Finanza

Da Bce ok a salvataggio Mps, ma Jp Morgan pretende cambio a.d. e presidente

29 Luglio 2016

La Vigilanza Bce ha dato il primo semaforo verde al piano di salvataggio di Mps, mentre il cda della banca senese ha approvato i risultati del primo semestre, che mostrano utili netti di 302 milioni di euro, di cui oltre un terzo (133,9 milioni) sono stati recuperati con un semplice interpello all’Agenzia delle Entrate in merito all’operazione di chiusura dei derivati Alexandria.

Il piano di salvataggio, preparato con l’assistenza di Jp Morgan, Mediobanca e Lazard, passerà per una maxi cessione di crditi in sofferenza tramite cartolarizzazione, e sarà seguito da una ricapitalizzazione della banca senese, per un importo che si prevede intorno a 5 miliardi di euro, da completare entro novembre.  L’americana Jp Morgan e altre banche nazionali e internazionali (Mediobanca, Santander, Merill Lynch, Citi, Deutsche Bank e Goldman Sachs) hanno già fornito la garanzia sull’aumento di capitale, subordinata però al buon esito della cessione dei crediti deteriorati. La banca d’investimento Usa, che in Italia è rappresentata dall’ex ministro dell’Economia Vittorio Grilli, ha imposto inoltre impegni precisi sul ricambio manageriale ai vertici: dovranno cambiare sia l’amministratore delegato Fabrizio Viola sia il presidente Massimo Tononi.

Anche se tutte le operazioni dovranno ottenere le autorizzazioni formali delle autorità di vigilanza, il primo via libera della Vigilanza a quella che Mps definisce una «soluzione strutturale e definitiva» sulla questione crediti è già acquisito: la Bce ha infatti autorizzato Mps ad escludere gli impatti derivanti dal deconsolidamento del portafoglio sofferenze dai modelli di rischio interni «a condizione che l’operazione venga conclusa in tutte le sue componenti». Senza questa autorizzazione, Montepaschi avrebbe dovuto assorbire maggiori accantonamenti che avrebbero reso più complicata l’operazione. La cessione di tutte le sofferenze lorde permetterà di ridurre il Texas ratio (parametro che misura il rapporto fra i crediti deteriorati netti e il patrimonio netto tangibile) dal 260% attuale al 125 per cento.

La cessione di un pacchetto di sofferenze lorde di 27,7 miliardi di euro (10,2 miliardi netti al 31 marzo 2016) avverrà a un prezzo di 9,2 miliardi, circa il 33% del valore iniziale, e determinerà un fabbisogno di 5 miliardi di euro, coperto con l’aumento. L’operazione che è destinata ad essere collocata sul mercato, assistita dalla garanzia statale Gacs, sarà agevolata dall’intervento del Fondo Atlante, che sottoscriverà la tranche mezzanina (quella a rischio più elevato) per 1,6 miliardi, mentre le tranche junior (le più rischiose in assoluto), saranno mantenute dalla banca e successivamente assegnate agli azionisti.

Il via libera della Vigilanza Bce è arrivato al termine di un lungo cda riunito da questa mattina per esaminare i conti semestrali e che, inizialmente, avrebbe anche dovuto ospitare una presentazione del banchiere Corrado Passera, sceso in campo con il supporto della banca svizzera Ubs avanzando una proposta alternativa di ricapitalizzazione (2,5-3  miliardi di euro, più la conversione in azioni di un bond ibrido perpetuo AT1 di 1,547 miliardi) e di pulizia dei crediti (4,5 miliardi). La proposta è stata esaminata ma il cda ha poi confermato l’intenzione di proseguire con il piano messo a punto da Jp Morgan, Mediobanca e Lazard. «Trovo sorprendente che si sia persa questa occasione di confronto che non avrebbe potuto che portare utilità a tutti. Spero non risponda al vero che la nostra esclusione dal confronto derivi addirittura da interpretazioni non precise delle nostre proposte», ha scritto poi in una nota Passera, augurando«che le operazioni oggi deliberate permettano a Montepaschi di raggiungere i suoi obiettivi».

Dai risultati degli stress test, diffusi in serata dall’Autorità bancaria europea, risulta inoltre che Mps è l’unica banca italiana che in caso di scenario avverso avrebbe un requisito patrimoniale negativo (CET1 – 2,2%), mentre nello scenario base si conferma al 12%, in linea con quello attuale.

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