Finanza

Intesa Sanpaolo, Ops su Ubi chiude con il 90% delle adesioni

30 Luglio 2020

L’offerta pubblica di scambio di Intesa Sanpaolo su Ubi Banca si è chiuso con l’adesione del 90,2% degli azionisti della banca bergamasca. «L’operato delle Autorità competenti, nei confronti delle quali esprimo vivo apprezzamento, ha consentito di concludere l’operazione nei tempi previsti. Altrettanto decisiva è stata la professionalità del team di Intesa Sanpaolo, impegnata in questo complesso progetto e dei consulenti che ci hanno assistito. Sarà il CdA di intesa Sanpaolo a deliberare sull’avveramento delle condizioni sospensive», ha dichiarato l’a.d. Carlo Messina, rivendicando che l’operazione creerà valore per gli azionisti, per le famiglie e per le imprese. «La nuova realtà – ha aggiunto Messina – potrà contare sulle elevate qualità professionali delle oltre 100.000 persone che ne faranno parte e avrà un ammontare di impieghi per oltre 450 miliardi di euro; il risparmio che gli italiani ci affidano supererà il valore di 1,1 trilioni di euro, i ricavi saranno pari a 21 miliardi di euro: si tratta di cifre espressione delle capacità dei nostri imprenditori e della solidità del patrimonio delle nostre famiglie, gli elementi alla base della forza dell’economia italiana».

Intesa Sanpaolo aveva presentato ufficialmente l’Offerta pubblica di scambio il 17 febbraio, ma all’acquisizione si era opposto soprattutto il “Comitato azionisti di riferimento” di Ubi Banca (Car) che controllava il 17,8 per cento delle azioni. I grandi soci industriali di Ubi avevano definito l’operazione «ostile e inaccettabile» e conveniente «solo per Intesa Sanpaolo». Dopo mesi di polemiche e battaglie, il 17 luglio la banca guidata da Messina aveva poi deciso di ritoccare al rialzo il prezzo dell’Offerta, convincendo la maggior parte degli scettici alla scalata. Al corrispettivo in titoli (1,7 azioni ISP per ogni azione Ubi) si aggiungeva infatti anche un ulteriore corrispettivo in denaro, pari a 0,57 euro. Lo scorso 16 luglio, inoltre, l’Antitrust, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato  aveva autorizzato l’acquisizione, ma aveva imposto a Intesa Sanpaolo di cedere 550 filiali a Bper (l’ex Banca Popolare dell’Emilia-Romagna), poco più della proposta di 532 che Intesa aveva fatto all’Autorità. L’Ops doveva chiudersi martedì 28 luglio ma è stata prorogata di due giorni, quelli chiesti dalla Consob per tutelare i soci che intendevano aderire, alla scadenza del termine per la consegna delle azioni.

Intesa Sanpaolo Spa nasce il 1° gennaio 2007 dalla fusione tra Banca Intesa e Sanpaolo IMI, due istituti caratterizzati da una diffusione capillare e complementare su tutto il territorio della penisola. L’unificazione delle reti commerciali viene organizzata tramite la Banca dei Territori: la sua presenza su tutto il territorio nazionale si alimenta con le vicende degli istituti coinvolti e della loro aggregazione al Gruppo attraverso incorporazioni, fusioni e assunzioni di partecipazioni bancarie. La nuova società cede al Crédit Agricole  già azionista di Intesa Sanpaolo, il controllo delle banche retail Cariparma e FriulAdria, a cui nel 2011 si aggiunge anche Cassa di Risparmio della Spezia. Nel corso del 2012 ha inizio un intenso periodo di riorganizzazione territoriale, durato anni, che vede la realizzazione di numerose fusioni.

Una delle più recenti è l’acquisizione delle banche venete Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza nel 2017. Nel 2018 invece Intesa Sanpaolo incorpora per fusione Banca Nuova, ex controllata di Banca Popolare di Vicenza, Cassa di Risparmio del Veneto e Cassa di Risparmio del Friuli-Venezia Giulia, Cassa dei Risparmi di Forlì e della Romagna e il Banco di Napoli. Il biennio 2019-2020 vede inoltre la conclusione del processo di incorporazione delle banche del gruppo con la fusione di Banca CR Firenze, la Cassa di Risparmio in Bologna, la Cassa di Risparmio di Pistoia e della Lucchesia, Banca Apulia, Banca Prossima e e Banca IMI.

Intesa Sanpaolo ha radici molto antiche. Nel 1539 nasce il Banco di Napoli, nel 1563 la Compagnia di San Paolo. Il gruppo è frutto dell’accorpamento di 320 istituti con sede in 189 località italiane diverse e di varia natura. Si tratta di casse di risparmio, monti di pietà, casse rurali, banche popolari, società ordinarie di credito, banche cattoliche, enti di diritto pubblico, banche di interesse nazionale.

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