Finanza

Intesa Sanpaolo-Ubi, Moody’s e Fitch promuovono le banche coinvolte

25 Febbraio 2020

L’agenzia internazionale di rating Moody’s Investors Service ha confermato tutti i rating di Bper Banca, mantenendo l’outlook “stabile” sul rating di lungo termine sui depositi (“Baa3”) e sul debito senior unsecured (“Ba3”). Lo comunica l’istituto in una nota. L’azione di rating è conseguente all’annuncio fatto dalla Banca il giorno 17 febbraio scorso, nel quale si comunicava la sottoscrizione di un accordo con Intesa Sanpaolo per l’acquisizione di un ramo d’azienda composto da circa 1,2 milioni di clienti distribuiti su 400/500 filiali bancarie, in caso di perfezionamento dell’offerta pubblica di scambio volontaria totalitaria promossa dalla stessa Intesa Sanpaolo sul capitale sociale di Ubi Banca.

In un report diffuso da Moody’s si legge che l’agenzia «prevede che UBI Banca sarà completamente integrata nel gruppo Intesa Sanpaolo dopo l’acquisizione e che i creditori di UBI Banca possano beneficiare della maggiore solidità finanziaria di Intesa Sanpaolo». Moody valuta  molto i limitati i rischi per il processo di integrazione, visti i profili di business simili delle due banche e il track record di Intesa Sanpaolo di integrazione riuscita delle istituzioni acquisite.

L’agenzia si aspetta che Intesa Sanpaolo sarà in grado di raggiungere il suo obiettivo annunciato di un Common Equity Tier 1 ratio superiore al 13% entro il 2021, nonostante mantenga la sua politica di elevata distribuzione dei dividendi.

Anche Fitch, dopo Moody’s, ha messo sotto osservazione i rating di UBI Banca in vista di un possibile rialzo. Il rating watch positivo, si legge in una nota, è collegato al lancio dell’ops di Intesa e riflette, secondo l’agenzia di rating, «l’accresciuta probabilità che UBI diventi parte di un gruppo più forte e possa perciò beneficiare del supporto istituzionale di Intesa, che ha un rating più alto, come suo principale azionista in caso di bisogno».

Secondo Fitch «il profilo aziendale di UBI potrebbe trarre vantaggio dall’essere parte di un gruppo con un franchising più forte, una maggiore diversificazione dei prodotti e una scala più ampia, mentre la sua propensione al rischio, la gestione e la strategia potrebbero essere più allineate con l’intesa con rating più elevato».

Il profilo finanziario di UBI, scrive Fitich,  ha anche la capacità di migliorare in seguito all’acquisizione, data l’intenzione dichiarata di Intesa di vendere un portafoglio di crediti deteriorati (NPL) del valore di circa 4 miliardi di euro entro il 2021. Le sinergie di costo dovrebbero anche contribuire a una redditività più sostenibile con i massimi benefici sulla capacità di UBI di generare capitale. UBI dovrebbe inoltre beneficiare di finanziamenti, dato l’accesso consolidato al mercato di Intesa e il franchising di depositi domestici dominante.

Fitch afferma inoltre che il rating indipendente di UBI riflette «la debolezza ma il miglioramento della qualità delle attività, la redditività debole e la capitalizzazione accettabile di UBI che rimane esposta a prestiti deteriorati senza riserve e rischio sovrano interno».

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