Finanza

Banca Ifis rivede la guidance e chiude il primo semestre in crescita del 25,5%

3 Agosto 2023

Banca Ifis chiude il primo semestre con un utile netto di pertinenza del gruppo pari a 91 milioni di euro, in crescita del 25,5 per cento rispetto ai 72,5 milioni di euro del primo semestre 2022. Un risultato che ha consentito alla banca di rivedere al rialzo la guidance dell’utile netto 2023, portata a 160 milioni di euro rispetto ai 150 milioni di euro stimati lo scorso febbraio.

Il titolo del gruppo, in Borsa, insieme a pochi altri, risulta tra i migliori del FTSE MidCap ((+1,42 per cento). Ifis stamattina ha aperto a 15,42 euro per azione, 15,66 alle 14 e 57 (+1,10%).

La nuova guidance della banca si basa sull’attuale status quo macroeconomico, geopolitico e regolamentare ed include gli effetti dell’aumento del costo della raccolta ed i costi dell’integrazione di Revalea, la società del gruppo Mediobanca recentemente acquisita con closing previsto nel quarto trimestre del 2023.

«I risultati ottenuti nel primo semestre 2023 confermano la solidità di un modello di business che, nonostante un contesto macroeconomico sfidante, ha dimostrato di saper coniugare la sostenibilità finanziaria con l’attenzione a tutti gli stakeholder», commenta l’amministratore delegato Frederik Geertman, aggiungendo che «nel periodo, tutti i principali indicatori hanno registrato una importante crescita che ci ha portato a rivedere al rialzo le stime di utile per il 2023 a 160 milioni di euro, rispetto ai 150 milioni di euro stimati a febbraio 2023, che già superavano l’obiettivo di 137 milioni di euro del Piano Industriale 2022-2024». «Tale risultato – ha spiegato – è stato raggiunto anche grazie alla crescita positiva dei ricavi del Settore Commercial & Corporate Banking, sostenuti dalla positiva correlazione con il rialzo dei tassi di interesse, dal dinamismo della rete commerciale e dall’accelerazione del processo di digitalizzazione che ha messo a disposizione nuove piattaforme e strumenti utili a migliorare l’efficienza sia del business commerciale che nell’Npl dove, nel periodo, i recuperi di cassa sui portafogli acquistati sono stati pari a 195 milioni di euro, in crescita del 7 per cento rispetto al primo semestre del 2022».

Il margine di intermediazione nel semestre risulta in crescita del 7,6 per cento a 348,5 milioni di euro rispetto ai 324 milioni di euro del primo semestre 2022. I ricavi delSettore Npl, seppur stabili rispetto al primo semestre 2022, evidenziano la resilienza della raccolta nonostante il rialzo dell’inflazione. I costi operativi sono pari a 195,8 milioni di euro (+5,5 per cento rispetto al primo semestre 2022). Il costo del credito è pari a 16,3 milioni di euro, in riduzione di oltre il 50 per cento rispetto al primo semestre 2022, pur includendo 14 milioni di euro di accantonamenti sul portafoglio crediti in bonis a fronte di potenziali rischi macroeconomici.

La posizione di liquidità al 30 giugno 2023 è pari a circa 1,1 miliardi di euro di riserve e attivi liberi finanziabili in BCE (LCR
superiore a 1,000 per cento). Sotto il profilo della solidità patrimoniale, il CET1 è pari al 15,01 per cento (in linea con il dato al 31 dicembre 2022) ed il TCR pari al 18,04 per cento (18,82 per cento al 31 dicembre 2022), calcolati escludendo l’utile del primo semestre 2023.

Il consiglio di amministrazione ha approvato anche la nuova politica dei dividendi che prevede un meccanismo di tipo progressivo con incremento del payout ratio al superamento della soglia di utili necessari a soddisfare il fabbisogno di capitale della banca (retained earnings), nel rispetto del contesto macroeconomico e regolamentare di riferimento e dello stato di avanzamento del piano industriale. Il cda potrà proporre all’assemblea di distribuire una quota degli utili d’esercizio di Banca Ifis fino al 50 per cento dell’utile netto consolidato di pertinenza fino alla soglia di rilevanza identificata in sede di definizione del budget annuale e al 100 per cento dell’utile netto consolidato di pertinenza di Banca Ifis eccedente la soglia di rilevanza. La soglia di rilevanza, per il 2023, è fissata in 100 milioni di euro.

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