Finanza

Primo trimestre positivo per le grandi banche italiane

10 Maggio 2018

Primo trimestre 2018 più che positivo per i due maggiori nomi del sistema bancario italiano, Intesa Sanpaolo e Unicredit, che hanno consegnato risultati in solida crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I dati delle due banche mostrano infatti un’accelerazione sia sul piano della redditività sia su quello della patrimonializzazione.

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In particolare, l’utile netto di periodo di Intesa Sanpaolo ha raggiunto 1,25 miliardi di euro, in crescita del 39% rispetto allo stesso periodo del 2017,  pienamente in linea con l’obiettivo di un utile netto superiore ai 3,8 miliardi conseguiti nell’intero 2017 e miglior risultato dal 2008. In soli tre mesi il gruppo guidato dall’amministratore delegato Carlo Messina è pari al 43% dell’intero utile 2017, includendo la plusvalenza netta derivante dalla partnership nei crediti deteriorati con Intrum. I proventi operativi netti di Intesa Sanpaolo sono saliti del 14,2% a 4,8 miliardi, con interessi netti in aumento del 2,8% e commissioni dell’8,2%, in parallelo con un’elevata patrimonializzazione (13,4% l’indice CET1), confermando i punti di forza del modello del gruppo. «Intesa Sanpaolo si conferma come l’acceleratore della crescita dell’economia reale del Paese: nei primi tre mesi del 2018 le erogazioni a medio e lungo termine sono state pari a 12,5 miliardi di euro – ha detto Messina – Resta per noi di cruciale importanza lavorare a fianco di tutte le aziende in grado di superare condizioni di temporanea difficoltà: nel solo primo trimestre abbiamo aiutato circa 3.600 aziende a tornare in bonis. La crescita dei ricavi unita all’attenzione ai costi, il modello di business di wealth management company di successo, la significativa capacità di ridurre il costo del credito fanno di Intesa Sanpaolo una banca tra le più profittevoli e allo stesso tempo tra le più solide in Europa». Particolarmente rilevante anche la crescita di Eurizion, la società di asset management del gruppo, che a fine trimestre ha registrato una crescita del 6,5% del patrimonio gestito a 314,5 miliardi di euro e un utile di 123,2 milioni, con una crescita del margine da commissione del 18% a 184,8 milioni.

Trimestre brillante anche per il gruppo Unicredit, che ha chiuso con profitti per 1,1 miliardi di euro (+22,6%). Il risultato batte le attese degli analisti, che stimavano mediamente un utile di 766 milioni. La banca ha sottolineato che si tratta del miglior primo trimestre dal 2007, prima cioè della crisi. «I risultati del primo trimestre 2018 di UniCredit, il miglior primo trimestre in più di un decennio, sono stati guidati da una forte dinamica commerciale in tutto il gruppo, sostenuta da una rinnovata e positiva attenzione nei confronti del cliente, che si è tradotta in quasi mezzo milione lordo di nuovi clienti – ha detto l’.a.d Jean Pierre Mustier – [Il piano] Transform 2019 è in anticipo rispetto ai tempi previsti e produce risultati tangibili: abbiamo già realizzato il 78% delle chiusure delle filiali in programma e il 75% delle riduzioni di personale previste». In particolare, a fronte di una stabilità dei ricavi trimestrali (5,1 miliardi, -0,7% annuo) rispetto allo stesso periodo 2017, i costi operativi sono scesi del 5,2%, con un miglioramento del rapporto costi/ricavi  di 2,5 punti percentuali al 53,5 per cento. La banca proseguirà nel trend di riduzione delle sofferenze, dopo la maxi operazione Fino. Si prevede infatti di vendere 4 miliardi di esposizioni deteriorate lorde nel 2018. Le esposizioni deteriorate nette sono diminuite a 17,7 miliardi a fine marzo 2018 (-26,2% su marzo 2017), con un rapporto tra esposizioni deteriorate nette e totale crediti netti al 4 per cento.

Fra le banche italiane, vanno segnalato infine il miglioramento di Banco Bpm, che ha chiuso il primo trimestre 2018 con un utile netto quasi raddoppiato a 223 milioni di euro contro 115 milioni del primo trimestre 2017, anche se inferiore alle attese degli analisti. I proventi operativi trimestrali del gruppo guidato da Giuseppe Castagna si sono attestati a 1,18 miliardi (-0,5%), con margine di interesse a 595 milioni (+8,5%) e commissioni nette a 476,5 milioni (-7,6%). L’istituto ha sottolineato la prosecuzione dell’«importante azione di derisking» con crediti deteriorati netti in calo di 1,7 miliardi da fine 2017, in diminuzione del 12,8% rispetto al valore di fine 2017, mentre l’indice di copertura è salito al 53,8% dal 48,8% al 31 dicembre 2017.

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