Finanza
La nuova Banca dei Territori «al fianco delle imprese per rilanciare il Paese»
A due mesi dall’integrazione con Ubi, Intesa Sanpaolo ha presentato la nuova struttura della divisione Banca dei Territori, volta ad affiancare lo sviluppo dei progetti di piccole e medie imprese, famiglie e comunità, favorendo la crescita dell’economia italiana.
La nuova struttura della Banca dei Territori, formata da dodici direzioni regionali, una nuova direzione dedicata all’agribusiness accanto alla direzione Impact e a quelle dedicate ai clienti retail e alle pmi, è stata presentata oggi da Stefano Barrese, responsabile della Divisione, insieme al chief economist di Intesa, Gregorio De Felice e alla responsabile marketing imprese, Anna Roscio, e al responsabile marketing retail, Andrea Lecce.
«Con il completamento dell’integrazione di Ubi, la migrazione della sua clientela e l’ingresso dei nuovi colleghi siamo ancora più vicini a famiglie e imprese per compiere insieme il percorso fondamentale di ripresa post Covid e per partecipare alla realizzazione del PNRR in virtù dell’impegno delle quasi 50mila persone della Banca dei Territori. Grazie alla competitività e al dinamismo di 1,2 milioni di eccellenze imprenditoriali che vediamo crescere e che affianchiamo nei loro progetti, la nostra economia sarà di nuovo in grado di realizzare un forte recupero dei valori di Pil ed export per riportare il nostro Paese ai vertici delle economie internazionali», ha affermato Stefano Barrese, responsabile della Divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo.
La nuova Banca dei Territori oggi conta su un organico di circa 50mila dipendenti, dei quali oltre la metà donne, una rete di 3.700 filiali e 13,5 milioni di clienti, una raccolta complessiva di oltre 550 miliardi di euro e impieghi per circa 250 miliardi di euro. L’integrazione e la migrazione delle strutture di Ubi in Intesa Sanpaolo hanno riguardato 2,4 milioni di clienti, circa 1.000 filiali e 15mila dipendenti. L’intervento è stato reso possibile grazie al contributo di tutte le funzioni aziendali di Intesa Sanpaolo e di Ubi, che hanno gestito con successo una complessa transizione sotto il profilo tecnologico, operativo e formativo.
I dodici responsabili delle direzioni regionali sono: Cristina Balbo (Emilia Romagna e Marche), Roberto Gabrielli (Veneto Ovest e Trentino Alto Adige), Pierluigi Monceri(Lazio e Abruzzo), Giuseppe Nargi (Campania, Calabria e Sicilia), Marco Nava (Lombardia Sud), Francesca Nieddu (Veneto Est e Friuli Venezia Giulia), Tito Nocentini (Lombardia Nord), Alberto Pedroli (Basilicata, Puglia e Molise), Andrea Perusin (Piemonte Sud e Liguria), Luca Severini (Toscana e Umbria), Teresio Testa (Piemonte Nord, Val d’Aosta e Sardegna) e Gianluigi Venturini (Milano e provincia).
La nuova struttura include la neo-costituita Direzione Agribusiness, guidata da Renzo Simonato, per presidiare uno dei maggiori settori produttivi italiani che rappresenta l’11% del pil, servendo con 230 punti operativi oltre ottantamila imprese clienti che valgono per il gruppo oltre 12 miliardi di euro di impieghi, oltre alla Direzione Impact, guidata da Marco Morganti, che da diversi anni persegue gli obiettivi di impatto sociale del gruppo con 96 punti operativi in tutta Italia, ampliando le iniziative di inclusione finanziaria per ottenere ricadute visibili sulla collettività.
Il quadro macroeconomico previsto dalla Direzione Studi e Ricerche è incoraggiante, ha spiegato Gregorio De Felice, e Intesa Sanpaolo rivede al rialzo le stime di crescita del pil al 4,6% nel 2021. A conferma di ciò la Banca dei Territori, nei primi 5 mesi dell’anno, ha affettuato erogazioni a medio lungo termine per un valore di circa 20 miliardi di euro a favore di famiglie e imprese, con una crescita del 12% rispetto ai primi cinque mesi del 2020. Di questi, 11 miliardi sono stati erogati a pmi e imprese piccolissime.
Il 30%, di queste erogazioni ha interessato il sud Italia, che costituisce per il gruppo un importante territorio nel quale sono in atto numerose iniziative per le circa 350 mila imprese clienti che includono 160 filiere e iniziative dedicate quali il supporto alle ZES e allo sviluppo dei distretti tecnologici.
«Alle imprese Intesa Sanpaolo sta dedicando nuovi strumenti di intervento finanziario e di consulenza, per favorirne – anche attraverso la creazione di nuove filiere – il percorso nell’innovazione, nell’internazionalizzazione e nel raggiungimento di quei parametri di sostenibilità e di impatto necessari per assicurare una crescita costante nel futuro. Il nostro gruppo prosegue infatti nella costituzione di nuovi processi di filiera e del rafforzamento qualitativo di quelli in essere, strategia di cui rivendichiamo la primogenitura nel 2015 e che oggi viene diffusamente considerata come base essenziale per il rilancio dell’economia del Paese anche nell’ambito del PNRR», ha commentato Barrese.
Il contesto in cui si inserisce oggi il ruolo della Banca dei Territori è complesso ma positivo. Come ha argomentato il capo economista De Felice, l’economia italiana potrà contare su una ritrovata competitività, con un diffuso guadagno di quote di mercato dei settori manifatturieri e nel balzo della propensione all’export.
«Il nostro Paese ha un’economia di filiere produttive e distretti e ha un capitalismo del territorio. Questo è un momento di svolta per l’economia italiana, si è avviata la ripresa ed è un’occasione storica per modernizzare il paese – ha affermato De Felice. La realtà mondiale è molto differenziata, la crescita è guidata dagli Usa e dall’Asia e i fattori trainanti sono la campagna vaccinale, lo spazio fiscale e i livelli di efficienza pre-Covid. Il programma Next generation Eu rappresenta anche la ritrovata identità dell’Europa e l’Italia può giocare una partita essenziale in merito»
La crescita dell’economia italiana prevista al 4,6% quest’anno, proseguirà ad un ritmo pari al 4% nel 2022. La transizione verso un’economia più digitalizzata e sostenibile offrirà opportunità di rafforzamento a tutto il manifatturiero (elettronica, elettrotecnica, meccanica, autoveicoli e moto). Tornerà a essere trainante la filiera delle costruzioni, grazie alla ripresa degli investimenti pubblici e agli incentivi statali. Particolarmente alto è il potenziale dei territori con specializzazioni eterogenee e complementari, forti anche di filiere di prossimità ramificate a livello locale e particolarmente diffuse nei distretti industriali. Qui infatti nascono i successi italiani sui mercati esteri, particolarmente significativi nel settore agro-alimentare, che nel 2020 ha conseguito un avanzo commerciale pari a circa 3,5 miliardi di euro.
I prossimi anni saranno però decisivi per l’economia italiana. Per aumentare strutturalmente il nostro potenziale di crescita è necessario ridare slancio alla domanda interna, sbloccando i risparmi accumulati da famiglie e imprese. Il PNRR dovrà attuare un intenso processo di riforme per poter rilanciare investimenti in digitale, transizione ecologica, infrastrutture, formazione e ricerca, con un’attenzione particolare ai giovani, le donne e al Mezzogiorno.
La Divisione Banca dei Territori nella sua nuova struttura ha come obiettivi rilanciare la fiducia delle pmi con investimenti verso digitalizzazione, transizione ecologica, internazionalizzazione e sistemi di filiera; sostenere la ripartenza accompagnando famiglie e giovani nelle scelte immobiliari, di protezione e di gestione del risparmio; estendere i servizi digitali e multicanale evoluti a supporto dei clienti.
https://www.youtube.com/watch?v=xPzNAgWDVz8
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