Finanza
Il tasso di deterioramento del credito al minimo minimo storico dal 2006
A fine 2023 il tasso di deterioramento del credito delle banche italiane dovrebbe attestarsi all’1,2 per cento, un livello inferiore ai minimi del periodo precedente alla crisi dei mutui subprime. Contestualmente, il lavoro dell’industria italiana degli Npl continua a favorire una migliore qualità del credito grazie al lavoro sinergico con il settore bancario che sta favorendo il risanamento dei bilanci.
È quanto emerge dal “Market Watch Npl” elaborato dall’ufficio studi di Banca Ifis e presentato in occasione della dodicesima edizione del Npl Meeting, l’annuale appuntamento dedicato all’industria del credito deteriorato tenutosi oggi a Villa Erba, Cernobbio, che è stata intitolata “Step Up”. L’evento è stato aperto dal presidente di Banca Ifis Ernesto Fürstenberg Fassio che ha specificato come «nonostante il contesto congiunturale presenti più di una incognita, l’economia italiana si conferma resiliente grazie soprattutto agli stimoli fiscali espansivi e alla positiva dinamica dei consumi privati». «I bilanci bancari – ha spiegato – presentano un tasso di deterioramento al minimo storico, inferiore anche ai livelli del periodo antecedente alla crisi del subprime, anche se sui nostri istituti permane un rischio prospettico superiore alla media Ue come confermano i ratios predittivi. Il Market Watch evidenzia un trend positivo del flusso di nuovo deteriorato per gli anni a venire. Anche per questo motivo, il futuro del mercato italiano degli Npl vedrà un crescente ruolo del mercato secondario che sarà spinto dalla necessità di intervenire sugli incassi delle cartolarizzazioni, tra le quali le Gacs rappresenteranno una importante componente. Molto interessante è infine notare l’andamento del divario territoriale con la differenza del tasso di deterioramento tra Nord e Mezzogiorno che raggiunge il minimo storico. Si tratta di numeri positivi sui quali è evidente il ruolo di forte supporto al sistema bancario giocato dall’industria italiana degli Npl».
Negli ultimi otto anni, l’industria italiana del credito deteriorato ha contribuito a generare 55 miliardi di euro di riduzione dello stock Npe, portandolo dai 361 miliardi di euro di inizio 2015 ai 306 miliardi di euro di fine 2022. Nello stesso periodo, gli operatori specializzati in questo mercato hanno favorito il processo di derisking degli istituti bancari italiani, con 352 miliardi di euro di crediti deteriorati transati tra il 2015 e il 2022. Di questi, ben 42 miliardi di euro sono stati ceduti nel 2022, sebbene fosse già stato raggiunto nel 2021 il target EBA del 5 per cento, a conferma di sinergie destinate a proseguire anche nel prossimo triennio grazie al lavoro di un’industria Npl strutturata.
Il percorso di derisking delle banche italiane, però, si legge nell’analisi, non ha eguali in Europa e ha messo il sistema finanziario nazionale nelle condizioni di generare una migliore qualità del nuovo credito, come dimostrato dall’evoluzione dell’Npe ratio. Quest’ultimo è infatti diminuito di quasi 14 punti percentuali, passando dal 17 per cento del 2015 al 3,1 per cento del 2022, con una ulteriore diminuzione prevista per fine 2023 quando dovrebbe attestarsi al 3 per cento, un livello di gran lunga inferiore alla soglia del 5 per cento definita da EBA.
Anche se le principali previsioni di scenario delineano una forte resilienza delle economie globali, sul futuro del credito italiano permane l’incognita dello scenario macro: il mix tra il prolungato periodo di tassi elevati, l’eventuale mancanza di correzione delle politiche sui tassi da parte delle banche centrali in relazione al rallentamento economico e le tensioni geopolitiche potrebbe generare nuovi flussi di crediti deteriorati.
Il Market Watch di Banca Ifis offre, inoltre, uno sguardo prospettico sul futuro dell’industria italiana degli Npl. Nel corso del 2023, si prevede che saranno completate transazioni Npe per 32 miliardi di euro, cifra che include anche circa 8 miliardi di euro di transazioni il cui closing potrebbe essere posticipato a inizio 2024. Più in generale, nel triennio 2023-2025 si prevede che saranno portate a termine operazioni per circa 84 miliardi di euro. L’evoluzione del mercato sarà caratterizzata da un crescente peso del secondario, il quale arriverà a guidare circa il 50 per cento dell’intero transato. In particolare, l’aumento dell’incidenza del mercato secondario sarà guidato dallo sviluppo delle piattaforme di vendita e dalle cessioni da parte di operatori storicamente acquisitivi, dall’interesse degli investitori per i portafogli assistiti da GACS e dall’attività di nuovi operatori. Il mercato primario, invece, sarà caratterizzato prevalentemente dal proseguo del processo di derisking delle principali banche e dal potenziale moderato aumento dei nuovi flussi di deteriorato.
In quest’ottica, la previsione del tasso di nuovo deterioramento del credito nel triennio 2023-25 fa segnare una sensibile riduzione, come dimostra il tasso previsto per il 2023 che dovrebbe attestarsi all’1,2 per cento. Pur in questo contesto di miglioramento, le banche italiane presentano un rischio prospettico superiore a quello delle banche europee, sia nei crediti classificati in stage 2 sia in quelli forebone performing.
Nel corso dell’evento a Villa Erba, aperto dal presidente Fürstenberg Fassio, sono intervenuti il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che ha affrontato come la riforma della giustizia possa contribuire a rendere più efficiente la gestione dei crediti deteriorati e il viceministro delle imprese e del made in Italy, Valentino Valentini, il quale ha delineato lo stato di salute delle imprese italiane e la loro resilienza agli shock energetici, inflattivi e alle tensioni geopolitiche grazie alla competitività del made in Italy. L’amministratore delegato di Banca Ifis, Frederik Geertman, ha invece offerto una panoramica sulle principali dinamiche del mercato italiano ed europeo degli Npl, prima di lasciare la parola a Michael Spence, premio nobel per l’economia 2001, che ha illustrato le tendenze macroeconomiche e lo scenario geopolitico internazionale.
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Nella foto di copertina Valentino Valentini, Frederik Geertman e Ernesto Furstenberg Fassio
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