Finanza
Intesa Sanpaolo, nel primo trimestre 1,1 miliardi di utili
Intesa Sanpaolo chiude il primo trimestre 2020 con un utile pari a 1.151 milioni di euro, in crescita rispetto a 872 milioni del quarto trimestre 2019 e a 1.050 milioni del primo trimestre 2019. Lo rende noto il gruppo sottolineando che «l’utile risulterebbe pari a circa 1.360 milioni escludendo l’accantonamento di circa 300 milioni ante imposte per Covid-19 e a circa 2,3 miliardi pro-forma se – oltre a escludere questo accantonamento – si considerasse la plusvalenza netta di circa 900 milioni da Nexi (che consentirebbe di assorbire circa 1,2 miliardi di accantonamenti ante imposte), con un conseguente buffer pari a circa 1,5 miliardi ante imposte a fronte dei possibili impatti dell’epidemia da Covid-19 per l’intero esercizio».
Rispetto al primo trimestre 2019 Intesa Sanpaolo ha registrato un risultato corrente lordo in aumento del 9% e un risultato della gestione operativa in crescita del 26,8 per cento. Inoltre, i proventi operativi netti sono in aumento dell’11,7% e i costi operativi in diminuzione del 2,7 per cento. Elevata l’efficienza registrata con un cost/income al 44,4% nel primo trimestre 2020, tra i migliori nell’ambito delle maggiori banche europee.
«In un passaggio dalla complessità senza precedenti, abbiamo potuto rappresentare un punto fermo per l’Italia, grazie alla dedizione e competenza delle nostre persone e alla nostra forza e solidità, costruite in anni di gestione improntata alla profittabilità sostenibile, ad una robusta patrimonializzazione, al basso profilo di rischio», ha detto l’a.d. Carlo Messina.
Nei primi mesi dell’anno la banca ha segnato anche una riduzione dei crediti deteriorati, al lordo delle rettifiche di valore, di circa 1,3 miliardi di euro, di circa 35 miliardi dal picco di settembre 2015 (di circa 22 miliardi escludendo la cessione dei crediti deteriorati a Intrum e Prelios) e di circa 23 miliardi dal dicembre 2017 (di circa 9 miliardi escludendo le operazioni Intrum e Prelios) realizzando già l’ 88% dell’obiettivo di riduzione previsto per l’intero quadriennio del Piano di Impresa 2018-2021.
Lo stock di crediti deteriorati scende a marzo 2020, rispetto a dicembre 2019, del 3,6% al lordo delle rettifiche di valore e dell’ 1,6% al netto (del 4,1% al lordo delle rettifiche e del 2,4% al netto, se si escludesse l’effetto della nuova definizione di default). L’incidenza dei crediti deteriorati sui crediti complessivi a marzo 2020 si è ridotta al 7,1% al lordo delle rettifiche di valore e al 3,5% al netto.
La patrimonializzazione di Intesa Sanpaolo risulta essere molto solida, con coefficienti patrimoniali su livelli largamente superiori ai requisiti normativi. Al 31 marzo 2020, tenendo conto di 863 milioni di euro di dividendi maturati nel trimestre, il common equity tier 1 ratio pro-forma a regime è risultato pari al 14,5%.
Il gruppo conferma la politica dei dividendi indicata nel Piano di Impresa 2018-2021, che prevede la distribuzione di un ammontare di dividendi cash corrispondente a un payout ratio pari al 75% del risultato netto per l’esercizio 2020 e al 70% per l’esercizio 2021.
L’operatività in tempi di Covid
Oltre alle iniziative sociali e di supporto all’economia reale, in questo periodo il gruppo ha avviato particolari progetti per contrastare gli effetti di Covid-19 a livello sociale ed economico. Trentacinquemila dipendenti hanno lavorato da remoto e il 95% delle filiali sono rimaste aperte con rimodulazione degli orari di apertura e un accesso della clientela solo su prenotazione. La banca ha dato il suo appoggio a iniziative sanitarie con donazioni che hanno superato i 100 milioni di euro, incluse quelle derivanti dalla rinuncia del consigliere delegato Messina e di 21 manager a un importo complessivamente pari a circa 6 milioni di euro dei bonus riconosciuti dal sistema incentivante 2019. 25 milioni di euro del fondo impact (pari al 50%) sono stati dedicati alla riduzione del disagio socio economico causato da Covid-19 e a seguito delle misure annunciate dal governo, sono stati messi a disposizione delle imprese e dei professionisti 50 miliardi di euro di nuovi crediti per la salvaguardia dell’occupazione e la gestione dei pagamenti durante l’emergenza. «Nel primo trimestre dell’anno siamo stati a fianco di 3mila aziende sostenendole a tornare in bonis e preservando così 15mila posti di lavoro. Abbiamo elevato a 50 miliardi di euro l’ammontare del plafond di credito per il Paese: l’obiettivo è garantire continuità e produttività fornendo le risorse necessarie a superare la fase di crisi anche a tutela dell’occupazione. Stiamo inoltre fornendo liquidità alle aziende di piccole e grandi dimensioni secondo quanto previsto dal Decreto Liquidità e in un contesto operativo che deve rispondere ai regolatori internazionali e nazionali», ha aggiunto Messina.
Le previsioni di Intesa Sanpaolo sono di un utile netto non inferiore a circa 3 miliardi di euro nel 2020 e non inferiore a circa 3,5 miliardi nel 2021, assumendo un costo del rischio potenzialmente fino a circa 90 centesimi di punto per il 2020 e fino a circa 70 centesimi di punto per il 2021.
L’Ops su Ubi
Quanto all’offerta su Ubi Banca, Messina ha ribadito che «scenario attuale e in quello che seguirà nei prossimi mesi, la proposta nei confronti degli azionisti di Ubi acquisisca maggiore valenza strategica e rappresenti per Ubi una prospettiva ancor più rilevante: elevata patrimonializzazione, robusta copertura dei crediti deteriorati, dimensione, diversificazione e capacità di investimento assumono ora più valore che in tempi normali», ha concluso Messina.
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