Finanza

Messina: «50 miliardi pronti per investimenti verdi»

16 Gennaio 2020

Dalla coesione sociale per ridurre le disuguaglianze, alla finanza d’impatto per favorire l’inclusione, all’economia circolare, all’ambiente, alla crescita, l’occupazione, l’innovazione. Sono questi alcuni dei temi ai quali è dedicata la mattinata di confronto organizzata da Intesa Sanpaolo per presentare i risultati e le nuove iniziative del gruppo in ambito sociale, occupazione giovanile, promozione culturale, economia circolare e innovazione.

“Intesa Sanpaolo motore per lo sviluppo sostenibile e inclusivo” è il titolo dell’appuntamento che si è svolto stamattina a Milano articolato in un confronto con gli stakeholder e i partner con cui lavora il gruppo bancario, per raggiungere gli obiettivi di crescita sociale, culturale e civile al centro del piano di impresa 2018-2021.

Tra i protagonisti della giornata oltre al presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro, il consigliere delegato Carlo Messina, Rob Kapito, presidente di BlackRock, il ministro per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione, Paola Pisano che interviene sul tema dell’innovazione come fattore di competitività del Paese e numerosi rappresentanti di istituzioni ed enti no profit, da Letizia Moratti, co-fondatrice Fondazione San Patrignano a Catia Bastioli, presidente Terna e amministratore delegato Novamont.

«Non c’è sviluppo che sia degno di questo nome se la società non risolve i problemi più gravi e in questo momento il problema più grave è la disuguaglianza”, ha affermato il presidente di Intesa Sanpaolo Gian Maria Gros-Pietro in apertura del convegno, evidenziando che «Intesa Sanpaolo è impegnata con determinazione a favorire lo sviluppo sostenibile e inclusivo. «Senza sostenibilità non ci saranno prospettive di profitti, né di sopravvivenza», ha commentato il presidente, che ha poi lasciato la parola a Carlo Messina.

Nel suo discorso introduttivo, Messina ha affermato che la banca è «pronta a fare la sua parte» per finanziare gran parte delle risorse previste dal piano verde europeo, «con 50 miliardi di euro incrementali oltre a quelli che già garantiamo». Il manager afferma infatti che «le grandi imprese se ne devono fare carico, perché le imprese hanno un miglior risultato tra le risorse impegnate ed il risultato raggiunto, più di altri istituti».

Intesa Sanpaolo ha stanziato 5 miliardi di euro nel piano strategico in corso, dal 2018 al 2021, per 63 progetti di imprese legati all’economia circolare. Il primo green bond da mezzo miliardo di euro, lanciato già nel 2017, continua a dare i suoi frutti: i proventi hanno già finanziato 75 progetti in energie rinnovabili ed efficienza energetica (quasi due terzi, il 64%, sono andati a progetti legati al fotovoltaico), permettendo di evitare 35mila ton di emissioni di CO2, pari alle emissioni annue di circa 66mila abitanti.

Inoltre ha aggiunto che «il comparto imprenditoriale italiano ha un potenziale di stabilità che deriva da una struttura finanziaria che è unica in Europa. Abbiamo un settore imprenditoriale che a esportare è il meglio che c’è in Europa, anche dopo la crisi. L’Italia poi può contare su una struttura, quella della famiglia, che non è comparabile in Europa grazie al risparmio. È un paese molto forte che può continuare a essere sostenibile e stabile a prescindere da chi lo governa. Gli elementi di debolezza ci sono ma come in tutti i paesi del mondo. Gli investimenti sono un nostro punto di debolezza e Intesa Sanpaolo è pronta a fare la sua parte».

Per il banchiere ciò che manca all’Italia rispetto agli altri paesi per tornare ad accelerare – oltre a essere gestiti con una maggior attenzione nel fare le cose per il bene comune e non per degli slogan – è proprio tornare a fare degli investimenti.

«Attraverso i risultati eccellenti siamo in grado di sostenere uno sviluppo sostenibile e occuparci del futuro del paese. Essere una delle banche più solide e profittevoli in Europa ci dà la possibilità di mettere a disposizione strumenti innovativi ed efficaci che restituiscano fiducia nel futuro anche a chi è in difficoltà», ha concluso Messina.

Guardando proprio ai risultati raggiunti, emerge che Intesa Sanpaolo ha distribuito sinora in Italia 8,7 milioni di pasti, finanziato 519mila posti letto, reso possibile l’accesso a 131mila farmaci, messo a disposizione delle associazioni caritative 103mila indumenti. Il tutto in soli due anni, nel biennio 2018-2019, in cui tra l’altro sulla piattaforma For Funding sono stati finanziati 107 progetti non profit e sono stati 400mila i beneficiari del Fondo di beneficenza che fa capo alla presidenza della banca.

L’attività filantropica di Intesa non si è limitata agli indigenti, ma ha puntato anche sui giovani e sull’accesso al credito. Negli ultimi 10 mesi 3.240 studenti universitari sono stati finanziati con il prestito agevolato “Per Merito”, distribuiti in 524 scuole e università, di cui una parte anche all’estero. L’investimento complessivo, contando tutti i prestiti per gli studi (15mila studenti), ammonta a 171 milioni di euro. Altri 9.300 giovani sono inseriti nel programma “Giovani e Lavoro”, che coinvolge oltre 1.000 aziende e con l’80% di assunzioni già andate a buon fine. Quanto alle startup: 1.300 sono state prese in considerazione, 120 accelerate e presentate a 850 investitori.

Il gruppo bancario inoltre ha presentato due nuove iniziative, per l’inclusione finanziaria delle madri lavoratrice e delle persone con difficoltà di accesso alla pensione. Per le donne, la banca offrirà un prestito agevolato alle neo mamme lavoratrici in Italia, e concederà finanziamenti alle startup di giovani madri che vogliono diventare imprenditrici. Prevista anche una iniziativa specifica in India, dove Intesa lancia una proposta di microcredito alle donne e alla famiglia, in collaborazione con il partner locale CreditAccess. Per il prestito a chi rischia di perdere la pensione, ovvero a quel mezzo milione di disoccupati over 50 secondo l’Istat, la banca ha in cantiere un prestito.

In ambito culturale, infine, Intesa Sanpaolo è «l’unico gruppo bancario al mondo ad avere quattro musei di proprietà, che mette al servizio del bene pubblico con l’esposizione di collezioni permanenti e una programmazione di mostre originali di propria produzione». Le sedi museali di proprietà, nel circuito delle Gallerie d’Italia, sono ora quattro: dopo Milano, Napoli e Vicenza, pochi giorni fa è stata presentata la nuova sede di Torino, a Palazzo Turinetti, dedicata alla fotografia.

Intesa Sanpaolo, con le proprie attività in materia di sostenibilità, è un modello in Italia e in Europa. A sottolinearlo, concludendo il convegno di oggi, è stato Giovanni Bazoli, a lungo presidente dell’istituto bancario. «La banca conferma piena fedeltà e coerenza a quei principi e valori che hanno sempre contraddistinto le banche confluite nel  gruppo e che possiamo definire il suo Dna. Oggi è l’occasione per riflettere sul ruolo, l’identità e la missione di Intesa  Sanpaolo, che – oltre a confermare il proprio primato sul piano  dell’efficienza e della redditività, nonché una funzione  insostituibile nell’economia reale a sostegno di imprese e  famiglia – si sta imponendo sempre più in Italia e in Europa come modello di responsabilità sociale», ha concluso Bazoli.

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