Finanza

Nel 2014 gli investimenti dei fondi sovrani cresciuti del 39% a 68 miliardi

29 Giugno 2015

Investimenti dilazionati, meno rischiosi, più fluidi. È questa la piega che hanno preso nel 2014 i fondi sovrani, ovvero i fondi di investimento a emanazione diretta dei governi, che nell’ultimo decennio hanno acquistato un peso sempre più rilevante. Nel complesso, questa categoria di investitori ha mosso oltre 68 miliardi di dollari di investimenti (+39% sull’anno precedente) mentre il patrimonio gestito complessivamente si è attestato a 4.729 miliari di dollari (fine 2014).

A fronte di una crescita esponenziale nel corso degli ultimi 10 anni, alimentata soprattutto dai mercati emergenti d’esportazione e dagli elevati prezzi delle risorse energetiche, i fondi sovrani stanno virando verso nuove modalità d’uso per ridurre le possibili perdite di questi mercati sulla via della saturazione e favorire investimenti dilazionati meno rischiosi e più fluidi.

Le tendenze del comparto sono state illustrate oggi in un convegno che si è svolto a Palazzo Clerici a Milano, organizzato dal Sovereign Investment Lab dell’Università Bocconi diretto dal professor Bernando Bertolotti.

Flussi investimenti fondi sovrani 2014

 

Ecco i dati più significativi del Sovereign Wealth Annual Report 2014

Meno operazioni, più investimenti: rispetto al 2013, sono state concluse 133 operazioni d’investimento per 68,6 miliardi di dollari, il 23% di operazioni in meno con un aumento del 39% in termini di valore d’investimento.

Mega operazioni: la media d’investimento è cresciuta rispetto al 2013, toccando i 516 milioni di dollari. La portata delle operazioni è sproporzionata: le 10 operazioni più corpose superano il 50% del totale investito.

Old economy: le operazioni nel settore immobiliare si sono triplicate rispetto al 2013, con 32 operazioni per 31,5 miliardi di dollari. Questo settore ha rappresentato l’un quarto delle operazioni e quasi la metà del valore di investimento annuo. Solo il GIC di Singapore ha investito 12,2 miliardi di dollari nel settore, registrando la cifra record di 8,1 miliardi nell’acquisizione di IndCor, una società con sede a Chicago che possiede e gestisce 11 milioni di metri quadrati di proprietà industriali all’avanguardia in mercati chiave degli Stati Uniti, dalla Blackstone, società di investimenti privati.

Banche: settore finanziario in calo costante. Per la prima volta in 10 anni, le operazioni relative non hanno raggiunto i 10 miliardi di dollari.

Sviluppo e innovazione: cambio di rotta nel rapporto con i settori con alto potenziale di sviluppo ma anche di rischio come l’high tech, dove sono state portate a termine 13 operazioni d’investimento per 2.1 miliardi di dollari. L’operazione più significativa in questo mercato è stata l’acquisizione del business dei semiconduttori commerciali globali e delle tecnologie a livello mondiale di IBM, da parte di GlobalFoundries, una società di investimenti e sviluppo di proprietà del governo di Abu Dhabi. L’accordo ha reso la GlobalFoundries titolare di uno dei più grandi portafogli brevetti di semiconduttori nel mondo.

Aree d’investimento: c’è stata una ri-distribuzione delle zone d’investimento. Le quote d’investimento dei mercati americani ed inglesi rimangono leader ma perdono il 10% rispetto al 2013, passando al 55% del valore d’investimento totale: tale quota è stata distribuita fra la zona asiatica (Cina in particolare), con l’un quarto del valore totale (18,1 miliardi), e la zona medio-orientale e nordafricana, con il 17% (12,1 miliardi). L’Europa rimane poco attrattiva, per la quale fa eccezione l’Italia.

Singapore: attraverso i suoi due principali fondi sovrani, il GIC e il Temasek, ha raddoppiato gli investimenti rispetto all’anno scorso con 57 operazioni per 27,6 miliardi di dollari.

 

Patrimonio in gestione (AUM) – Fonte: Sovereign Investment Lab – Università L. Bocconi

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