Finanza
Banco BPM, utili dei primi 9 mesi in crescita a 510 milioni (+8,2%)
Banco Bpm ha chiuso i primi nove mesi del 2022 con un utile netto di 510,5 milioni, in crescita dell’8,2% rispetto allo stesso periodo del 2021. Il risultato adjusted (escludendo cioè le voci non ricorrenti) è salito del 15,5% a 652 milioni, miglior risultato dalla nascita del gruppo. L’istituto parla di “ottimi risultati”, che consentono di migliorare l’outlook sull’intero 2022, con un utile per azione ora atteso a 0,45 euro dai precedenti 0,4 euro. Alzato anche il target di utile per azione 2023, che sarà maggiore di 0,6 euro contro la stima precedente di 0,5 euro, con conferma del pay out ratio al 50 per cento.
In particolare, i proventi operativi “core” evidenziano una performance rilevante, risultando pari a 3.167 milioni di euro con una crescita del 2,0% rispetto ai primi nove mesi del 2021, grazie al contributo positivo del margine di interesse (+3,6% anno su anno) e delle commissioni nette (+1% a/a). Tale dinamica, unitamente all’attenta gestione dei costi, ha consentito il raggiungimento di un cost/income ratio pari al 54,4% in miglioramento rispetto al 55,2% dei primi nove mesi del 2021 e al 55,8% dell’intero esercizio 2021. Le rettifiche su finanziamenti alla clientela si attestano a 498 milioni in riduzione del 26,1% rispetto al 30 settembre 2021, pur garantendo il mantenimento di un solido profilo di copertura dei crediti. Il risultato lordo dell’operatività corrente sale a 1 miliardo rispetto a 788 milioni dei primi nove mesi del 2021 con una crescita del 27,1%.
Anche sul fronte degli impieghi si evidenziano risultati molto significativi: gli impieghi netti performing “core” (costituiti da mutui, finanziamenti, conti correnti e prestiti personali) raggiungono 102,9 miliardi con una crescita del 3,4% rispettoal 31 dicembre 2021 e del 3,2% su base annua; il volume di nuove erogazioni a famiglie e imprese raggiunge l’importo di 20,3 miliardi, in crescita del 20,6 per cento. L’ulteriore progresso del processo di derisking ( -1,8 miliardi nei nove mesi, inclusa la cessione relativa al progetto “Argo” finalizzata nel secondo trimestre dell’anno) ha consentito di proseguire nell’azione di riduzione dei non performing loans, la cui incidenza sul totale dei crediti lordi si riduce al 4,7%, portando il totale dei crediti non performing lordi da 6,6 miliardi di settembre 2021 a 5,3 miliardi.
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