Finanza
NPL Meeting 2021, il settore finanziario resiste. Nel 2021 Npe ratio sotto il 5%
L’anno scorso ci si preparava ad affrontare una nuova ondata di crediti deteriorati che, sulla scia della pandemia globale da Covid-19, avrebbe investito anche il nostro paese. Oggi invece, il messaggio che arriva da “Recovery Builders” NPL Meeting 2021 è di ottimismo.
Il meeting, arrivato alla sua decima edizione, si è tenuto a Villa Erba, a Cernobbio, ed è l’evento di riferimento in Italia per il mercato dei non performing loans e il bank restructuring ed è organizzato da Banca Ifis. «Quello che diffondiamo oggi è il quattordicesimo Market Watch NPL, un documento chiave per comprendere come, in questo settore, negli ultimi dieci anni siano profondamente cambiati volumi, dinamiche e protagonisti – ha detto il vice presidente di Banca Ifis Ernesto Fürstenberg Fassio in apertura -. Etica, sostenibilità e trasparenza sono alla base del nostro lavoro ed è importante continuare a sviluppare questa attività che genera economia e nuova occupazione nel Paese e può contribuire alla ripresa».
A limitare gli effetti della pandemia di sicuro sono state le misure adottate dal governo «straordinariamente efficaci nel traghettare il Paese fuori dalla crisi economica», ha specificato Frederik Geertman, amministratore delegato di Banca Ifis. «I dati del Market Watch NPL (report presentato oggi dalla banca; ndr) lo confermano, evidenziando un flusso di crediti deteriorati non solo inferiore ai volumi delle precedenti crisi ma anche minore rispetto alle previsioni del 2020». Al centro però c’è anche l’industria del credito deteriorato che si è specializzata investendo in competenze e tecnologie. «Oggi questi attori sono in grado di assorbire i crediti deteriorati con efficacia ed efficienza e si rendono protagonisti della ripresa. Ci sono, inoltre, poche industrie che possono vantare una crescita di reddittività e occupazione come l’NPL Industry. La sfida è dotarsi di sempre più efficaci strumenti finalizzati a una gestione attiva, sostenibile e professionale dei crediti deteriorati», ha concluso Geertman.
Stando alle stime del report, l’Italia raggiungerà nel 2021 un NPE ratio (cioè il rapporto tra crediti deteriorati e totale crediti) di poco inferiore al 5% e si svilupperà in leggera salita al 5,9% nel 2023. Numeri che dimostrano la resilienza del settore finanziario italiano. I nuovi flussi di deteriorato – 41 miliardi di euro nel 2022 e 32 miliardi di euro nel 2023 – saranno molto inferiori ai 71 miliardi di euro registrati nel solo 2013, sia in valore assoluto sia in termini percentuali.
La principale differenza, rispetto alle precedenti crisi, sono le politiche monetarie espansive delle banche centrali e gli interventi congiunti dei governi. In Italia le moratorie sui crediti in essere, il blocco dei licenziamenti e i crediti garantiti hanno evitato un possibile credit crunch (dai primi mesi del 2020 sono in ripresa i prestiti, soprattutto alle imprese) e hanno ritardato l’emersione dei NPL che dovrebbero crescere con il venir meno degli incentivi. Nel 2022, con la fine delle moratorie, il tasso di default, ovvero il rapporto tra le nuove sofferenze e lo stock di finanziamenti concessi, dovrebbe attestarsi al 3% in crescita rispetto all’1,4% del 2021 ma comunque lontano dal 4,5% del 2013. Nel 2022 è previsto che lo stock di UtP superi quello dei NPL. Inoltre, secondo le previsioni del Market Watch NPL, nel 2023 il 75% dello stock di Npe italiani, pari a 317 miliardi di euro su 430 miliardi di euro complessivi, sarà uscito dai bilanci bancari verso quelli degli investitori.
Il settore dell’industria NPL, peraltro, guardando il report, cresce a ritmo elevato dal 2013 con il 21% in più di ricavi, il 12% in più di masse in gestione, il 35% in più di investimenti, un Ebitda che segna +14% e l’occupazione che cresce del 16%. Nel 2021 gli operatori stimano una crescita dei fatturati del 6% e dei margini del 15%. Alla fine del 2020 i primi dieci servicer gestivano oltre 300 miliardi di crediti deteriorati. I primi tre investitori (Amco, Ex Quaestio capital management e Banca Ifis) hanno invece acquisito 80 miliardi di euro di volumi dal 2015 a settembre 2021.
Presenti nella 14esima edizione del Market Watch anche focus sulle Gacs (garanzie sulla cartolarizzazione delle sofferenze), sul mercato immobiliare e sulla giustizia. Sul fronte delle garanzie sulla cartolarizzazione delle sofferenze, con la proroga di un anno delle Gacs si prevedono circa 7 miliardi di nuove operazioni garantite per un ammontare totale di 94 miliardi di euro di portafogli cartolarizzati dal 2016 a oggi. Sette i servicer impegnati nei deal realizzati finora, l’80% di questo ammontare è concentrato sui primi 4 operatori: Dovalue, Prelios, Cerved e Credito Fondiario. Le performance di recupero nel 2021 sono generalmente in calo, a eccezione di due portafogli: solo POP npls 2018 e BCC NPLs 2019 superano il target. Il clima di ripresa si riversa sul mercato immobiliare: le compravendite potrebbero arrivare, nel 2021, a 600mila unità immobiliari residenziali. Inoltre, l’anno 2021 potrebbe chiudersi con 125.000 immobili in asta per 11 miliardi di valore. Il Covid-19 ha ridotto l’attività giudiziaria in questo settore. Si stimano, per la diminuzione di aste e pignoramenti, qualcosa come 13 miliardi di euro di valore immobiliare fermo nelle corti di tribunale (cash in court). La buona notizia arriva invece dagli effetti positivi generati dall’avvio del processo telematico e della riforma del 2015, con la riduzione di circa due anni, tra il 2018 e il 2020 del tempo medio di chiusura delle aste che scontano comunque ancora 5,8 anni di vita media.
NPL Meeting ha visto anche gli interventi dell’economista e professore emerito dell’Institut d’Etudes Politiques de Paris Jean Paul Fitoussi che ha tratteggiato le linee del percorso di ripresa internazionale, soffermandosi sull’efficacia dei piani di rilancio e degli investimenti su imprese e famiglie. A seguire, gli interventi del presidente della Commissione Finanze alla Camera Luigi Marattin sul PNRR italiano tra reazioni, criticita`e azioni decisive per la competitivita`del Paese e di Massimo Fabiani, professore Ordinario Università del Molise con un focus sul tema dei tempi della giustizia e l’incidenza sul recupero dei crediti deteriorati.
Due le tavole rotonde a programma. La prima, dal titolo “I crediti e le garanzie statali: le banche alla prova del post- Covid” ha visto sul palco Bernardo Mattarella, ad di Mediocredito Centrale, Raffaello Ruggieri, clo di Intesa Sanpaolo e Aurelio Maccario, head of Group Credit Risk di Unicredit. Marina Natale, ceo AMCO, Anders Engdahl, ceo Intrum Group e Francesco Buffi, director CarVal hanno partecipato alla discussione “Investire in Non Performing Loans in Italia, cosa attendersi nel nuovo scenario”.
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