] https://www.sanmarinoqatar.com/
[43] GOLFO PERSICO: LA GUERRA DOPO L’ARMISTIZIO | IBI World Italia ; FRATELLO BUONO E FRATELLO CATTIVO: COME LA DINASTIA AL-NAHYAN NASCONDE IL PROPRIO VERO VOLTO | IBI World Italia ; SE ABU DHABI PENSA DI “PILOTARE” DONALD TRUMP | IBI World Italia
[44] EMIRATI: IL GRANDE PARADISO DEI CRIMINALI | IBI World Italia ; QUANDO LA CHAMPIONS LEAGUE LA PERDE ABU DHABI | IBI World Italia
[45] https://www.today.it/rassegna/san-marino-banche-arabi.html
[46] https://www.riminitoday.it/economia/rimini-presenta-l-aeroporto-agli-investitori-russi-e-internazionali.html ; https://www.riminibeach.it/notizie/aeroporto-federico-fellini-accordi-russia ; https://www.libertas.sm/rimini-presentato-laeroporto-fellini-agli-investitori-russi/
[47] Rimini presenta l’aeroporto agli investitori russi e internazionali (riminitoday.it)
[48] file:///C:/Users/Asus/Downloads/Convenzione%20Monetaria%20tra%20Unione%20Europea%20e%20Repubblica%20di%20San%20Marino_entrata%20in%20vigore%20il%2001_09_2012.pdf
[49] https://sanmarinofixing.com/2012/12/14/carlo-pelanda-piazza-finanziaria-futuro-a-portata-di-mano/
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