Finanza

Intesa Sanpaolo chiude il 2021 con 4,2 mld di utili e ne promette 6,5 nel 2025

4 Febbraio 2022

Chiuso il 2021 con utile netto consolidato 4,185 miliardi di euro (+19,4%), Intesa Sanpaolo punta a 6,5 miliardi di profitti nel 2025, ultimo anno del piano industriale annunciato questa mattina e preparato, come si legge nel comunicato, con «il contributo di circa 58mila persone del gruppo alla definizione delle priorità strategiche e di tutte le strutture di business e di governo alla pianificazione, basata sull’analisi di scenario per sviluppare un approccio post-Covid».

La banca guidata dall’amministratore delegato Carlo Messina vede un aumento del Rote (il rendimento del patrimonio netto tangibile) al 14% e promette poi una distribuzione agli azionisti per il 2021-2025 di oltre 22 miliardi di euro, di cui oltre 6,6 miliardi nel 2022 (da dividendi cash con payout ratio al 70% all’anno e da buyback di 3,4 miliardi nel 2022.) Ogni eventuale ulteriore distribuzione sarà valutata anno per anno a partire dal 2023.

«Intesa Sanpaolo – si legge nel comunicato – intende rafforzare ulteriormente il proprio ruolo di banca leader per le tematiche ESG, con l’impegno non solo a destinare nel 2022-2025 circa 115 miliardi di euro alla comunità e alla transizione verde e circa 500 milioni di euro per supportare le persone in difficoltà, ma anche a raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette, entro il 2030 per le proprie ed entro il 2050 per i portafogli prestiti e investimenti e per l’asset management e l’attività assicurativa, e, in aggiunta, a proteggere e ripristinare il capitale naturale piantando oltre 100 milioni di alberi nel quadriennio del Piano».

Obiettivo Zero Npl

In considerazione di uno scenario macroeconomico positivo, che beneficia del piano nazionale di ripresa e resilienza italiano con una crescita reale del Pil italiano superiore a 4% nel 2022, pari a circa il 2,5% nel 2023, l’1,5% nel 2024 e superiore all’1% nel 2025, il gruppo prevede una significativa riduzione del profilo di rischio e taglio del costo del rischio. La banca punta a zero Npl, prevede crediti deteriorati ridotti nel 2025 a 9,3 miliardi al lordo delle rettifiche (da 15,2 miliardi nel 2021), che dopo coperture e svalutazioni diventano 4,6 miliardi netti (da 7,1 miliardi nel 2021). Anche l’incidenza dei deteriorati sui crediti totali calerà nel 2025 all’1,6% al lordo delle rettifiche dal 2,4% nel 2021 (0,8% al netto dall’ 1,2% nel 2021). Previsto anche un costo del rischio in calo a circa 40 centesimi di punto nel 2022-2025 e a 38 centesimi di punto nel 2025 da 59 centesimi di punto nel 2021 (-21 centesimi di punto).

Arriva la nuova banca digitale e la riduzione delle filiali

La banca prevede investimenti pari a 7,1 miliardi di euro nel 2022-2025, di cui 5 miliardi per tecnologia e crescita, inclusi circa 650 milioni nella nuova banca digitale per creare una piattaforma più efficiente con cui conseguire un taglio strutturale dei costi operativi pari a un risparmio di costi di circa 0,8 miliardi annui a regime (2026-2027), di cui oltre 0,6 miliardi già nel 2025.

La nuova banca digitale servirà i clienti retail che non usano le filiali e ridurrà il costo del servizio. «È un’entità giuridica separata – ci spiega Messina durante la conferenza stampa –  ha un marchio ed è Isy Banca e diventerà operativa nel brevissimo».

La banca sarà rivolta a circa quattro milioni di clienti che generano circa 200 milioni di ricavi con un cost/income superiore al 100%. Verrà realizzata con una tecnologia all’avanguardia e un cloud-native adattabile alla clientela multi-valuta e multinazionale, lavorando in collaborazione con la Fintech leader Thought Machine. La proposta digitale includerà anche un app, contact center, Atm e Mooney (in partnership con Enel).

Il gruppo svilupperà il nuovo modello di servizio omnicanale, che comprende la nuova banca digitale per quei clienti retail con esigenze finanziare di base – per i quali è previsto un accesso selettivo alla rete di filiali e agenti, permettendo una riduzione di circa 1.500 filiali (di cui circa 450 chiuse già nel quarto trimestre 2021) – e un modello omnicanale per circa 9 milioni di clienti piccole e medie imprese e retail con esigenze finanziare più sofisticate, per i quali sono previste circa 1.800 filiali dedicate.

«Oggi è un progetto che si rivolge prevalentemente sul mercato domestico e ci consente di stabilizzare e rendere sicura la base di clientela della banca nei confronti degli attacchi del fintech. La banca digitale deve diventare anche lo strumento per poter accedere ai mercati esteri, una piattaforma per la crescita all’estero nel settore del mass market, ma prima dovremo essere sicuri di averlo settato e costruito sul mercato italiano», ha aggiunto il consigliere delegato.

Verrà inoltre creato AI Lab a Torino con circa cinquanta  professionisti italiani e internazionali dedicati allo sviluppo di nuove metodologie di analisi dei dati e di soluzioni avanzate nell’intelligenza artificiale.

Le assunzioni

Per quanto riguarda il personale, sono circa 4.600 persone neoassunte previste nel piano d’impresa e circa 8.000 riqualificate e riconvertite, distribuite nelle iniziative prioritarie del gruppo: circa 2.600 alla filiale digitale, 4.000 alla tecnologia (digitale, dati e analytics), 3.500 alle iniziative prioritarie (come Pnrr, crescita dell’attività, riduzione del profilo di rischio) e 2.500 ad altro (es. Esg /Impact Banking, funzioni di controllo, turnover).

Zero emissioni entro il 2030

Intesa Sanpaolo, con il nuovo piano, vuole rafforzare il proprio ruolo di banca leader per le tematiche ESG, con l’impegno non solo a destinare nel quadriennio circa 115 miliardi di euro alla comunità e alla transizione verde e circa 500 milioni di euro per supportare le persone in difficoltà, ma anche a raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette, entro il 2030 per le proprie ed entro il 2050 per i portafogli prestiti e investimenti e per l’asset management e l’attività assicurativa.

«Avremo un passaggio intermedio nel 2030, dove riporteremo nella presentazione al mercato gli indicatori che verranno monitorati nei settori che sono a maggior rischio, dove lavoreremo con le imprese clienti proprio per favorire una riduzione significativa al 2030 e puntare poi al 2050 a impatto zero», afferma Messina.

La banca, inoltre, punta a a proteggere e ripristinare il capitale naturale piantando oltre 100 milioni di alberi  con iniziative dirette del gruppo o finanziamenti alla clientela dedicati, e adottando una specifica politica per la biodiversità.

I risultati 2021 e il dividendo

Intesa Sanpaolo ha chiuso l’ultimo esercizio con un utile netto consolidato 4,185 miliardi di euro, in crescita del 19,4% rispetto al 2020 a fronte di stanziamenti per 2,2 miliardi per l’ulteriore rafforzamento della sostenibilità futura dei risultati del gruppo. Agli azionisti viene proposto un dividendo complessivo di 4,9 miliardi, costituito da una proposta di 1,5 miliardi di saldo dividendi 2021 (che si aggiunge a 1,4 miliardi di acconto dividendi pagato a novembre 2021)  e da 3,4 miliardi di buyback.

La banca ha rivendicato di essere un acceleratore della crescita dell’economia reale in italia: sono stati erogato 66 miliardi di euro di nuovo credito a medio-lungo termine a famiglie e imprese del paese nel 2021; circa 10mila aziende riportate in bonis nel 2021 e circa 133mila dal 2014, preservando rispettivamente circa 50mila e 665mila posti di lavoro. Sono poi stati resi disponibili oltre 400 miliardi di finanziamenti a medio-lungo termine per imprese e famiglie a supporto del piano di ripresa e resilienza italiano.

Più in dettaglio, tenendo anche conto dell’inclusione del gruppo Ubi per il periodo ante acquisizione, il gruppo si registra un risultato corrente lordo in aumento del 7,3% rispetto al 2020 a 6,6 miliardi di euro, un risultato della gestione operativa in crescita  a 9,8 miliardi (+ 5,4%) rispetto al 2020. I proventi operativi netti si sono attestati a 20,7 miliardi (+1,9%), con commissioni nette pari a 9,5 miliardi (+9,3%). I costi operativi sono scesi dell’1,1% rispetto al 2020, con un’incidenza sui ricavi del 52,5% nel 2021. Il costo del rischio del 2021 è di 59 centesimi di punto (da 97 nel 2020), a 25 cent di punto se si esclude lo stanziamento per accelerare la riduzione dei crediti deteriorati.

Intesa Sanpaolo chiude così l’anno con una elevata patrimonializzazione: Common equity Tier 1 ratio pro-forma a regime al 15,2%, dopo la deduzione di tutti i dividendi, e al 14,2% deducendo anche 3,4 miliardi di buyback, contro requisito patrimoniale da rispettare fissato dalla Bce dell’8,81 per cento.

Iniziative di responsabilità sociale

L’ultimo esercizio ha visto la banca guidata da Messina impegnata in svariate attività sociali e culturali: iniziative per ridurre la povertà infantile e supportare le persone in difficoltà fornendo dal 2018 circa 24,8 milioni di pasti, 1,5 milioni di posti letto, 296.250 medicinali e 249.200 capi di abbigliamento; erogazione di 162 milioni di crediti erogati a studenti e famiglie per la didattica a distanza attraverso il Fondo Impact; un plafond creditizio “circular economy” a supporto dello sviluppo sostenibile, con finanziamenti già erogati per circa 7,7 miliardi di euro; finanziamento s-loan per migliorare la sostenibilità delle Pmi (2 miliardi allocati, con circa 1,3 miliardi erogati dal lancio. Nel 2021 sono stati poi analizzate circa 780 iniziative di start-up (circa 3.420 dal 2018) in 7 programmi di accelerazione con 209 start-up assistite (circa 600 dal 2018) ed è proseguito il programma “Giovani e Lavoro” in corso di realizzazione finalizzato alla formazione e all’accesso al mercato del lavoro italiano di 5.000 giovani.

Infine, le Gallerie d’Italia, polo museale del gruppo, hanno aperto 14 nuove mostre nel 2021 e 166 opere d’arte dalle collezioni di proprietà sono state esposte in 44 mostre temporanee in musei nazionali e internazionali.

Le prospettive per il 2022

Nel 2022 per il gruppo Intesa Sanpaolo ci si attende una crescita dei ricavi e un continuo cost management, un conseguente aumento del risultato della gestione operativa e, anche per una forte riduzione del costo del rischio, del risultato corrente lordo e un utile netto di oltre 5 miliardi di euro. Per quanto riguarda la politica dei dividendi del Gruppo, a valere sui risultati del 2022, si prevede la distribuzione di un ammontare di dividendi cash corrispondente a un payout ratio pari al 70% dell’utile netto.

 

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