Finanza
L’extraprofitto; la mutazione: quando le idee di sinistra migrano a destra
Se la Meloni ragiona come Marx.
Non debbono pagare sempre le imprese ed i consumatori.
In un recente libro, suggestivo e pregevole – “La mutazione. Come le idee di sinistra sono migrate a destra” – il sociologo Luca Ricolfi ci ha spiegato che molte battaglie sociali, per questioni che coinvolgono i ceti popolari o i più deboli, non sono più ad appannaggio della sinistra ma sono state fatte proprie dalla destra.
Per esempio, è stato il Presidente del Consiglio in persona on. Giorgia Meloni a rivendicare di aver voluto istituire la tassa sugli extra profitti delle banche.
Meloni ha dichiarato che il gettito di quelle imposta sarà canalizzato ad aiutare imprese e famiglie che non hanno reddito per onorare finanziamenti e mutui.
Si è ritenuto che l’iniziativa fosse demagogica, populista.
Si taccia anche di incostituzionalità.
Si teme che le banche non concederanno più credito.
La BCE annuncia una durissima controffensiva.
Ma la Meloni non arretra.
Ed a giusta ragione: vuole redistribuire la ricchezza, quando essa non è frutto del lavoro.
I tassi sono aumentati per frenare l’inflazione causata da variabili non ponderate, come l’innalzamento del costo delle materie prime- per esempio il gas.
Ne hanno scontato le pene famiglie ed imprese che non riescono a pagare le rate dei mutui: si sono arricchite le banche con extraprofitti.
Spieghiamoci.
Al rapido aumento dei tassi di interesse avviato dalla Banca centrale europea le banche hanno reagito altrettanto rapidamente aumentando il costo dei mutui e dei prestiti a famiglie e imprese, ma non la remunerazione dei depositi. In appena un anno, dal luglio 2022 a oggi, la Bce ha portato il tasso di interesse fisso da zero al 4,25%, il tasso sui depositi presso la banca centrale da negativo al 3,75% e il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale al 4,50%. Le rate dei mutui sono salite (al 4,65% i tassi secondo gli ultimi dati della Banca d’Italia), i prestiti sono rincarati, ma non i tassi corrisposti dalle banche ai correntisti.
La differenza tra tassi passivi, cioè quelli pagati dai clienti su mutui e prestiti, e tassi attivi, cioè quelli corrisposti dagli istituti di credito ai correntisti, il cosiddetto «margine di interesse», in questo caso esageratamente più grande del dovuto, rappresenta l’extraprofitto incassato dalal banche.
Nel 2022 le due più grandi banche italiane, Intesa Sanpaolo e Unicredit, hanno guadagnato oltre il 30 per cento in più rispetto all’anno precedente (dati Corriere della Sera Economia del 10/8/2023).
La Meloni intende riequilibrare: ha ragione Ricolfi; ora si colora da marxista.
Lasciamola lavorare.
La sua è un’etica sociale, come ha scritto Marcello Veneziani, ricordando il filosofo Giovanni Gentile.
Non possono sempre le famiglie e le imprese pagare lo scotto.
I miliardi incassati dalle banche sono troppi: vanno redistribuiti.
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