Finanza
Intesa Sanpaolo, gli utili del secondo trimestre salgono 1,2 miliardi (+31%)
Per Intesa Sanpaolo il secondo trimestre 2019 si chiude con un utile netto in crescita a 1.216 milioni di euro. Il dato risulta in crescita del 15,8% rispetto a 1.050 milioni nel primo trimestre 2019 e del 31% rispetto a 927 milioni del secondo trimestre 2018. Cumulati con i risultati del primo trimestre, i profitti arrivo così a 2.266 milioni, in aumento del 4% rispetto a 2.179 milioni nel primo semestre 2018. 1L’utile netto dei primi sei mesi dell’anno il miglior risultato dal 2008. Escludendo gli oneri relativi ai contributi versati a supporto del sistema bancario, l’utile netto si attesta a 2,5 miliardi di euro», ha commentato l’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina. «Confermiamo – ha aggiunto il manager – un pay out ratio dell’80% e siamo pertanto in linea con l’impegno di premiare i nostri azionisti con un significativo dividendo».
I proventi operativi netti sono pari a 4.677 milioni di euro, in crescita del 6,6% rispetto ai 4.389 milioni del primo trimestre 2019 e dell’1,5% rispetto ai 4.607 milioni del secondo trimestre 2018. I costi operativi ammontano a 2.266 milioni di euro, in calo dell’1,9% rispetto ai 2.310 milioni del corrispondente trimestre 2018, a seguito di una diminuzione del 2% per le spese del personale, del 2,1% per le spese amministrative e dello 0,8% per gli ammortamenti. Migliora così l’indicatore di efficienza gestionale il cost/income ratio, che misura l’incidenza dei costi operativi sui ricavi: nel secondo trimestre 2019 è stato pari al 48,4%, rispetto al 50,2% del primo trimestre 2019 e al 50,1% del secondo trimestre 2018.
Da gennaio sono stati erogati a famiglie e imprese oltre 21,5 miliardi di nuovo credito a medio-lungo termine. Messina ha poi sottolineato che «dopo 15 trimestri consecutivi di calo dal picco del 2015, lo stock dei crediti deteriorati è stato ridotto di 33 miliardi, al livello più basso dal 2009: abbiamo raggiunto questo significativo obiettivo senza alcun costo per i nostri azionisti. Nei primi sei mesi abbiamo registrato il più basso flusso di crediti deteriorati del 1° semestre di sempre, grazie alla nostra capacità di gestire in maniera pro-attiva i crediti e grazie alla qualità delle nostre aziende clienti, attualmente molto più solide e profittevoli rispetto a quanto non fossero prima della crisi del 2008».
Inoltre, il banchiere ha rinnovato l’impegno a sostenere le aziende in grado di superare condizioni di temporanea difficoltà: «Nel semestre abbiamo aiutato circa 10mila aziende a tornare in bonis. Dal 2014 il numero di queste imprese sale a 103 mila: una cifra significativa considerato l’impatto positivo generato sull’occupazione – più di 500 mila posti di lavoro – e sull’indotto».
La banca conferma, inoltre, un’elevata patrimonializzazione, superiore ai requisiti normati «anche nello scenario avverso dello stress test Eba/Bce»: il Common equity Tier 1 ratio, principale indicatore di solidità patrimoniale, risulta essere del del 13,9% (pro-forma e a regime), tenendo anche conto dei dividenti maturati nel primo semestre 2019.
Il gruppo ha confermato l’impegno a favore della circular economy, svolto attraverso il plafond di 5 miliardi di euro di credito: sono stati infatti erogati oltre 540 milioni a favore delle prime 40 iniziative. La banca ha inoltre attivato il Fondo d’Impatto con un prestito senza garanzie rivolto agli oltre 1,6 milioni di studenti universitari in Italia, certi che l’investimento in educazione sia fondamentale per la crescita del Paese. Nei primi quattro mesi di attività le erogazioni sono state pari a 1.100.000 euro. Messina ha infine rivendicato i risultati delle iniziative culturali diffuse sul territorio nazionale: «Nel primo semestre le Gallerie d’Italia, i tre poli museali di Intesa Sanpaolo, hanno ospitato circa 280 mila visitatori. Sempre nei primi sei mesi abbiamo dato in prestito 110 opere d’arte della nostra collezione ad altri musei italiani e internazionali».
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