Finanza

La due diligence sul Banco Popolare e le promesse di Castagna

19 Maggio 2016

Il 10 maggio la BPM ha comunicato il favorevole esito della due diligence sul Banco Popolare, confermando i rapporti di partecipazione indicati il 23 marzo.

Ci chiediamo se sia vera la voce che al Banco Popolare sia arrivata la BCE, come avevamo pronosticato in tempi non sospetti, commentando le esternazioni pericolose di Pier Francesco Saviotti (a.d. del Banco Popolare) che qualcuno in BCE pare non aver apprezzato. Se fosse vero, potrebbero esserci problemi seri per la BPM ed il Banco, nel caso in cui dall’ispezione venissero fuori accantonamenti molto maggiori sui crediti.

Per la BPM sarebbero problemi seri, perché la BCE e gli azionisti (istituzionali e privati, dipendenti e pensionati) si chiederebbero chi ha fatto la due diligence, conclusa in modo favorevole. E perché questi rapporti di partecipazione sono stati definiti frettolosamente così presto prima di fare la due diligence che ha confermato i rapporti di partecipazione. E se qualcuno i crediti del Banco Popolare li ha guardati bene, come nel caso della Valdadige di Bologna, società immobiliare che ha avuto da tempo qualche problema e che al Banco amano tanto. Chi ha fatto la due diligence questi crediti li ha visti? È lo stesso esperto che ha determinato i rapporti di partecipazione?

Il consenso dei sindacati nazionali si ottiene facilmente, ma dipendenti, pensionati ed investitori istituzionali della BPM si porranno qualche problema, perché il costo dell’operazione lo sostengono loro. Tutte quelle sinergie di costo richiedono ben più di 1.800 esuberi dichiarati. Ma prima dell’assemblea che approva l’operazione, è meglio non svegliare il can che dorme. Gli istituzionali sono già preoccupati perché il corso del titolo si è quasi dimezzato. Aver già definito i pesi ha sostenuto il titolo del Banco (che sarebbe affondato maggiormente), ma ha affossato il titolo della BPM.

Ci chiediamo se le esternazioni del presidente uscente del consiglio di sorveglianza Piero Giarda all’assemblea siano dovute a qualche elemento di novità emerso dopo il 23 marzo, quando aveva espresso apprezzamento per l’operazione.

Per il Banco Popolare qualcuno potrebbe chiedersi se il bilancio chiuso in utile nel 2015 ed il pagamento del dividendo non fossero avventati, a fronte delle rilevanti perdite che stanno emergendo.

E qualcuno potrebbe chiedersi, maliziosamente o no, se Castagna non voleva Saviotti e Carlo Bianchi (responsabile crediti della futura entità, proveniente dal Banco) al road show in corso in questi giorni perché già prevedeva problemi sui crediti (non emersi dalla due diligence). O magari perché sta segnalando che non saranno parte del gruppo dirigente, a differenza di quanto annunciato al mercato. Utili spunti di riflessione per i dipendenti della BPM quando valuteranno le stime sugli esuberi.

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Nella foto, Giuseppe Castagna, a.d. della BPM

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