Finanza
Fideuram, utile netto a 222 milioni di euro nel primo trimestre dell’anno
Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking nel primo trimestre del 2020 ha registrato 2,7 miliardi di euro di raccolta netta, in forte crescita (+163%) rispetto al dato dei primi tre mesi del 2019 (1 miliardo di euro). Il risultato della controllata del gruppo Intesa Sanpaolo è arrivato nonostante il significativo deterioramento del contesto di mercato a partire dalla seconda metà del trimestre.
«I risultati del primo trimestre 2020 sottolineano come il nostro modello di servizio sia valido e capace di affrontare ogni condizione di mercato, comprese quelle meno favorevoli», ha detto Tommaso Corcos, amministratore delegato e direttore generale di Fideuram. «Lo dimostrano l’utile netto a 222 milioni di euro, la raccolta netta di 2,7 miliardi di euro ed una solidità patrimoniale ben al di sopra dei requisiti normativi, con il Common Equity Tier 1 ratio che sale al 27,5 per cento».
L’analisi per aggregati mostra che la raccolta si è interamente concentrata sulla componente di risparmio amministrato (3,3 miliardi di euro) riflettendo un orientamento decisamente più conservativo dei flussi di risparmio, a fronte di una raccolta netta di risparmio gestito che ha registrato un deflusso, (-0,6 miliardi di euro).
Le masse amministrate alla fine del mese di marzo erano pari a 223 miliardi di euro, in flessione dell’8% rispetto al 31 dicembre 2019 (242,7 miliardi di euro) e sostanzialmente in linea rispetto a quelle al 31 marzo 2019 (223,7 miliardi di euro). L’evoluzione delle masse rispetto alla fine del 2019 è da attribuire alla performance di mercato. L’effetto è stato però parzialmente mitigato dal risultato di raccolta netta conseguito dalle reti di private banker.
La componente di risparmio gestito è risultata pari a 148,8 miliardi di euro, a fronte di 165,4 miliardi alla fine del 2019. Il numero complessivo dei private banker delle reti risulta pari a 5.811, con un portafoglio medio pro-capite pari a oltre 38 milioni.
Nel primo trimestre le commissioni nette sono risultate pari a 427 milioni di euro, in lieve aumento (+2 milioni) rispetto al saldo di 425 milioni registrato nel primo trimestre 2019. Le commissioni nette ricorrenti sono risultate pari a 399 milioni, in crescita di 5 milioni (+1%) grazie a masse medie di risparmio gestito che, nonostante la forte correzione dei mercati avvenuta nel mese di marzo, sono risultate superiori a quelle del primo trimestre 2019.
I costi operativi netti, pari a 141 milioni di euro, sono diminuiti di 5 milioni (-3%) rispetto al corrispondente periodo dell’anno scorso (146 milioni). Inoltre, le spese del personale, pari a 78 milioni, si sono ridotte di 10 milioni (-11%), in particolare per l’accentramento di alcune funzioni di controllo presso Intesa Sanpaolo a decorrere da settembre 2019.
Il cost/income ratio è risultato pari a 29%, in miglioramento di un punto percentuale rispetto al primo trimestre dello scorso esercizio. L’utile netto consolidato è risultato pari a 222 milioni, in lieve contrazione (-3%) rispetto al primo trimestre del 2019.
Il Common Equity Tier 1 ratio consolidato è salito al 27,5%, al 31 marzo 2020, in forte crescita rispetto al 19,2% di fine dicembre 2019 per effetto dell’aumento dei fondi propri conseguente alla decisione di destinare a riserva l’utile d’esercizio.
«La capacità di costruire nel tempo relazioni personali con i clienti, l’uso delle tecnologie sviluppate negli ultimi anni e l’impegno ininterrotto delle nostre persone e degli oltre 5.800 consulenti finanziari e private banker che compongono le nostre reti, hanno permesso di offrire, in modo continuativo, informazioni e supporto alla nostra clientela, assistendola in questi ultimi mesi tanto nella gestione operativa, quanto in quella strategica dei portafogli», ha concluso Corcos.
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