Finanza
Intesa Sanpaolo, nel primo trimestre utile netto su dell’11,9% rispetto al 2022
MILANO – Il Consiglio di Amministrazione di Intesa Sanpaolo ha approvato oggi il resoconto intermedio consolidato al 31 marzo 2023. I risultati del primo trimestre 2023 registrano un utile netto in crescita, trainato dagli interessi netti che ha raggiunto quasi 2 miliardi di euro.
L’andamento economico e patrimoniale del trimestre si è tradotto in una significativa creazione di valore per tutti gli stakeholder, fondata anche sul forte impegno ESG del Gruppo: in particolare, 1,4 miliardi di euro di dividendi maturati, 1,4 miliardi di euro di imposte generate e aumentate di circa 300 milioni di euro rispetto al primo trimestre 2022 per effetto della crescita degli interessi netti che ha trainato l’aumento di circa 900 milioni di euro dell’utile netto, espansione del programma cibo e riparo per le persone in difficoltà (circa 24,3 milioni di interventi tra il 2022 e il primo trimestre 2023), rafforzamento delle iniziative per contrastare le disuguaglianze e favorire l’inclusione finanziaria, sociale, educativa e culturale (10,5 miliardi di euro di credito sociale e rigenerazione urbana tra il 2022 e il primo trimestre 2023).
“Intesa Sanpaolo” dice la nota del gruppo “è pienamente in grado di continuare a operare con successo in futuro, potendo contare sui punti di forza che contraddistinguono il Gruppo, in particolare la redditività resiliente, la solida patrimonializzazione, lo status di Banca a “zero NPL” e l’elevata flessibilità nella gestione dei costi operativi”.
L’esposizione verso la Russia risulta in ulteriore riduzione, diminuita di circa il 70% (oltre 2,5 miliardi di euro) rispetto a fine giugno 2022 e scesa allo 0,2% dei crediti a clientela complessivi del Gruppo. I crediti cross-border verso la Russia sono in larga parte in bonis e classificati a Stage 2.
La formula del Piano di Impresa 2022-2025 è confermata, con una prospettiva di chiaro e forte rialzo per l’obiettivo di 6,5 miliardi di euro di utile netto nel 2025 derivante dall’aumento dei tassi di interesse. L’attuazione del Piano procede a pieno ritmo, con le principali iniziative industriali ben avviate.
I risultati in sintesi
Nel primo trimestre 2023, per il Gruppo si registra:
● utile netto in crescita a 1.956 milioni di euro, da 1.076 milioni del quarto trimestre 2022 e 1.043 milioni del primo trimestre 2022;
● risultato corrente lordo in crescita a 3.363 milioni di euro, da 1.293 milioni del quarto trimestre 2022 e 2.129 milioni del primo trimestre 2022 (+58%);
● risultato della gestione operativa in aumento del 38,8% rispetto al quarto trimestre 2022 e del 22% rispetto al primo trimestre 2022;
● proventi operativi netti in crescita del 6,9% rispetto al quarto trimestre 2022 e dell’ 11,9% rispetto al primo trimestre 2022;
● costi operativi in diminuzione del 19% rispetto al quarto trimestre 2022 e in aumento dello 0,5% rispetto al primo trimestre 2022;
● elevata efficienza, con un cost/income al 41,9% nel primo trimestre 2023, tra i migliori nell’ambito delle maggiori banche europee;
● costo del rischio nel primo trimestre 2023 annualizzato a 17 centesimi di punto (da 70 nel 2022, 30 se si escludono gli stanziamenti per l’esposizione a Russia e Ucraina, per overlay e per favorire il de-risking, al netto del rilascio a valere sulle rettifiche generiche effettuate nel 2020 per i futuri impatti di COVID-19), con 0,9 miliardi di euro di overlay per accantonamenti generici ancora disponibili;
● qualità del credito (°):
– lo stock di crediti deteriorati a fine marzo 2023, rispetto a fine dicembre 2022, diminuisce del 2,1% al netto delle rettifiche di valore e aumenta dell’ 1,2% al lordo;
– l’incidenza dei crediti deteriorati sui crediti complessivi è pari all’ 1,2% al netto delle rettifiche di valore e al 2,4% al lordo. Considerando la metodologia adottata dall’EBA, l’incidenza dei crediti deteriorati è pari all’ 1% al netto delle rettifiche di valore e al 2% al lordo;
● elevati livelli di copertura dei crediti deteriorati:
– livello di copertura specifica dei crediti deteriorati al 50% a fine marzo 2023, con una copertura specifica della componente costituita dalle sofferenze al 70%; – robusto buffer di riserva sui crediti in bonis, pari allo 0,6% a fine marzo 2023.
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