Finanza

Fideuram chiude il 2019 con un record storico: utile a 906 milioni

7 Febbraio 2020

Fideuram-Intesa Sanpaolo Private Banking, la private bank del gruppo Intesa Sanpaolo, ha approvato oggi i conti del 2019. E proprio il 2019 è stato il miglior anno di sempre grazie a un utile netto consolidato di 906 milioni (+ 9% sul 2018).

«Nel corso del 2019 abbiamo ottenuto i migliori risultati mai conseguiti da Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking: un utile netto di 906 milioni ed un totale di masse amministrate pari a 242,7 miliardi che, insieme ad una raccolta netta di 10,9 miliardi, confermano l’eccellente qualità del lavoro svolto ogni giorno da private banker, manager, personale di sede e delle società controllate», ha dichiarato Paolo Molesini, Amministratore delegato e direttore generale di Fideuram, Intesa Sanpaolo private banking, che conclude il suo mandato alla guida operativa della Divisione Private al termine di un cammino durato 5 anni.

Anche le masse amministrate sono infatti arrivate nell’anno che si è appena concluso ad un livello da record pari a 242,7 miliardi di euro (+14%), grazie ad una raccolta netta che ha sfiorato gli 11 miliardi (+7%). In particolare, è stato un vero e proprio record quello della raccolta netta di risparmio gestito, che si è attestata a 4,6 miliardi, in netta crescita del 28% sull’anno precedente.

Al 31 dicembre 2019, inoltre, il numero complessivo dei private banker delle reti risultava pari a 5.834, con un portafoglio medio pro-capite pari a circa  42 milioni di euro, in crescita rispetto ai 36 milioni di inizio anno.

«Continueremo ad investire nella selezione e nella formazione delle nostre reti – Fideuram, Sanpaolo Invest e Intesa Sanpaolo Private Banking – poiché crediamo che sia indispensabile puntare sul costante miglioramento delle competenze, sulla professionalità e sull’innovazione, per anticipare i bisogni e analizzare a fondo le necessità finanziarie e patrimoniali della clientela» commenta Molesini.

L’analisi dei principali aggregati del conto economico registra che nel 2019 le commissioni nette sono state pari a 1.747 milioni di euro, in aumento del 3% rispetto al saldo di 1.695 milioni registrato nel 2018. Le commissioni nette ricorrenti, componente predominante (circa 92%) del margine commissionale, sono risultate pari a 1.606 milioni, rimanendo invariate rispetto all’esercizio 2018.  Il margine di interesse, pari a 177 milioni di euro, ha registrato un incremento del 14% rispetto allo scorso anno (155 milioni) grazie alla crescita dei volumi medi investiti sui portafogli proprietari e al ribilanciamento delle scadenze sui depositi di tesoreria.

I costi operativi netti, pari a 609 milioni, sono aumentati del 3% rispetto al 2018 (593 milioni). Nel dettaglio si nota come ci sia stata una spesa maggiore  del 2% per quanto riguarda il personale, pari a 356 milioni. In leggero aumento anche quelle relative ai costi amministrativi (+1%). Le rettifiche di valore netto sulle attività materiali e immateriali (55 milioni) hanno segnato un incremento di 8 milioni principalmente legato a maggiori costi di locazione immobiliare, ammortizzati ai sensi del principio contabile IFRS16. Il cost/income ratio migliora nel 2019 risultando pari al 31%, rispetto al 32% del 2018.

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