Finanza

Il Banco Popolare in pressing su Bpm per creare il terzo polo bancario

24 Febbraio 2015

«L’operazione più intelligente che potrebbe fare il Banco Popolare sarebbe mettersi insieme a Bpm». Lo scorso ottobre, parlando ai microfoni di Class Cnbc, lo stesso amministratore delegato del Banco Pierfrancesco Saviotti non aveva fatto mistero del suo interesse per la banca milanese, chiosando pure scherzosamente che «le dichiarazioni d’amore vanno sempre ascoltate». Pare ora che, grazie anche l’aiuto arrivato con la prospettata trasformazione per legge delle banche popolari in società per azioni, quelle dichiarazioni d’amore siano pronte a diventare delle proposte concrete di matrimonio.

Secondo quanto riferiscono fonti finanziarie vicine ai colloqui in corso, negli ultimi giorni ci sarebbe stata un’improvvisa accelerazione dei colloqui sull’asse Milano-Verona e presto si potrebbe arrivare a una proposta formale, con la mediazione di Mediobanca, banca d’affari che vanta un’antica consuetudine con il mondo delle banche popolari, oltre che un ottimo rapporto sia con Saviotti sia con Giuseppe Castagna, amministratore delegato di Bpm.

L’idea è creare un polo bancario, approfittando della spinta che la trasformazione per legge delle grandi banche popolari cooperative in società per azione, che per dimensioni sarebbe il terzo in Italia, dopo Intesa e Unicredit. La nuova entità avrebbe attivi per 155 miliardi di euro, di cui 110 miliardi di crediti netti a imprese e famiglie. L’annuncio del provvedimento di riforma varato dal governo Renzi ha dato un forte supporto alle quotazioni delle banche popolari e ha indotto diversi operatori, banche d’affari e investitori speculativi ad accumulare pacchetti in vista di potenziali operazioni straordinarie. Fra questi non si può escludere che sia anche Ubs, ma questo lo si potrà appurare solo se verranno superate le soglie di comunicazione obbligatoria previste dalla normativa. Peraltro, la banca elvetica – dove lavorano Andrea Orcel, che era collega di Saviotti in Merrill Lynch, e Fabio Innocenzi, predecessore di Saviotti al Banco – è notoriamente sponsor del progetto della “Superpopolare”.

L’interesse di Saviotti non può non avere trovato orecchie attente a Milano, anche se per ora non vi è alcuna conferma ufficiale né da un lato né dall’altro.  Giusto una settimana fa, dopo una riunione dell’Abi (l’Associazione bancaria italiana), Castagna ha sottolineato che l’Italia «ha bisogno di poli bancari importanti: un terzo, un quarto polo, perché in Italia ci sono solo due banche veramente grandi; ora abbiamo l’occasione per metterci insieme tra Popolari. Vedremo se è una cosa che può essere realizzata e condivisa». Castagna aveva invece liquidato come «illazioni» le ipotesi di un’aggregazione fra la Bpm e la Popolare dell’Emilia Romagna, negando anche contatti con altri istituti. Ma si parlava appunto della Bper, e questo accadeva una settimana fa. Ora le cose potrebbero essere cambiate. Dopo il tentativo abortito del presidente del consiglio di sorveglianza Piero Giarda di togliere al consiglio di gestione le prerogative sulle operazioni straordinarie, e dopo che la Bper ha ottenuto nei giorni scorsi un primo abboccamento ai vertici di Piazza Meda, Saviotti potrebbe aver deciso che è arrivato il tempo di passare all’azione.

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