Finanza
Cybersecurity e lotta ai tumori, due progetti per l’infanzia di Intesa Sanpaolo
In un mondo sempre più informatizzato nel quale anche le giovani generazioni sono immerse quotidianamente, utilizzando pc, smartphone, tablet e altri dispositivi elettronici, la protezione diventa un aspetto fondamentale nella vita di tutti i giorni. Anche le principali attività economiche non possono prescindere dal web e per tutti questi motivi è evidente come la cybersecurity sia diventata argomento tecnologico ed economico primario da conoscere e padroneggiare il prima possibile.
Ma come possiamo tutelare i bambini e i ragazzini dalle insidie della rete? Il Museo del Risparmio e la Direzione Cybersecurity Business Continuity Management di Intesa Sanpaolo presentano l’iniziativa “Io no che non ci casco”, un’attività on line rivolta alle classi di bambini dai 7 ai 10 anni con l’obiettivo di sensibilizzarli proprio sull’importanza di tutelare con la supervisione dei genitori i propri dispositivi elettronici, dati personali e acquisti dagli attacchi di truffatori online.
Attraverso alcune sfide divertenti, giochi e quiz, le bambine e i bambini metteranno alla prova le loro conoscenze e abilità nel gestire gli allegati alle e-mail, creare password sicure, proteggere i profili social e difendersi dai virus informatici. I docenti interessati possono iscrivere le classi scrivendo all’indirizzo INFO@museodelrisparmio.it.
«Sempre più la gestione del denaro passa anche dal digitale – spiega Giovanna Paladino, direttore del Museo – e i bambini sono gli ambasciatori migliori all’interno della famiglia».
Il Museo del Risparmio è l’iniziativa di educazione finanziaria di Intesa Sanpaolo. È aperto dal 2012 ed è membro fondatore dell’International Federation of Finance Museums (IFFM), una rete internazionale di musei, privati e pubblici, dedicati al tema della finanza.
La banca inoltre, sempre a sostegno dell’infanzia, ha avviato il progetto “Una casa per la mia famiglia” per offrire accoglienza gratuita ai familiari impegnati nell’assistenza di bambine e bambini in cura presso i reparti di oncoematologia pediatrica di sei ospedali a Torino (Ospedale Regina Margherita), Monza (Ospedale San Gerardo), Napoli (Ospedale Santobono Pausilipon), Padova (Azienda Ospedale Università), Bologna (Policlinico Sant’Orsola Malpighi) e Genova (Istituto Giannina Gaslini).
Il progetto mette a disposizione circa 640 posti letto per i piccoli pazienti e i loro familiari, consolidando così le capacità ricettive delle realtà non profit presso i rispettivi ospedali: UGI Torino, Comitato Maria Letizia Verga di Monza, Fondazione Santobono Pausilipon di Napoli, Sezione AIL di Padova, AGEOP di Bologna e Fondazione Gerolamo Gaslini di Genova.
L’iniziativa è realizzata nell’ambito dello specifico programma per i bambini lungodegenti avviato dal gruppo nel 2016 che offre un servizio di asilo nido gratuito ai bambini in cura presso i reparti di oncoematologia pediatrica di sei ospedali italiani. Al servizio educativo offerto ai piccoli pazienti si aggiunge ora un sostegno alle famiglie costrette al pendolarismo sanitario.
A Genova, in particolare, il progetto si arricchisce con “WE-Connected!”, realizzato congiuntamente da Intesa Sanpaolo, Intesa Sanpaolo Vita e Fondazione Gerolamo Gaslini per dotare di computer e connessioni internet le 32 case di accoglienza per i pazienti in cura presso l’ospedale di Genova facilitando così didattica a distanza e socializzazione.
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