Finanza

La pandemia fa crescere la domanda di investimenti green e social

26 Novembre 2020

La crisi innescata dal Covid ha rafforzato la domanda green e social bond. Gli investimenti nel sistema sanitario, i fondi per la ricerca medica e scientifica e il sostegno al salario per le categorie più colpite dalle misure di contenimento, sono alcuni degli esempi di spesa ad impatto sociale che hanno spinto enti pubblici e privati a finanziarsi sul mercato tramite emissioni di social bond. Nel 2020 – spiega un report realizzato dal Centro Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo – la domanda di asset green è cresciuta più velocemente dell’offerta.

Quest’anno quindi le emissioni di social bond sono quintuplicate rispetto al 2019. E si tratta di una crescita decisamente superiore a quella registrata nei green bond nello stesso periodo. Le emissioni outstanding dei social bond, infatti, sono passate da circa 36 miliardi di euro nel 2019 agli attuali 157 miliardi. Oltre ai fattori contingenti dettati dal Covid, ad incoraggiare la crescita è stato anche il consolidamento di standard di mercato.

A giocare un ruolo importante l’Unione Europea che ha fornito ulteriore impulso allo sviluppo del mercato emettendo a partire da ottobre quattro SURE social bond per un ammontare totale pari a 31 miliardi volti a dare sostegno agli Stati membri più colpiti dalla pandemia. I primi due SURE social bond di ottobre hanno ricevuto ordini per più di 233 miliardi e sono stati emessi per 17 miliardi. Inoltre, a partire dal gennaio 2021 la BCE accetterà come garanzia nelle operazioni di rifinanziamento bond con cedole legate alle performance rispetto a uno o più obiettivi di sostenibilità ed in linea con la Tassonomia europea e/o con gli obiettivi delineati dalle Nazioni Unite (United Nations Sustainable Development Goals). I bond, inoltre, potranno essere ammessi anche ai programmi PEPP o EAPP qualora rispettino i criteri di idoneità.

Attualmente, i social bond sono prezzati sul mercato secondario in linea con la curva benchmark senza l’incorporazione di un premio per il vincolo dei proventi. Il Consiglio Europeo ha approvato un Funding Plan per il 2020/2021 pari a 88 miliardi di euro per finanziare le spese degli Stati membri collegate al programma SURE. Secondo la dichiarazione del commissario europeo al bilancio Johannes Hann, l’Unione Europea ha già raggiunto il target di emissioni social per il 2020 pertanto i restanti 57 miliardi saranno collocati nel corso del 2021.

Il 10 novembre il Parlamento ed il Consiglio Europeo hanno raggiunto un accordo su un pacchetto di 1800 miliardi di euro costituito dal bilancio di lungo periodo per il 2021-2027 pari a 1074 miliardi di euro e dal Next Generation EU (NGEU) per 750 miliardi. L’accordo non è ancora stato raggiunto ma l’Unione ha già annunciato che il 30% dei fondi NGEU e MFF, saranno spesi in progetti con l’obiettivo di contrastare il cambiamento climatico e che consentiranno di ridurre le emissioni di gas del 55% entro il 2030. I fondi del NGEU verranno suddivisi in diversi programmi, il principale è rappresentato dalla Recovery and Resilience Facility. Durante un discorso del 16 settembre la presidente Ursula von der Leyen ha dichiarato che il 30% dei fondi del Next Generation EU, ossia 225 miliardi, saranno finanziati tramite emissioni green bond che verranno collocate sul mercato tra il 2021 ed il 2026, contribuendo a sviluppare ulteriormente il mercato. L’Unione Europea, oltre a diventare in breve tempo il primo emittente di green bond per ammontare emesso, creerà una curva dei rendimenti green che costituirà un nuovo benchmark per l’area euro.

Oggi, il segmento degli emittenti sovranazionali costituisce l’8% del totale delle emissioni outstanding a livello globale. Alcuni emittenti sovranazionali sono attivi da diversi anni nel mercato dei green bond e hanno già emesso su diverse scadenze come la Banca Europea d’Investimento (EIB), avente rating Moody’s Aaa ed S&P tripla A. La EIB, infatti, ha emesso 5 green bond a tasso fisso denominati in euro per un totale di 9 miliardi.

Il mercato dei green bond a livello globale ha raggiunto uno stock outstanding pari a 760 miliardi di euro. Le emissioni di debito green sono cresciute notevolmente nel terzo trimestre raggiungendo gli 80 miliardi di euro da 40 miliardi collocati nel secondo trimestre.

Il totale delle emissioni nette realizzate da inizio anno ad oggi è pari a 214 miliardi e supera già i 175 miliardi del 2019. Anche le emissioni governative sono cresciute del 33% rispetto al 2019 grazie all’ingresso di nuovi emittenti. Il governo tedesco, dopo aver collocato il primo green Bund a dieci anni per 6.5 miliardi di euro, ha emesso ad inizio novembre un nuovo Bobl green a 5 anni per 5 miliardi di euro, diventando il secondo paese europeo per ammontare emesso dopo la Francia. Alcuni governi hanno già annunciato che saranno attivi sul mercato dei green bond in tempi brevi.

L’Italia molto probabilmente collocherà il primo BTP green ad inizio anno. L’emissione potrebbe coinvolgere sia investitori istituzionali che retail e, come dichiarato dal MEF, andrà a finanziare sei settori: energie rinnovabili, spese per trasporti legati ad una riduzione di emissioni di CO2, prevenzione inquinamento ed economia circolare, protezione ambiente e biodiversità, spese per la ricerca relativa ai settori elencati. Il Green Bond Framework verrà pubblicato nelle prossime settimane. L’evidenza di un green premium nel mercato secondario dei governativi si sta sempre di più consolidando con lo sviluppo sia di standard di mercato, sia dei volumi.

Secondo i dati di Morningstar, si legge nel report di Intesa Sanpaolo, peraltro, il settore del risparmio gestito sostenibile si è mostrato resiliente durante la pandemia ed i flussi netti globali nei fondi sostenibili sono stati positivi (+45,6 miliardi di dollari) nel primo trimestre 2020, contro riscatti netti per 384,7 miliardi dagli strumenti tradizionali. Nel secondo semestre i flussi sono stati ulteriormente positivi e pari a 71 miliardi di dollari, di cui l’86% è rappresentato da investitori europei.

A livello globale, i fondi d’investimento sostenibili hanno raggiunto asset totali per un controvalore pari a 1000 miliardi di dollari e sono cresciuti del 35% rispetto a fine dicembre 2019. Il numero dei fondi sostenibili attualmente attivi in tutto il mondo è pari a 2183 fondi. Da gennaio 2020 ad oggi sono stati creati 192 nuovi fondi d’investimento nonostante l’anno sia stato attraversato dalla crisi sanitaria.

Guardando alla suddivisione dei fondi per tipologia di asset d’investimento, si nota che il 65% del totale è costituito da fondi equity e quasi il 20% da fondi fixed-income mentre l’8% presenta un’allocazione mista del portafoglio. Quasi la metà dei fondi sostenibili fixed-income hanno portafogli d’investimento diversificati sulle diverse categorie di debito (corporate, governativi, ABS, corporate loans, convertible), invece, il 28% hanno portafogli principalmente concentrati su emittenti corporate ed il 18% su governativi.

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