Finanza

Paladino: “Saper scegliere e gestire le risorse aiuta i ragazzi a essere liberi”

4 Maggio 2022

Le nostre vite sono sempre più influenzate da decisioni collegate alla finanza, al credito e alla previdenza ma la maggior parte delle persone riscontra diverse difficoltà nella gestione del denaro. Non solo, e non sempre, per mancanza di risorse ma soprattutto per carenza di competenze finanziarie di base, ovvero di educazione finanziaria. Dieci anni fa è nato un museo unico nel suo genere, proprio perché dedicato all’alfabetizzazione finanziaria: è il Museo del Risparmio del gruppo Intesa Sanpaolo e si trova a Torino. Si tratta di un luogo innovativo, dedicato alla famiglie e ai bambini, ma anche un centro studi che si apre alle scuole e a diverse altre realtà per formare ragazzi, non solo sulla finanza, che un domani saranno adulti più consapevoli nella gestione delle loro risorse e quindi delle loro vite.

Il Museo oggi, oltre a dedicarsi all’educazione finanziaria, organizza diverse attività spaziando dalla sostenibilità, all’economia circolare allo sviluppo dei talenti e delle soft skills. Ne abbiamo parlato con la direttrice del Museo, Giovanna Paladino.

Museo del Risparmio, Ingresso e biglietteria

Il Museo del Risparmio ha da sempre nell’offerta di attività didattiche destinata alle scuole uno dei suoi punti di forza e oggi si occupa di una questione importante: l’abbandono scolastico (13 per cento in Italia sul totale della popolazione scolastica). Con il progetto School4Life organizzate workshop su educazione finanziaria, economia circolare, sostenibilità… Come nasce quest’impegno?

Il progetto School4Life nasce da un impegno preso da Intesa Sanpaolo con alcune grandi aziende italiane e il Consorzio Elis che fa da promotore, mettendo in contatto ogni singola impresa con le scuole. La partecipazione all’iniziativa, nell’ambito delle attività ESG di Intesa Sanpaolo, ha visto il contributo del Museo del Risparmio e della Learning Academy del Gruppo. Il coinvolgimento del Museo è stato naturale grazie all’esperienza maturata nell’ attività formativa con i ragazzi sui temi dell’educazione finanziaria, dalla gestione del denaro, alla sostenibilità ambientale e all’economia circolare, tra i molti progetti in questo ambito ricordo S.A.V.E virtual tour. In questo modo riusciamo a fornire un quadro abbastanza ampio di quello che vuol dire essere cittadini attivi, quindi, consapevoli e anche possibilmente felici, perché appunto protagonisti della propria vita e di quella della comunità in cui si lavora, fornendo ai ragazzi gli strumenti di valutazione, di conoscenza, di approfondimento e di scelta. Il nostro obiettivo è che alla fine di questo breve percorso i ragazzi siano in grado di migliorare la loro capacità di scegliere grazie a momenti di confronto e apprendimento su base esperienziale a scuola, con un professore, e grazie al percorso fatto insieme con i tutor del Museo.

Nella seconda parte dell’anno, dopo l’estate, ci sarà invece un percorso di formazione curato dalla Learning Academy di Intesa Sanpaolo, maggiormente incentrato sulle soft skill, competenze che i ragazzi spesso non apprendono nell’ambiente scolastico, ma che possono essere estremamente utili nel loro futuro. Le scuole che abbiamo individuato sono situate in regioni dove il fenomeno della dispersione scolastica è più diffuso. Ci siamo concentranti sulle scuole medie, perché sebbene l’abbandono più forte sia nella scuola superiore, è il passaggio tra le tipologie di scuole a rappresentare una fase molto critica.

Lo è soprattutto per chi vive situazioni già difficili, immagino.

Esatto, si tratta di quei ragazzi che non hanno un supporto familiare sufficiente, che vivono in condizioni socioeconomiche più precarie e che troppo spesso fanno scelte legate al caso, che talvolta li porta all’abbandono scolastico precoce. Come Museo del Risparmio siamo molto attenti a questi temi, perché lavoriamo anche su altri progetti dedicati alle scuole medie. Ne abbiamo organizzato uno proprio prima del Covid che si intitola “Sky is the limit”, nato con l’obiettivo di accrescere l’autostima e la motivazione dei ragazzi e delle ragazze e di imparare a pianificare il proprio futuro per raggiungere obiettivi e desideri. E adesso ne abbiamo in programma un altro intitolato “Sky is no limit”, una forma di mentorship volta ad accompagnare i ragazzi delle scuole medie in un momento importante per la loro vita come la scelta della scuola superiore. Noi crediamo che la scuola media sia veramente un punto di svolta e che abbia bisogno di un sostegno maggiore per tante ragioni. In effetti non è solo una mia convinzione, ma lo dicono le statistiche. È la scuola media il punto debole della scuola italiana.

Per i ragazzi, voi come Museo vi impegnate anche in tantissime altre iniziative. Penso a quelle che si svolgono durante la Global Money Week: il riscontro delle famiglie è sempre positivo? C’è una consapevolezza dell’importanza di avvicinare i figli ai temi di cui vi occupate?

All’inizio, devo essere sincera, può esserci una certa diffidenza. Quando si nomina l’educazione finanziaria, qualcuno pensa che si parli solo di soldi, ma l’impostazione che abbiamo voluto dare al Museo non è quella di parlare di denaro in senso, diciamo così, più di “grigia attenzione” o avarizia. Noi parliamo di desiderio, in quanto il risparmio viene messo in circolo dal desiderio di raggiungere un obiettivo, traducendo le proprie idee in azioni concrete. Questo è anche il modo in cui parliamo di risparmio e di denaro ai bambini. Credo peraltro che sia il modo corretto di trattare questi argomenti con tutti, pensando al denaro e al risparmio non come una forma di sacrificio, ma come una forma di libertà che ci consente di realizzare qualcosa a cui teniamo molto. Il desiderio diventa così il motore per raggiungere qualcosa di positivo.

Quello che spieghiamo ai ragazzi delle scuole medie è che si diventerà un cittadino consapevole se si sanno gestire bene le risorse, di ogni tipo, non solo economiche. Se riesci a gestire bene le risorse scarse riuscirai a raggiungere i tuoi obiettivi, sarai una persona più felice, e lo sarai ancora di più se con te lo saranno anche gli altri. Quindi, l’idea è quella di aiutare i ragazzi a pensarsi non da soli e isolati, ma bensì all’interno di una comunità.

Gestire bene le risorse, in un periodo storico come il nostro, è importante anche per raggiungere l’indipendenza economica…

Certo, noi cerchiamo di porre attenzione all’importanza dell’indipendenza economica come un momento fondamentale, quindi la necessità di realizzarsi anche nel lavoro (aldilà delle condizioni sociali ed economiche di partenza) e saper gestire questi soldi che probabilmente non saranno mai abbondanti, perché la maggior parte di noi oggi vive o fa i conti con delle ristrettezze.

Museo del Risparmio, Sala Capire

Tra coloro che devono essere più stimolate e aiutate dal lato dell’educazione finanziaria, nel nostro Paese, ci sono anche le donne.

Le ragazzine, soprattutto le ragazze. Con le iniziative del Museo le spingiamo a desiderare e a pensare in grande, a non vedersi solo come casalinghe. Dalle nostre indagini, per esempio, emerge che nelle scuole medie c’è già una differenza netta fra maschi e femmine sulla materia scolastica preferita: i maschi scelgono le materie scientifiche, mentre in larga maggioranza, le femmine optano per le materie umanistiche. Però questa preferenza non è legata a una questione genetica, né a una questione di capacità, ma è collegata al contesto culturale della famiglia e della scuola ed è una scelta difficile da scardinare. E se guardiamo invece a quelle donne che oggi già lavorano e che hanno un proprio stipendio, dalle varie indagini che il Museo realizza in maniera abbastanza regolare, risulta che circa il 60 percento di loro delega la gestione del denaro al proprio partner volontariamente, dando per scontato che gli uomini siano sempre più preparati delle donne.

In questi anni sono stati fatti passi in avanti?

Abbiamo lavorato e sperimentato tanto, ma i passi avanti su questo tema non sono moltissimi. C’è ancora tanta difficoltà nel parlare di denaro, spesso perché è un argomento che genera ansia. Si tratta di quel fenomeno che viene definito “ansia finanziaria” e fa sì che le persone in realtà non ne vogliano parlare, soprattutto gli adulti, mentre per i ragazzini è diverso perché spesso sono scevri da questa sovrastruttura. La famiglia però rimane il punto di riferimento per la questione economica per due ragioni fondamentali: i genitori danno i soldi, e sono l’esempio per i propri figli. Per questo abbiamo deciso di lavorare con le famiglie, lo facciamo già con il Moige con degli appuntamenti mensili e lo faremo sempre di più. L’anno scorso abbiamo avuto 48.000 studenti che hanno seguito i nostri corsi ma abbiamo bisogno che questa cultura venga trasmessa ancora meglio dai genitori.

Festeggiate proprio in questo periodo i dieci anni di attività del Museo del Risparmio, perché in Italia c’è un livello così basso di alfabetizzazione finanziaria?

Sicuramente il livello di educazione finanziaria non è alto, ma non è elevato in Italia, come non è alto in altri paesi, basti pensare che in media nel mondo il 37 percento è alfabetizzato il resto no. Molti non sanno cosa sia l’educazione finanziaria e non conoscono quei tre concetti che porterebbero a definire una persona alfabetizzata. Però bisogna anche ricordare che in Italia i livelli di indebitamento personale sono molto più bassi che nel mondo anglosassone. Abbiamo tassi di risparmio alti.

Gli italiani sono dei risparmiatori non eccezionali, ma dei buoni risparmiatori, che cercano di non indebitarsi. Un aspetto non secondario perché il sovraindebitamento è una catastrofe personale per la famiglia, ma non riescono a fare il passo ulteriore dell’investimento, essendo meno abituati a farlo rispetto ad altri. Questo è il vero problema: non investendo lasciano i loro risparmi sui loro conto correnti, una scelta che con l’attuale inflazione al 7 percento significa erosione del capitale con rischi sempre più evidenti per diseguaglianze economiche.

Museo del Risparmio, Sala Sognare 

C’è una mancanza di conoscenza ma anche di fiducia?

Si, poi magari le persone comprano i bitcoin senza sapere chi c’è dietro. La banca è invece regolamentata, supervisionata dalla Bce che gli fa lo screening quotidianamente. Gli altri paesi stanno meglio dal punto di vista degli investimenti, perché hanno maggiore familiarità con i mercati finanziari, ma hanno tassi di indebitamento personale altissimi.
Quello che vediamo in Italia è che è difficile colmare questo gap tra la capacità di risparmio e la volontà di investimento. Non riusciamo a chiuderlo. Bisognerebbe capire come ristabilire una relazione virtuosa.

Le istituzioni che ruolo potrebbero avere?

Ovviamente le istituzioni hanno un ruolo importante. Poi bisognerebbe diffondere, per esempio, anche la conoscenza del fatto che tutte le banche, grandi e piccole, hanno una supervisione molto stringente, specie dalla crisi di Lehman Brothers nel 2008. Poi bisogna anche imparare a capire cos’è il rischio. Non si può investire avendo un rendimento senza rischio. Il rendimento è collegato al rischio, quindi, l’idea che esista la certezza del ritorno dell’investimento è una bella illusione. Chiunque di noi poteva immaginare lo scoppio della guerra in Ucraina? Forse ci sarà stato qualcuno che l’ha prevista, ma nessuno l’aveva detto prima. La guerra porta volatilità sui mercati perché si spostano a seconda di quelle che sono le informazioni che raccolgono e che possono far presagire scenari diversi. Quella volatilità può portare perdite o guadagni ed è legata all’incertezza e se non l’accettiamo non faremo mai un passo in avanti.

Che iniziative avete in programma per celebrare il compleanno del Museo?

Il Museo lo abbiamo aperto il 12 maggio del 2012 ma compiamo i primi dieci anni di attività nella settimana dell’Eurovision Song Contest che si tiene quest’anno a Torino e che dura fino al 15 del mese. Per tutta quella settimana partecipiamo alle iniziative che la città di Torino sostiene per celebrare l’iniziativa dell’Eurovision Song Contest con tante attività, che uniranno simbolicamente il mondo della musica con quello dell’economia e del risparmio. Avremo anche una mostra di salvadanai collegati alle canzoni. Ospitiamo, infatti, nel nostro Museo una collezione di salvadanai di 1700 pezzi e questo ci permette di organizzare delle esposizioni tematiche. Questa volta abbiamo deciso di farne una proprio sul mondo della musica. Avremo un incontro con un esperto che ci parlerà dell’economia della musica “dal 45 giri a Spotify”. Il 12 maggio si terrà uno spettacolo di neuromagia, con ospiti che si occuperanno del denaro attraverso una conferenza spettacolo tenuta da Massimo Bustreo ed Edoardo Ares. Ci saranno tutta una serie di attività per i ragazzini, ad esempio il 14 maggio in occasione della serata finale dell’evento musicale faremo un quiz live a squadre per le famiglie che verranno al Museo. E infine, il 15 maggio, ci saranno delle attività con i bambini dai sei ai dieci anni che saranno una via di mezzo fra l’educazione finanziaria e il musical. Festeggeremo così per un’intera settimana, coinvolgendo anche le persone che saranno a Torino per il concorso canoro e che potranno visitare gratuitamente il Museo.

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